Le giovani promesse del teatro – Intervista a Giovanni Cordì

di Redazione The Freak

Le giovani promesse del teatro – Intervista a Giovanni Cordì

di Redazione The Freak

Le giovani promesse del teatro – Intervista a Giovanni Cordì

di Redazione The Freak
  • Non siamo noi a scegliere l’Arte, è lei a scegliere noi.

    Una delle giovani promesse del panorama attoriale italiano si racconta, attraverso qualche quesito che metta in luce un ruolo spesso mitizzato, degradato, ma mai inquadrato in un’ottica autentica: L’Attore.

    Una definizione del teatro, attraverso i tuoi occhi.

    <<  Paradossalmente il teatro è, forse, l’unico posto in cui sei messo a nudo. La tua essenza, le tue passioni, la tua sincerità verso l’arte e la purezza dei tuoi rapporti intersoggettivi sono facilmente percepibili vedendoti in scena. Quando metti piede infatti, su un palcoscenico, le tue maggiori insicurezze e le tue principali virtù vengono messe in vetrina. >>

    Hai sempre saputo che fosse il tuo destino o è capitato per caso?

    << No, al contrario, ho sempre ignorato quale fosse il mio destino. il mio percorso accademico e le mie “convinzioni istituzionali” mi hanno sempre portato altrove. 

    Ma per gioco o perché il fato ha voluto, mi sono affacciato a questo mondo e ne sono stato quasi risucchiato senza possibilità di fuga. Quasi violentemente e con invadenza il teatro è entrato nella mia vita sconvolgendola e creandone quasi una dipendenza sempre più assorbente. Ad oggi mi è impossibile poter pensare di abbandonare questo mondo.>>

    Aspetti negativi, ammesso che ce ne siano.

    << L”unico aspetto negativo, per quanto mi riguarda, è il ritrovarsi in un paese in cui l’inettitudine dei sistemi finanziari-culturali ti impedisce concretamente di poter fare della tua più grande passione un lavoro. Ciò credo sia dovuto anche (e forse soprattutto) ad una sempre più crescente contaminazione del settore con soggetti incapaci. Mi spiego meglio ed in maniera diretta: da quando assistiamo all’ingresso sui migliori palcoscenici teatrali italiani di soggetti provenienti dalla televisione senza un minimo di preparazione, ma per il semplice fatto di essere “affiliati” a qualcuno o a qualche “palinsesto”, beh a quel punto c’è da porsi tante domande. Credo sia un problema non soltanto legato al teatro ma anche al cinema ed alle fiction tv che vedono il riciclo di personaggi assurdi. Ci si lamenta perche non esiste più “la dolce vita”, ma non ci si decide a mettere dei paletti fermi che limitino una simile ed inaccettabile contaminazione dell’arte.>>

    Il personaggio a cui sei più legato.

    << Il personaggio che mi ha dato sicuramente di più nel corso degli ultimi anni a livello di crescita personale ed artistica è sicuramente il Giasone della Medea di Euripide. Il mio attaccamento a questo personaggio è essenzialmente dovuto ad una particolare costruzione del personaggio. Nello spettacolo in questione infatti (Lo Scorpione Bianco, tratto appunto dalla Medea, con la partecipazione di Laura Sales e diretto da Daniel Fermani) Giasone esiste dapprima in una dimensione immaginaria della donna. Rappresenta infatti la pazzia della moglie esasperata per l’abbandono del marito che arriva a compiere un gesto contro natura. Per poi mutare forma ed aspetto nel corso della rappresentazione, ed assumere la concreta e definitiva personificazione del marito che ripudia ma al contempo del padre che piange la sua sventura. Un personaggio con infiniti volti dalla difficile resa.>>

    Progetti in corso?

    << Insieme all’attrice-regista (nonché carissima amica) Laura Sales, stiamo mettendo in piedi un progetto legato ai diritti umani: vorremmo far convergere, in un grande evento, tutte le realtà artistica che vogliano canalizzare la propria arte nella rappresentazione e nel sostegno dei diritti umani. Si tratta insomma di dar voce a chi volesse esternare il proprio punto di vista su situazioni, sempre emergenti, ma spesso non avvertite tali, in Italia e non soltanto. Approfitto per coinvolgere nel progetto chiunque fosse attratto dall’idea: c’è bisogno di tanta voglia di fare e tanto sostegno.
Oltre a ciò sto portando avanti dei progetti teatrali diretti dalla stessa Laura, ed altri progetti scritti e diretti da me. >>

    Mastroianni diceva che e’ un mestiere meraviglioso dove ti pagano per giocare. Insomma è roba seria o no?

    << Per quanto io stimi ciò che Mastroianni ha rappresentato, non sono d’accordo con questa affermazione. Avendo “sposato” un metodo teatrale di tipo grotowskiano, il lavoro fisico e psicologico che si porta avanti è molto intenso ed incessante per poter eliminare tutti quei blocchi che concretamente impediscono di essere grandi attori. Uno dei miei più grandi maestri – Daniel Fermani – sostiene che non sei tu a scegliere il teatro ma, contrariamente a quanto si possa ritenere, è lui a sceglierti. Quando ciò avviene nasce in te una grande responsabilità ed un grande obbligo: rispettare l’arte e donargli la vita. Se si è pronti a compiere tale passo, il percorso sarà tutt’altro che un gioco. >>

    Qual è la piece , da te  diretta, meglio riuscita?

    << Lo spettacolo, credo, migliore in termini di resa, ed al quale sono più legato, è sicuramente “La Ballata del vecchio Marinaio”, scritto e diretto da me, tratto dall’opera “Rime of the Ancient Mariner” di Samuel Coleridge. Nasce come spettacolo amatoriale, ma l’impegno dei ragazzi che hanno collaborato e lavorato intensamente allo stesso, lo ha reso un grande successo.>>

    Ciò che un attore deve sempre tenere in mente:

    << Ogni attore dovrebbe tener a mente che le emozioni non possono essere trasmesse simulandole. Un attore deve essere immune dal facile sentimentalismo e da qualsivoglia rappresentazione in scena di un proprio stato emotivo sulla scia di un’esperienza pregressa. Il lavoro dell’attore deve essere prettamente fisico, e deve portare al “disintossicarsi” da quegli schemi rappresentativi quasi standard che conducono solo ad una mera finzione. Soltanto dopo una purificazione da tali stereotipi si può giungere ad una rappresentazione quasi impeccabile. >>

    A presto Giovanni e grazie!

    di Daria Riz All rights reserved


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