Non si parla di altro: l’intervista al ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, andata in onda nella trasmissione di Rete4, Zona Bianca, domenica sera ha aperto un acceso dibattito sul giornalismo italiano e sulla libertĂ d’espressione . Quarantadue minuti di intervista – perchĂ© sì, lo chiarisco subito, per me si è trattata di un’intervista con domande e risposte – tra il conduttore, Giuseppe Brindisi, e Lavrov sul futuro della guerra in Ucraina, sul ruolo degli Stati Uniti nel conflitto europeo e sui rapporti con Zelensky.Â
Numerosi sono stati i commenti, ma tantissime le critiche anche da parte di giornalisti, direttori di riviste e quotidiani, indignati perchĂ© Lavrov non avrebbe avuto un contraddittorio. PiĂą che di un’intervista si sarebbe trattato di un comizio russo – è questa l’accusa dei detrattori – infarcito delle peggiori falsitĂ . Hanno espresso su Twitter il loro sdegno politici, come il leader del Pd Enrico Letta, che ha parlato di “un’onta per l’Italia”.Â
“Buon lavoro, Ministro #Lavrov”. L’abisso. Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti🇺🇦 stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un’onta per 🇮🇹 intera? #Retequattro
— Enrico Letta (@EnricoLetta) May 2, 2022
Si è espresso sulla questione persino il premier Mario Draghi che ieri sera, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ci è andato giĂą pesante: “Si è trattato di un comizio e non è granchĂ© professionalmente”.
Per me, da giornalista, è stato uno scoop, un’intervista che andava fatta senza alcun dubbio. Dall’inizio della guerra è la prima intervista di Lavrov a media europei e una rete italiana è stata in grado di far capire il pensiero di Putin al mondo.
Chi parla di filo-putinismo, complicitĂ al regime dittatoriale di Putin non ha capito bene – secondo me – qual è il lavoro di un giornalista. PerchĂ© invitare la controparte e fare sentire anche quella versione dei fatti rientra sicuramente nel ruolo che un bravo giornalista deve avere. Brindisi è stato accusato di dare voce ad un assassino, di non aver controbattuto alle oscenitĂ dette. Chi ha visto l’intervista, avrĂ notato che Lavrov per tutto il tempo ha letto dei fogli.
L’intervista era concordata e solo una persona totalmente in mala fede o ingenua poteva pensare che il numero 2 del Cremlino si sarebbe collegato in una trasmissione televisiva e avrebbe risposto a tutte le domande senza problemi. Le interviste le concordano anche i nostri amati politici, dai piĂą importanti a quelli di seconda fila, dunque di cosa ci sorprendiamo? Avete mai visto una conferenza stampa di Conte o di Draghi?
Proprio parlando del presidente del Consiglio, penso anche che la sua uscita di ieri sera alla giornalista dell’AdnKronos che gli chiedeva un parere sull’intervista a Lavrov, sia stata fuori luogo. Poteva semplicemente fermarsi prima al merito delle vergognose (anche questo va detto) risposte di Lavrov, invece ha tenuto a sottolineare la poca professionalitĂ di un giornalista e di una rete televisiva. Da un politico di quel calibro non mi sarei mai aspettata uno scivolone così evidente.Â

Detto ciò, comizio o intervista, l’intervista è stata molto utile per capire come ragionano i russi, per capire la loro strategia e il loro modo di fare propaganda. E sono certa che moltissimi telespettatori abbiano notato questo e non il presunto asservimento di Brindisi. Anche perchĂ© verrebbe da pensare che i nostri politici, che tanto hanno criticato Mediaset e Brindisi,  forse pensano che gli italiani siano tutti stupidi. Ma gli italiani non sono stupidi, non si bevono ogni tipo di informazione senza riuscire ad avere una mente critica. Non sono idioti. Pensare il contrario, non fa molto onore alla nostra classe politica.Â