L’AUTUNNO DI SERAFINA
Vedrai, Serafina tra le persiane malchiuse
di palazzi cementati, tra i lerci chiostri di spazi consueti
un reliquiario discorrere di ricordi nell’ora del dì più attesa:
non è che un accordare la terra all’iperbole del cielo
a quel dolce ritratto d’universo in cui cercare silenzio
e trovarlo soltanto tra i tocchi ingarbugliati di foglie franate lasciate
andare.
Fosti fatta se non per intendere la vita come un punto
di eterno ritorno alle cose passate, alle attenzioni pregresse
logorate infine dalle dimenticanze del tempo. Invero, mai
toccasti le altezze dei tuoi ripensamenti -rimpianti
caduchi- dove volgono i passi quando la desolazione t’avvinghia
perché a tradirti hanno infuocato ghiacciai le tue parole
e rovistato un passante travestito da Divinità. Di strappargli speravi
un poco di compassione o forse davvero una promessa di volto
ma sgarbato l’Autunno ti spara addosso e ti sferza soltanto
folate di vento.
di Enrichetta Glave, all rights reserved