La voce che ferrea martella
Non importa
quale piuma mi bussi ancora alla porta,
quale ennesima avanzi
calda di voce, gravida e tenue
tra i ruvidi scogli di squame e di arterie.
C’è un’onda che irrompe
feroce e superba
che ordina ai segni scavati sul viso
di ammutolirsi e stringersi i denti,
serrarsi le labbra in braccio alla sete.
Non sento le voci, alcuna parola
lente sparite, tenere braccia
e voci soffuse al chiaro di lume
al raro torpore e umile suono.
C’è un morso meccanico
in fondo allo sterno
che inchioda ad incastro sputi di orrore
ossei rifiuti e grezze indulgenze,
martella la voce sui pugni di legno,
la voce che ferrea martella.
Prova anche solo a bussarle alla porta,
di fiabe e intenzioni sacro e gentile,
prima di non percepirti più in seno alla Vita
La voce che ferrea martella.
di Bruna Piacentino, all rights reserved