La pittura dell’ottimismo di Marc Chagall

di Redazione The Freak

La pittura dell’ottimismo di Marc Chagall

di Redazione The Freak

La pittura dell’ottimismo di Marc Chagall

di Redazione The Freak

“Io sono nato morto”.

Chagall ripeteva spesso questa frase perché il giorno della sua nascita il suo villaggio subì un attacco antisemita dai cosacchi. Era il 1887 e gli ebrei avevano già una vita difficile.

Venivano emarginati agli angoli del pianeta ed anche lì subivano ghettizzazioni, discriminazioni e torture.

Una vita in fuga, quella di Marc Chagall. Durante la prima guerra mondiale, per sfuggire alle deportazioni, tutta la sua famiglia fu costretta a rifugiarsi in Francia, poi in Spagna ed infine in Portogallo.Yury_Pen_-_Portrait_of_Marc_Chagall

Siamo già nei primi anni ’20 del novecento ed ancora fatico a trovare un momento spensierato nella vita di quest’uomo. Ancora fatico a capire da dove vengano i sorrisi ed i volti distesi dei personaggi delle sue tele, da dove venga quel rosso vermiglio che talvolta li attornia e quei simboli di libertà che spesso l’artista ha inserito all’interno delle sue opere.

Eccola l’arte di Chagall, è tutta qui.

È nell’ottimismo inspiegabile che ha fatto impazzire tutti i critici d’arte. Nessuna definizione sembrava rendergli giustizia: surrealista ma non del tutto, avanguardista ma non del tutto, fauvista ma non del tutto.

Ci sono due elementi che però egli sposò pienamente e senza riserve: la fede e l’amore.

Così la speranza si fa largo prepotente tra la desolazione e la miseria di quegli anni di guerra. Ma non sono figure celesti quelle che salvano l’artista dall’oblio, bensì donne reali, donne della terra. A volte sono capaci di volare solo grazie alla loro capacità di astrazione rispetto alle brutture del mondo circostante e tirano per una mano il loro innamorato –che spesso rappresenta lo stesso artista- per portarlo via da quelle case scure e affastellate, dal quel grigiore storico senza variazioni. A volte i due fluttuano insieme circondati da figure capovolte : “Un uomo che cammina ha bisogno di rispecchiarsi in un suo simile al contrario per sottolineare il suo movimento” diceva l’artista.chagall

Ma questo modo di approcciarsi alla figura non riguarda solo fidanzati e sposi. Musicisti, rabbini, personaggi biblici: tutto il mondo di Chagall è fluttuante, distante, disorganizzato ma quanto mai armonico. La sua è una rivalsa sul dolore. È rispondere alla guerra e alle discriminazioni con una chiesa rosa pallido su uno sfondo spaventosamente scuro.

La pittura di Chagall è di una potenza inarrestabile proprio per questo: perché salva ciò che resta del mondo ed è incapace di arrendersi dinanzi al dispiacere.nozze chagall

Jacques Prevert diceva: “Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro che per dare l’esempio”.

Chagall è stato l’esempio più incisivo di un uomo che osa essere felice.

Di Adriana Lagioia

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