Raccontare la serata dei David di Donatello potrebbe essere semplice, se non avessi questa maledetta voglia di buttare sulla carta virtuale la bellezza di certe sensazioni che il nostro cinema ci ha concesso. Quindi permettetemi una breve fase romantica, e poi la cronaca sentita di certi vincitori, perchĂ© stasera non è andata in onda solo la 60esima edizione dello storico premio dell’accademia del Cinema Italiano, stasera lo schermo ha raccontato la storia di una staffetta, di un meraviglioso passaggio del testimone: tenero e commovente, giovane e rispettoso della grandezza passata –proviamo nostalgia quando siamo giovani e pensiamo al futuro quando diventiamo anziani. La giovinezza è uno stupore da cui non ci si riprende mai – ha detto Sorrentino parlando del film Youth (vincitore di due David di Donatello: miglior musicista e miglior canzone originale).
Stasera però la giovinezza aveva gli occhi fermi e liquidi di un cinema nuovo proiettato al futuro. Così ha preso forma nelle parole commosse dell’attrice Ilenia Pastorelli premiata come miglior attrice protagonista di Lo chiamavano Jeeg Robot, negli occhi emozionati dei giovanissimi Gabriele Mainetti e Luca Marinelli, miglior produttore e miglior attore non protagonista per lo stesso film, e nella voce appassionata di Matteo Garrone, miglior regista per il film Il racconto dei racconti che per certi versi ricordano le vittorie smodate di Mad Max qualche mese fa.
Sette statuette per Il racconto dei racconti e Lo chiamavano Jeeg Robot (con un immenso Claudio Santamaria come miglior attore protagonista).
La giovinezza è proprio uno stupore da cui non ci si riprende mai, soprattutto stasera.
E lo dimostra il premio assegnato al miglior film Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese, non il migliore della cinquina ma divertente e leggero in tutta la sua drammaticitĂ che riafferma, dopo anni, la commedia come genere lontano dalla comicitĂ ignorante.
Per guardare avanti però bisogna voltarsi anche indietro. E ricordare. Pif ci riesce benissimo buttando giù lacrime dal pubblico con l’omaggio al maestro Ettore Scola che – grazie ai suoi film ha reso l’Italia un Paese migliore.
E poi Tornatore e il Premio David Giovani per La corrispondenza, e le immagini di certi film, e Fuocoammare (non premiato nonostante la bellezza), e Caligari, e Servillo, e Sorrentino con i The Jackal, e Cattelan e la sua ironia autentica.
Il cinema italiano stasera c’ha regalato un sacco di statuette che hanno la forma della bellezza ritrovata.
di Natalina Rossi, all rights reserved