Di Costanzo e De Paolis, la giovane Italia a Cannes – III Parte

di Alessandra Carrillo

Di Costanzo e De Paolis, la giovane Italia a Cannes – III Parte

di Alessandra Carrillo

Di Costanzo e De Paolis, la giovane Italia a Cannes – III Parte

di Alessandra Carrillo

La giovane Italia tra politica e stato, società e status, religione e sentimenti

Terza parte: Di Costanzo e De Paolis a La Quinzaine des Réalisateurs di Cannes

Altra storia fortemente sociale, che racconta una comunità diversa, costituitasi attorno ad un’idea di isola di disintossicazione dalla camorra per i bambini, è L’Intrusa di Leonardo di Costanzo. Nel centro “la Masseria” di Napoli le mamme del quartiere ci portano i bambini per farli stare lontani dalla strada e dalle logiche mafiose: ma l’arrivo di Maria (Valeria Vannino) con due figli a seguito crea i presupposti per una disputa morale.

Cannes 3, l'intrusa

E’ moglie di un killer arrestato per l’omicidio di un innocente e chiede ospitalità a Giovanna (la coreografa e danzatrice Raffaella Giordano) fondatrice del centro. Può la colpa di un uomo ricadere sulla propria famiglia?

La ragazzina di dieci anni, figlia di Maria, seppur scontrosa, vuole integrarsi, vuole giocare, vuole ricevere attenzione. E nei suoi desideri che si legge quel dubbio etico sull’inclusione o esclusione: Giovanna, rigorosa nei confronti del bisogno, aspra e altera figura super partes da una parte, le mamme che vogliono la tranquillità per i propri figli dall’altra. E Maria, con i figli, che pretende sfacciata e istiga. Cosa resterà a quella ragazzina un po’ maschiaccio che impara la vita dalla strada? Restano le scatole di colore, i panni appesi ed i panini al cioccolato, tra menzogne per sopravvivere ed il peso del giudizio.

Cannes 3, cuori puri

Sempre con giovani protagonisti, seppur sopra la maggiore età, si chiude La Quinzaine italiana: Cuori Puri, di Roberto De Paolis, inizia con una rincorsa che è costata un posto di lavoro in cambio di un cuore puro, che si chiede se è disposto a rendere sacra la propria vita. E così Agnese (la brava Selene Caramazza al suo esordio cinematografico) e Stefano (Simone Liberati bravo anche lui in un ruolo a tutto tondo dopo Suburra e Il Permesso) si incontrano e scontrano nella periferia di Tor Sapienza, tra baci al sapore di gomme da masticare, bagni rubati al giorno ed ai sorrisi, e ci si chiede cosa significhi rimanere puri, cosa sia il valore della verginità ma anche della purezza che alla volte è anche  rigidità nel mettersi in contatto con il diverso.

In Agnese c’è il cattolicesimo che vive nel desiderio di restare puri fino al matrimonio (Cuori Puri è un’iniziativa in favore della castità che esiste davvero dal 2011), una madre un po’ rigida (Barbara Bobulova, fuggita poi per il red carpet in contemporanea di Après la guerre) ed una cerchia di amici provenienti solo dal mondo della chiesa cattolica, con un convinto ma mai estremo Don Luca (Stefano Fresi) che fa sorridere il pubblico e fa riflettere Agnese sul significato di perfezione: “Dobbiamo amarci così come siamo”. Ed ingenuamente la invita a fare piuttosto che ad accettare: e Agnese si ritrova a pulir via la sporcizia, perché tanto sarà la misericordia a pensare al resto.

Mentre lo Stefano di borgata si ritrova nella vita reale di un piatto di pasta mangiato per strada di fronte ad uno sfratto, un riluttante silenzio alle spalle, rappresaglie rom di fronte al parcheggio di cui è custode ed un amico spacciatore, Lele (Edoardo Pesce, già visto, da bandito a guardia, in Fortunata a Cannes) che lo trascina nella vita di strada.

Cannes 3, cuori puri, fresi
Stefano Fresi, Cuori puri

Due diversi, storia già affrontata nel contenuto in La ragazza del Mondo, di Marco Danieli, o nella forma e nelle immagini in Fiore di Claudio Giovannesi: Cuori Puri, d’ispirazione Dardenniana,

si immerge completamente nel mondo dei due ragazzi riportando a galla tutto il senso di umanità possibile ed aiuta il regista Roberto De Paolis, alla sua opera prima, come gli altri giovani italiani visti a Cannes, ad entrare in questo gruppo di giovani nuovi registi italiani che si fanno strada attraverso un cinema che racconta proprio questa giovane Italia, di ragazzi che crescono tra politica e stato, società e status, religione e sentimenti, e lo fanno attraverso questo occhio reale che si rispecchia nel cinema.

A Ciambra – La giovane Italia a Cannes, II parte

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