La città gela, il cinema riscalda

di Alessandra Carrillo

La città gela, il cinema riscalda

di Alessandra Carrillo

La città gela, il cinema riscalda

di Alessandra Carrillo

Dai film da recuperare prima della notte degli Oscar alle commedie italiane per ridere e riflettere

Con il freddo non c’è posto più bello per trascorrere la serata del cinema e – soprattutto mentre la notte degli Oscar si avvicina (domenica prossima in contemporanea al nostro spoglio elettorale) – fa comodo recuperare qualche film come La Forma dell’Acqua e Tre Manifesti a Ebbing di cui già vi abbiamo parlato dopo Venezia. Immensamente belli e meritevoli delle attenzioni dell’establishment.

Seguono Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino e Il Filo Nascosto di Paul Thomas Anderson, film di rara bellezza (da guardare in versione originale!), che raccontano le relazioni, uno nella purezza adolescenziale, l’altro nella ricerca di attenzioni, nella sfida quotidiana di un gioco sadico raccontato attraverso gli odori, i rumori della colazione e quelle immagini che regalano una fotografia disegnata di un quadro di fine ottocento tra vestiti e segreti nascosti in un’omelette.

In attesa di vedere Lady Bird (uscito ieri) con l’unica regista donna candidata alla statuetta (Greta Gerwig), c’è poi anche Figlia Mia di Laura Bispuri che arriva al cinema direttamente dal Festival di Berlino con una storia di donne in filigrana, nella paglia di una Sardegna profonda che restituisce la veracità di una maternità casuale, disperata, voluta o sfruttata delle brave Valeria Golino e Alba Rohrwacher.

Per chi preferisce la commedia al cinema per restare in tema hollywoodiano c’è The Disaster Artist di James Franco, film particolare tratto dall’omonimo libro che racconta la tragicomica storia di Tommy Wiseau, un regista indipendente che sul serio nel 2003 spese 6 milioni di dollari per uno dei peggiori film mai realizzati “The Room”, ma lo fece seguendo il suo sogno. Esilarante.

Per chiudere in bellezza ci sono le commedie di casa nostra che trattano temi su cui riflettere ma attraverso una comicità che funziona:

Sconnessi di Christian Marazziti con Fabrizio Bentivoglio, Carolina Crescentini, Stefano Fresi, Ricky Memphis, Antonia Liskova, Eugenio Franceschini, Giulia Elettra Gorietti, Benedetta Porcaroli e Lorenzo Zurzolo.

Commedia divertente e amara sull’uso e l’abuso dei social e sulle vite parallele che si incrociano una volta sconnessi, dove i protagonisti si ritrovano chiusi in uno chalet di montagna a confrontarsi con le proprie verità ed insicurezze, chissà se pronti o meno al reset.

Puoi baciare lo sposo di Alessandro Genovesi con Diego Abatantuono, Monica Guerritore, Salvatore Esposito, Cristiano Caccamo, Dino Abbrescia, Diana Del Bufalo, Beatrice Arnera, Antonio Catania, Rosaria D’Urso e la partecipazione di Enzo Miccio.

Dino Abbrescia ci racconta il suo personaggio alla ricerca di se stesso in una Berlino alternativa e libera dove conoscerà la giovane coppia gay di Antonio e Paolo e l’amica Benedetta che si avventureranno in un viaggio nella bellissima città che muore di Civita di Bagnoregio: lì affronteranno i titani dei genitori di Antonio, in uno scontro per l’accettazione tra gli imbarazzi dei luoghi comuni e l’abbattimento delle paure attraverso la conoscenza. Un film sostenuto da Diversity (associazione che si occupa della rappresentazione responsabile delle persone LGBTI) che affronta attraverso la comicità il tema delle unioni civili ma che parla a tutti.

Più amaro, invece, il racconto di Gabriele Muccino A Casa tutti bene, con Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Christian Marconcini, Elena Minichiello, Renato Raimondi, Elena Rapisarda, Elisa Visari.

Tanti nomi e tante storie bloccate su un’isola, racconti di relazioni urlate e nascoste, tentativi di onestà, l’adolescenza che scappa via, i tradimenti come schiaffi violenti nella tormenta che non fa ripartire le imbarcazioni da Ischia, piani sequenza lunghi e frenetici che accolgono il malore di solitudini che si scontrano in una ricerca di un’improbabile serenità. La rivelazione su una terrazza illuminata ed in quei primi venti minuti di sincerità che rimbalzano alla fine in un messaggio senza coraggio, in un bisogno dell’altro, non in quanto altro ma in quanto desiderio, stabilità, integrità, passione, rifugio, casa. E così, amaro: a casa tutti bene.

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