Italia-Corea 1-2, è sempre colpa di Byron Moreno

di Pietro Maria Sabella

Italia-Corea 1-2, è sempre colpa di Byron Moreno

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Italia-Corea 1-2, è sempre colpa di Byron Moreno

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Guardo le immagini dell’espulsione di Totti al mondiale del 2002, durante gli ottavi di finale contro la Corea del Sud, e la sensazione di smarrimento provocata da quel cartellino rosso è assimilabile perfettamente a quella odierna. Ed il pugno sul plexiglass della panchina da parte di Trapattoni è esattamente la stessa reazione che mi sovviene quando leggo che al Parlamento Europeo alcuni partiti si dividono sul Mes e altri votano contro l’approvazione degli Eurobond. Nella mischia e nella foga del campo non si capisce molto. Le squadre sono allungate, si fatica a trovare la porta e il gol. Esattamente come oggi. Manca un disegno, una visione. Mentre i giocatori danno tutto, si spendono oltre i crampi, oltre il tifo irriverente degli spalti, oltre la sopportazione forzata dell’isolamento nelle case, decine di opinionisti televisivi, qualificati e non, intasano le nostre vite sul futuro del nostro Paese e del mondo, declamando visioni più o meno apocalittiche su cosa sarà della nostra società nei mesi a seguire. Centinaia di persone muoiono ogni giorno, molte di queste provengono dalle RSA, molte altre dalle case nelle quali sono rimaste decine di giorni senza un tampone. E noi non sappiamo cosa sarà della Fase 2, se vivremo con dignità o se saremo schedati con App misericordiose. La politica demanda agli arbitri-tecnici e alla visuale del quarto uomo ai bordi del campo.E nella ressa del centrocampo, dove la palla passa da una squadra all’altra, nella fatica immane dei supplementari, rimane la totale desolazione, l’arrogante sicurezza di pensare che tanto passeremo il turno, andremo ai quarti di finale e, di certo, vinceremo il Mondiale. Ma la sorte è scritta, o quasi. La Corea vincerà, in fondo è il Paese che ospita quei mondiali. E’ la prima volta che arriva a un traguardo così importante a livello internazionale e non possiamo permetterci di far vincere l’Italia. Deve perdere. E per farci perdere arriva il glorioso Byron Moreno, che oggi vorremmo assimilare alla Merkel o alla Lagarde. Tuttavia, a guardarlo bene, ha il volto della propaganda nostrana che alza cartellini gialli e rossi senza argomentare, senza sostegni di sorta. Blatera, redarguisce, anela sondaggi e sostegno dai tifosi. E il tifo assordante e massificato riduce al silenzio ogni parola contraria. Ogni visione o declinazione politica viene spenta e tacciata di infondatezza. Moreno sta lì con il suo braccio alzato, nella classica forma tracagnotta del potere che non sa potere. Denuncia, tiene in casa, non sa cosa fare con le fabbriche e con le famiglie a reddito zero. Ricava, togliendo agli stessi che han dato, con il mento all’insù e con i pantaloncini che si sbracano sui fianchi, con le gambe abbastanza ciotte da non consentire di seguire l’azione in area di rigore, da doverla giudicare da lontano. Totti deve lasciare il campo, senza motivo, per una falsa simulazione, come una falsa ripartenza. Voleva il ritorno alla normalità ma gli è stato detto di no. Dovrà restare a casa, senza libertà, senza lavoro e senza nuovi posti letto in terapia intensiva.Non protesta, tiene lo sguardo basso, consapevole che quell’ingiustizia verrà notata da tutti e che quei tutti faranno qualcosa per evitarla. Di botto, però, si scopre che la maggioranza indossa la tutina della Corea, di italiani ce ne son pochi a urlare contro l’efferata arroganza di quell’ingiustizia. Dalle case, dai divani, ci scuotiamo, tremuli, ma senza poter far nulla, osserviamo le nostre speranze uscire dai Parlamenti e dagli ospedali; le consegnamo solo al fato, sperando che sia clemente. Ma noi siamo come Tommasi, che segna in fuorigioco. La vittoria è nulla, né libertà, né lavoro, né salute. L’unico lavoro che si richiede a gran voce è quello dei migranti irregolari nei nostri campi che abbiamo appestato nei mesi precedenti con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra pancia sazia. E la beffa è dietro l’angolo. Pochi minuti e Ahn porta in vantaggio la Corea. E’ finita: né Mes, né Eurobond, né un cavolo di niente. Tutti a casa, si rimane sui divani ad attendere il prossimo DPCM a reti unite che ci dirà che #andràtuttobene. E che è sempre colpa di Byron Moreno.

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