UNA DOMENICA QUALUNQUE ovvero storie di Balconi, Arte e denunce

di Leonardo Gallato

UNA DOMENICA QUALUNQUE ovvero storie di Balconi, Arte e denunce

di Leonardo Gallato

UNA DOMENICA QUALUNQUE ovvero storie di Balconi, Arte e denunce

di Leonardo Gallato

 Intervista al Concertino dal Balconcino di Torino.

Torino. Una domenica qualunque. Magari con un po’ di immaginazione riuscite a scorgere un flebilissimo sole che dà un minimo di colore al freddo pungente di questi giorni. Decidete di uscire, di fare una passeggiata. Torino è elegante, sa portare con dignità la melaconica sabaudità che le appartiene nel nostro immaginario. Da Piazza Castello vi incamminate in Via Garibaldi, affollatissima in questo giorno della settimana. Forse di gente ce n’è davvero troppa, e vi immettete in alcune stradine laterali, per godervi la città un po’ in solitudine. Ad un tratto si sente una musica, delle voci, poi degli applausi. Non capite, sembra un concerto, un comizio, uno spettacolo teatrale… forse tutti e tre? Non si capisce. Vi affrettate allora verso il portone di Via Mercanti 3, nella contrada dei Guardinfanti, per capire di che si tratta. Entrate dentro e nel cortile interno di un complesso condominiale si affolla una gran massa di spettatori, con gli occhi in su, fissi a guardare un balconcino adibito a palcoscenico. È il Concertino dal Balconcino.

È questo quello che Daria Spada e Maksim Cristan fanno ormai da sei anni: suonano per un’ora, dalle 17:00 alle 18:00 di ogni domenica, dal balconcino di casa propria. Ma non tengono questo spazio inusuale solo per sé. In sei anni hanno ospitato centinaia e centinaia di musicisti, poeti, attori, scrittori. Da sei anni aprono la loro casa all’arte e il loro cortile al pubblico. Da sei anni creano comunità, creano aggregazione, creano uno spazio di libertà. Di libertà creativa. L’arte che chiama l’arte. L’arte che vive per sé stessa, senza scendere a compromessi. E un pubblico che la sostiene  gratuitamente quest’arte che si dona, in modo totalmente gratuito.

In un centro storico di Torino riempito solo dal vociare sommesso e anonimo delle persone che passeggiano per le grandi vie dello shopping, questa sembra già una grandissima rivoluzione.

Solo che c’è a chi il Balconcino proprio non va giù. I vicini, direte voi. Ma ad una prima impressione i vicini sembrano essere dalla sua parte. Dai balconi adiacenti la gente si affaccia, assiste al concerto. Ci sono addirittura attività di affittacamere che si pubblicizzano offrendo stanze con vista concerto la domenica. E allora chi sarà mai il nemico del Balconcino? Il mostro a più teste (quante? una, due, tre?) portatore annoso di multe e, dulcis in fundo, di un avviso di garanzia degno dei peggiori criminali?

Io il Balconcino lo conosco bene e sono andato a scambiare due chiacchiere con Daria e Maksim.

Mi accolgono con uno, due, tre, quattr… si insomma degli ottimi bicchieri di Primitivo di Manduria (Daria è pugliese, Maksim istriano). Ci mettiamo subito a chiacchierare.

Dopo le innumerevoli multe, dopo gli avvisi di garanzia accennato pocanzi, dopo la multa per infrazione al codice stradale nella seconda via pedonale più lunga d’Europa (Via Garibaldi, in cui i due avevano piazzato un banchetto per raccogliere firme a sostegno del balconcino), è di questi giorni la notizia della bocciatura del ricorso contro una megamulta di 1042 euro di qualche anno fa per superamento dei decibel consentiti.

Proviamo a fare un po’ d’ordine. La multa risale al novembre 2014, notificata qualche mese dopo, nel 2015. Voglio vederci più chiaro in questa faccenda e Maksim comincia a ricostruire la storia.

M: «Tutto comincia da una nostra protesta nei confronti dell’amministratore per delle questioni poco chiare riguardanti l’amministrazione del condominio. Finita l’assemblea, l’amministratore inizia i suoi attacchi per farci smettere di cantare, volenti o nolenti, benché fino a quel punto tutti i condomini simpatizzassero per questa nostra iniziativa, un po’ folle certo, ma molto rispettosa. Questo amministratore gestisce un gran numero di stabili qui in centro a Torino, ed ha ovviamente un potere non indifferente.

L’assemblea condominiale non ha mai votato contro il Concertino. Nonostante questo l’amministratore si rivolge ad uno studio legale. Fa degli esposti contro di noi (falsificandoli), dicendo che la maggior parte dei condomini fosse contro l’iniziativa. In realtà riuscirà a coinvolgere solo un paio di persone.

Comincia una serie di azioni contro di noi: una mattina in nostra assenza viene e lascia dei cartelli stradali con la scritta “vietato l’accesso” (ma un amministratore non può essere in possesso di certi cartelli.. chi glieli avrà dati?); un’altra volta alle nove di sera viene sotto il nostro balcone in compagnia del caposcala con due bastoni, e danneggiano il balcone da sotto, facendo cadere dei calcinacci. Dopodiché l’amministratore chiama la sovrintendenza comunale, i vigili del fuoco e i vigili urbani per avvisarli che il balcone da cui cantiamo sta venendo giù. Noi eravamo in casa ma solo in quel momento ci siamo accorti di quello che stava accadendo. Noi che eravamo in casa non siamo stati avvisati, mentre è stata sua premura allertare tutte le forze dell’ordine. Ha preso in mano la situazione a quel punto il sovrintendente capo Lo Martire. Capisce che c’è qualcosa che non va, perciò chiama i vigili del fuoco e li ferma a metà strada e fa tornare a casa le altre forze già intervenute sul posto. Il sovrintendente sale in casa con noi e fa una perizia sommaria del balcone. Ci dice che il nostro balcone è stato costruito vent’anni dopo tutti gli altri, che tutti gli altri sono messi molto peggio. Ma la cosa più divertente è questa: ci dice che in trent’anni di carriera, quando crollavano i palazzi in Barriera di Milano, lo chiamavano solo l’indomani mattina per informarlo dell’accaduto e che mai gli fosse capitato di essere chiamato con così tanta urgenza alle dieci di sera per vedere due briciole cadere. Allora ci mette in guardia: c’è un qualche meccanismo strano, qualcuno che tira le fila da dietro e che, si capisce, non si fermerà.

Passa un mese e ci arriva l’ordinanza di messa a norma del balcone (che, ripeto, era in condizioni migliori degli altri). Il costo della messa in sicurezza è stato di 11000 euro. Dopo mesi e mesi di lotta tra avvocati e architetti dalla nostra parte, alla fine il cultore e sostenitore architetto Adorno ci viene in aiuto e mette a norma il balcone (a sue spese; ancora oggi lui e i suoi operai aspettano che il conto venga saldato).

Da questo momento in poi scatta l’obbligo d’ufficio e l’amministratore non dovrà più sforzarsi. La macchina è avviata. La polizia giudiziaria, avendo gli esposti che l’amministratore aveva fatto, comincia i suoi controlli nel giro di un anno, coinvolgendo uno dei due vicini di casa a noi avversi. Impiantano in casa di questo signore delle apparecchiature prese in affitto dall’ARPA per fare dei rilevamenti sui decibel e…

Cioè, un attimo, scusate: hanno addirittura scomodato l’ARPA, preso in affitto delle apparecchiature, impiegato forze di polizia… Il Balconcino creerà forse dissenso ma non si potrà mai dire che non crei occupazione e posti di lavoro… no? [ridono entrambi]

Cosa è venuto fuori quindi da questi rilevamenti?

M: partiamo dal fatto che hanno cominciato a rilevare dalle 15:00 del pomeriggio, orario in cui ancora in cortile o sul balconcino non c’è alcuna attività. I rilievi sforano il limite di decibel consentito prorio a partire da quest’ora, perché viviamo in centro, in una zona affollata e rumorosa. I decibel sono oltre il limite in tutta la rilevazione, che andava dalle 15:00 alle 18:30. Il picco di sforamento è comunque tra le 17:00 e le 18:00 ed è dovuto, tra le altre cose, agli applausi del pubblico, come si legge dal verbale. La multa ovviamente è intestata a Daria Spada, che in quest’ora ha cantato solo per un quarto d’ora. Dopodiché la polizia giudiziaria porta questo fascicolo ad un giudice. Il giudice manda degli avvisi di garanzia, che sono ovviamente arrivati. Siamo adesso in attesa di sapere se saremo processati o meno.

Qual è stato il ruolo dell’amministratore quindi in questa azione giudiziaria contro di voi?

M: Diciamo che lui è riuscito nel suo intento. Ad un certo punto la situazione è uscita dalle mani dell’amministratore. Lui non ha fatto altro che innescare una macchina, quella degli obblighi d’ufficio, per cui l’indagine ora va avanti anche senza il suo apporto. Solo perché deve andare avanti. Nel frattempo si sono aggiunti tra i proprietari nuovi sostenitori (anche i due condomini che si opponevano se ne sono andati dallo stabile). Se organizzassimo una nuova assemblea e si votasse di nuovo tutti insieme a favore o meno del balconcino, credo che non troveremmo alcuna resistenza, anzi.

So che anche il Comune, a questo punto, si è fatto vivo. Le istituzioni non possono ovviamente interferire con la Giustizia, ma avete ricevuto solidarietà? Cosa vi è stato detto?

M: Abbiamo incontrato proprio in questi giorni l’Assessore alla cultura e il coordinatore delle segreterie della giunta comunale Appendino, i quali hanno non solo riconosciuto il valore culturale del Balconcino, ma si sono anche detti perplessi di tanto accanimento nei nostri confronti.

La giunta Appendino è la prima giunta che vi ascolta?

M: Per quattro anni abbiamo cercato un dialogo con la giunta Fassino. Abbiamo raccolto 1000 firme in soli tre giorni per salvare il Balconcino, immediatamente depositate, ma niente. Mai mezza parola.

Dopo si insedia la giunta 5stelle. L’assessore alla cultura ci invita, riconosce il nostro valore culturale e ci chiede di raccontare la nostra storia. Ma dopo ciò non è cambiato nulla. Anzi, in consiglio comunale un esponente della Lega ha mosso anche delle accuse gravi nei confronti del Balconcino, e nessuno del Consiglio ci ha difeso.

L’accanimento è continuato. E gli uomini della giunta sono stati inaccessibili fino a qualche giorno fa, quando ci hanno invitato di nuovo. Noi siamo andati e abbiamo presentato una richiesta di riconoscimento ufficiale dal Comune. L’assessore si è detta promotrice di questa richiesta, accolta con favore, ed è stata trasmessa alla sindaca per procedere ad un iter particolare per il riconscimento. Nel frattempo però ci arriva la riconferma della supermulta.

Dopo anni di lotte questa multa riuscirà a fermare il Balconcino?

D: tutto quello che facciamo è coerente con la nostra idea di arte e libertà. Fermarci per una multa non è assolutamente concepibile. Noi vogliamo che le istituzioni facciano la loro parte (una sorta di mediazione dal Comune). Un artista in un condominio è un valore. Come se nel condominio abitasse e operasse un dentista, un professionista qualunque. La gente che ha scelto di vivere qui ultimamente lo ha fatto consapevolmente, sapendo di poter vivere un’ora alla settimana di bellezza.

Il Balconcino è scomodo solo a chi avrebbe dovuto fare le veci di tutti e invece sta portando avanti una battaglia personale. Ma qui si fa cultura, e ne siamo convinti.

Abbiamo parlato della storia dei problemi del Balconcino, ma il Balconcino non è solo multe o problemi. Parliamo adesso della storia del Balconcino. Da dove è nata quest’idea di suonare dal vostro balcone?

M: ci siamo interrogati sul ruolo che abbiamo in quanto artisti urbani nella nostra città (o meglio la città in cui abbiamo scelto di abitare). Il Balconcino è il risultato di una riflessione sul significato dell’Arte, e riguardo a chi quest’ultima la fa o la riceve. Noi siamo musicisti, ed abbiamo l’esigenza di esibirci. Volevamo dare qualcosa (la nostra musica, la nostra arte) e avere qualcosa in cambio (l’apprezzamento di un pubblico). L’arte, la musica, hanno bisogno di un pubblico. Noi lo abbiamo creato. Prima entravano solo pochi curiosi in cortile, poi quelle poche persone sono diventate una folla. Siamo orgogliosi di quello che facciamo. Ci vuole coraggio per iniziare qualcosa. Noi abbiamo iniziato a creare un palco alternativo, fuori da ogni logica, da ogni schema, da ogni servilismo. E la musica che facciamo è nostra, e di nessun altro. Lo sai bene, conosci bene il Balconcino: gli applausi qui, ogni domenica, scrosciano ininterrotti per un’ora.

E di questo io sono un testimone oculare (per continuare a parlare in termini, per così dire, giuridici). Ma è anche da questa visione dell’arte che nasce l’idea di una petizione in seguito all’avviso di garanzia, o sbaglio?

D: Sì. La petizione verteva proprio sul riconoscimento, da parte del Comune, del diritto di ogni artista ad esercitare la propria arte in piena libertà, per un’ora alla settimana dal proprio balcone, in piena conformità con il regolamento condominiale. Torino ha già fatto dei passi in avanti in questi ambiti. Ha ad esempio riconosciuto ai bambini il diritto di poter giocare nei cortili dei condomini. Nessuno ormai potrà vietarlo attraverso un regolamento condominiale. Allo stesso modo il diritto di un artista ad esibirsi per un’ora alla settimana dal proprio balcone deve essere riconosciuto.

M: ma mentre stavamo raccogliendo le firme in Via Garibaldi alcune forze dell’ordine in borghese ci hanno sgomberato dopo mezz’ora perché ci hanno detto che facevamo politica. Ci hanno detto che se avessimo suonato non ci avrebbero fatto niente, ma dato che stavamo raccogliendo delle firme e che, a detta loro, stavamo facendo politica, allora avremmo dovuto beccarci la multa. E ridevano. Ci hanno intimato di seguirli, e ci hanno circondati.

In tutte queste lotte, non siete però da soli. Ogni domenica avete il sostegno di artisti di ogni sorta e un pubblico sempre più nutrito. Oltre a loro chi vorreste ringraziare?

D: Il primo pensiero va ovviamente a Valentina Colletta, l’avvocatessa del legal team dei No Tav. È stata lei a sposare subito la causa. Certo questa è forse la causa meno importante per la quale si batte, ma avere una personalità come la sua dalla nostra parte  fa sicuramente la differenza, oltre a renderci orgogliosi.

Il sostegno poi, come hai già detto tu, lo vediamo ogni domenica. È sempre pieno, di gente comune e di artisti. E abbiamo il sostegno anche di tanti sindaci di tutta Italia.

E adesso anche il sostegno degli amici di TheFreak. Tutti noi auguriamo lunga vita al Balconcino. Possa nascere un Balconcino in ogni città d’Italia.

Grazie Maksim, grazie Daria per il vostro impegno e il vostro coraggio. Per dimostrarci ogni domenica che si può creare qualcosa anche dal basso, spontaneamente. Che si può creare una propria Bellezza con piccoli gesti: anche affacciandosi con una chitarra sul proprio balcone di casa.

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