In tre per un posto: tutto pronto per le primarie del Pd

di Giovanni Sofia

In tre per un posto: tutto pronto per le primarie del Pd

di Giovanni Sofia

In tre per un posto: tutto pronto per le primarie del Pd

di Giovanni Sofia

Domenica 3 marzo in tutta Italia si voterà per il candidato al ruolo di segretario. In lizza Zingaretti, Martina e Giachetti.  

La corsa alla carica di segretario del Partito Democratico è di colpo tornata d’attualità. La crisi di consenso intorno al Movimento Cinque Stelle, certificata dalle recenti tornate elettorali in Abruzzo e Sardegna, ha riacceso l’interesse sul centrosinistra, che si prepara ad eleggere il proprio numero uno.

Nicola Zingaretti
, Maurizio Martina e Roberto Giachetti (che partecipa insieme ad Anna Ascani) ognuno con il suo carico di proposte e idee, uniti nella convinzione di essere i cavalli giusti dai quali ripartire. Domenica 3 marzo, nei gazebi disseminati in giro per l’Italia, saranno i cittadini a decidere e di fronte alla loro volontà poco si potrà opporre.

Il Presidente della Regione Lazio, più degli sfidanti, ha mostrato di volersi distaccare da un’idea di schieramento apparsa troppo distante dalle connotazioni che tradizionalmente si richiedono alla sinistra. Le critiche, mosse in numerose occasioni verso l’operato dell’ultimo governo di marca democratica, confermano questa tendenza e, alla lunga, potrebbero risultare decisive nella gara alla poltrona più prestigiosa. L’obiettivo è ricucire lo strappo con chi, deluso da atteggiamenti nei quali poco si è ritrovato, ha finito per dirottare le preferenze verso l’odierna maggioranza giallo-verde. Incassato il sostegno di Paolo Gentiloni, Zingaretti deve fare, invece, i conti con la questione bot: una serie di account falsi comparsi sui social che, sminuendo gli avversari, ne pubblicizzavano la candidatura.

Dalla parte opposta, Roberto Giachetti – strenuo difensore dell’esecutivo scorso e di Matteo Renzi – appare la longa manus dell’ex Premier, sebbene lui non perda occasione per smentire un simile ruolo. Aldilà della guida, il mantra da cui non si prescinde è: «Nessun accordo con i M5s», come ha dichiarato di recente a Repubblica.

Tra i due contendenti, esattamente nel mezzo, c’è Maurizio Martina, reggente ad interim del Pd dopo il passo indietro fatto da Renzi. Un mix di rottura e continuità.

Sotto il profilo organizzativo, in piazza sono attese un milione di persone. Ancora qualche ora e sapremo se le stime saranno realistiche.

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