IN GUERRA PER AMORE: PIF RACCONTA LA SICILIA DA LIBERARE

di Aretina Bellizzi

IN GUERRA PER AMORE: PIF RACCONTA LA SICILIA DA LIBERARE

di Aretina Bellizzi

IN GUERRA PER AMORE: PIF RACCONTA LA SICILIA DA LIBERARE

di Aretina Bellizzi

Non è una ‘storia semplice’ quella che Pif racconta nel suo ultimo film, In guerra per amore. In questo ideale prequel di La mafia uccide solo d’estate, opera prima che aveva avuto grande successo di critica e pubblico, Pif torna ad essere Arturo. Torna a raccontare la grande Storia, quella dello sbarco degli americani in Sicilia e insieme a questa una storia piccola, individuale, quella di un siciliano divenuto americano che per sposare Flora (una brava Miriam Leone) di cui si è innamorato, è disposto a tutto. Torna a guardare con gli occhi grandi di un bambino, a rendere semplici anche le cose più complicate: la mafia, l’amore, la guerra, per citare, in ordine sparso, solo alcuni dei grandi temi che affronta, solo alcune delle esperienze che gli permetteranno di mettere su quegli occhi da bambino le lenti dell’adulto. Perché di essere un fanciullino Arturo non si scorda neppure dopo che la realtà con la sua forza lo ha sconvolto. Sempre con misura senza intaccare il mondo fatato in cui comunque continua a vivere. Sia nel ruolo di regista che in quello di attore protagonista, Pif è bravo nel variare i toni, nel mostrare la guerra nella sua crudeltà e nella sua miseria senza eccedere mai, senza abbandonare mai la levità che lo contraddistingue, lo caratterizza e rende unico il suo stile.in-guerra-per-amore-pif

E così il ritorno in Sicilia diventa un planare leggeri in groppa ad un asino per finire non si sa bene dove, non si sa bene a fare cosa. Eppure questa sua levità, questo suo vedere tutto in modo semplice ed elementare (che non è mai banale) gli permetterà di comprendere il cuore sacro e antico della Sicilia, di penetrarlo nel profondo senza profanarlo. La sua ingenuità gli consentirà di vivere in armonia con un mondo che è rimasto bambino, che non ha avuto modo di crescere, soffocato dalle invasioni e da padri che sono stati padrini e padroni. Che hanno distrutto quello che promettevano di conservare quando, dopo le bombe, dopo gli americani, a impossessarsi nuovamente e definitivamente di questa terra, bella e perduta, sono arrivati loro. guerra per amore
Il film non sarà un capolavoro ma è un lavoro importante, godibile dall’inizio alla fine. Pif, che non vuole essere né Risi né Rosi, ma dedica il film a Scola, raccoglie la tradizione della migliore commedia all’italiana e la fa sua. La adatta a tempi e linguaggi nuovi, immaginando di rivolgersi innanzitutto a chi quei fatti non li ha vissuti, a chi conosce lo sbarco degli alleati in Sicilia solo attraverso i manuali scolastici. A chi conosce la storia parzialmente e dimentica che il momento della liberazione è diventato per la Sicilia quello di una nuova occupazione. Dopo la dittatura e la guerra, la democrazia che gli americani hanno portato in Sicilia ha vestito i panni della mafia, l’ha ripulita, l’ha legittimata, dandogli nuova forza e vigore. Dunque, ancora una volta è cambiato tutto, perché tutto rimanesse com’era. Arturo, intanto, ora che può sposare Flora, continua ad aspettare che la sua Sicilia, terra di passaggi e invasioni, di conquiste e mutazioni, che è sopravvissuta a tutto e nonostante tutto, si liberi di quella mala pianta che ha attecchito con radici profonde ma non inestirpabili.

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