In Calzoleria con i Jonny Blitz

di Elisabetta Rapisarda

In Calzoleria con i Jonny Blitz

di Elisabetta Rapisarda

In Calzoleria con i Jonny Blitz

di Elisabetta Rapisarda

Musica per chi l’ascolta la prima volta

Lo chiamano errore del mi minore. “È l’errore di quando cerchi la soluzione scontata, tipo la rima cuore-amore”, come far tornare la melodia di una canzone con l’accordo più banale, il mi minore. Ma a pensarci bene, spesso, la semplicità non è altro che il valore aggiunto delle cose già belle. Questo lo condividono in pieno i Jonny Blitz, Marco Santoro (voce e chitarra), Pasquale Leonardi (chitarra), Lorenzo Tari Capone (batteria) e Michele Palazzo (basso), che Sabato 21 settembre erano in concerto nel locale romano La Calzoleria e ci hanno parlato del loro primo album, uscito questo luglio, dal titolo “Musica per chi l’ascolta la prima volta”.

Un sound fatto di confidenze per una musica che suona al ritmo della spontaneità, quella di chi per la prima volta presenta il proprio lavoro a chi  per la prima volta lo ascolta.

Immediatezza e trasparenza sono la cosa che forse manca di più nel panorama musicale dei gruppi emergenti e i Jonny Blitz ci offrono il piatto del giorno che è esattamente come lo vedi, per nulla artefatto e che proprio per questo ci piace di più. Jonny Blitz in questo caso non è  un omaggio al batterista dei Dead Boys ma al cane a cui i membri del gruppo sono particolarmente affezionati, una sorta di presa di coscienza del valore dell’istintività. Ma sappiamo bene che l’immediatezza, se priva di un buon sostrato,  non va da nessuna parte e, anche in questo, i Jonny Blitz sembrano aver trovato un’ottima soluzione di compromesso. “Ci infastidiamo a vicenda durante le prove, abbiamo queste idee in sala che vagano, ogni tanto rispuntano fuori e quando è il loro momento diventano canzoni”. Le sperimentazioni infatti ci sono, ogni pezzo rispecchia i differenti gusti musicali dei vari componenti, elementi di rock, pop, elettronica e jazz confluiscono in melodie orecchiabili, articolate ma fluide al tempo stesso e, spaziando tra sonorità diverse, “riusciamo a fare la musica che ci piacerebbe ascoltare”. Il tutto è rigorosamente accompagnato da testi in italiano, perché sono convinti della validità della nostra lingua dal punto di vista musicale e sicuramente perché è il modo più diretto per arrivare al loro pubblico.

Tratto caratteristico: l’entusiasmo. Un entusiasmo che però non scade mai in momentanea e casuale euforia. Si tratta infatti di un album che decide di avere tutti i lineamenti di una prima produzione, dal titolo, al numero dei brani, ai concetti che racchiude. E questo perché “il primo album deve essere un assaggio, un biglietto da visita”. Anche se in cantiere c’è già un lavoro più sperimentale dalle sonorità più aggressive, i Jonny Blitz scelgono di non abbandonare, riarrangiati,  i loro primi pezzi, “Trastevere”, “Estate”, “Jago” e “Isola”. “Abbiamo registrato un ep alcuni anni fa quindi abbiamo deciso di registrare quei brani in maniera professionale e di inserirne dei nuovi.”

Foto a cura di Stefania Piccolo per The Freak

Così da “Tarli”, pezzo di apertura che rappresenta l’inusuale sfogo di una persona ad un albero, si passa a  “Perlomeno”, il pezzo più rock ma attualmente eseguito live in versione swing, inno alla libertà di fare tutto quello che si vuole. “Tzunami” è la canzone di un amore fatto di ricordi e “LondonCalling” l’emozionante atmosfera della partenza più attesa. Tutto gravita attorno a “Centro”, che è l’amore per la musica, ma la musica come intendono loro, quella le cui note ci ricordano di essere come veramente si è. Perché i Jonny Blitz ci raccontano storie vere che riaffiorano nella memoria, storie di pianti di felicità, di sorrisi che fermano il tempo, delle eterne domeniche d’agosto. Con mani fatte di rock’n’roll sono capaci di riprodurre il rumore di chi scivola via dal cuore e cantando confidenze, lasciano sovrastrutture e formalismi a chi non vuol capire che il bello della musica, come della vita in fondo, è  di essere fatta di prime volte.

A cura di Elisabetta Rapisarda

La Calzoleria

La Calzoleria apre il portoncino di via Prenestina 28 a The Freak. Il luogo dove per anni ha vissuto e lavorato uno dei migliori calzolai di Roma, da aprile 2012 si è trasformato in un Circolo di promozione sociale. Un ambiente dal gusto retrò ma che ospita l’arte in tutte le sue forme, un luogo in cui assistere a rassegne di musica accompagnate da esposizioni di artisti emergenti, assaggiando birra o degustando del buon vino. Ma soprattutto, una volta aperto il portoncino, La Calzoleria si presenta da sola perché “ogni scarpa è una camminata, ogni camminata una diversa concezione del mondo”.

Pagina facebook la Calzoleria

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