IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA (CON)DIVISA – Volontari del Baobab si oppongono alla chiusura del centro

di Sabrina Cicala

IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA (CON)DIVISA – Volontari del Baobab si oppongono alla chiusura del centro

di Sabrina Cicala

IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA (CON)DIVISA – Volontari del Baobab si oppongono alla chiusura del centro

di Sabrina Cicala

In via Cupa sono passate più di 25.000 storie tra Maggio e Luglio, più quelle dei volontari che ricevono i migranti in arrivo dalle terre africane. È la prima cosa che impari, nel centro Baobab: la reciprocità dell’accoglienza.

Dopo la chiusura della tensostruttura di Tormarancia ad Ostiense e lo sgombero dell’accampamento di Ponte Mammolo, il coordinamento dei volontari ha garantito assistenza medica e legale, distribuito cibo e capi di abbigliamento a chi fa tappa temporanea a Roma, prima di partire per altre mete europee.

Lo ha fatto gratuitamente, perché, da Aprile, il Comune di Roma, che fino a quel momento pagava l’affitto dei locali, ha disposto un cambiamento di residenza per l’accoglienza “cittadina”, quella finanziata con fondi ordinari del bilancio capitolino. Ma certi trasferimenti si chiamano sfratti, almeno fino alla consegna delle chiavi di una nuova casa.

Il 4 agosto la questione è giunta al tavolo della commissione parlamentare di inchiesta sui migranti, cui l’assessore alle politiche sociali, Francesca Danese, ha presentato il programma del Comune.

All’ipotesi di chiudere il centro il coordinamento si oppone, chiedendo soluzioni pratiche alternative per non inficiare i risultati finora raggiunti. Secondo il piano prospettato, le 650 persone che oggi trovano ristoro nel centro saranno convogliate nel FerrHotel, il vecchio albergo per ferrotranvieri alla stazione Tiburtina.

Sono cinquanta le stanze del complesso dato in comodato d’uso gratuito da Ferrovie dello Stato, ma sono ancora da definire le modalità di gestione ed i soggetti responsabili. Chi lavora quotidianamente con i transitanti sa che l’emergenza non segue i tempi della politica. “Sarebbe una sconfitta per gli Italiani, per il volontariato spontaneo e proattivo, che si è sostituito alla totale assenza delle istituzioni e dell’amministrazione capitolina e che lo ha fatto restituendo dignità e sorrisi a una popolazione per troppo tempo rimasta invisibile per la politica nazionale” si legge nel comunicato diffuso dai volontari, che speravano in un percorso condiviso, inclusivo della loro esperienza. Il tempestivo avvio dei protocolli con le ASL e con le diverse associazioni del settore è la dimostrazione della discrasia rispetto alla problematiche rilevate dal sindaco Marino, che parla di sovraffollamento e del rischio di tubercolosi.

Tra piazza del Campidoglio e piazza Colonna, sembra suggerire l’esito dell’incontro, non passa via Cupa. Eppure le politiche sociali, spesso, saltano la fila delle pratiche istituzionali. Chissà che, tra le tante parole, non riesca ad inserirsi quella “reciprocità” che i volontari hanno imparato in questi mesi.

Dibattito sospeso.

Informazione per i nuovi arrivati: il Baobab è sempre in via Cupa, in caso di necessità.

di Sabrina Cicala

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