Il settore sanitario: un vero e proprio banchetto per quanti si nutrono di frode, mafie e corruzione.

di Giovanni Buccheri

Il settore sanitario: un vero e proprio banchetto per quanti si nutrono di frode, mafie e corruzione.

di Giovanni Buccheri

Il settore sanitario: un vero e proprio banchetto per quanti si nutrono di frode, mafie e corruzione.

di Giovanni Buccheri

“Lo scioglimento dell’ASP di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose conferma il quadro che ho descritto giorni fa. Il governo non fa un passo indietro e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione”.

Con queste parole il Ministro della Salute Giulia Grillo annuncia, tramite i suoi canali social, lo scioglimento dell’Azienda Sanitaria Calabrese per mafia.

Il Consiglio dei Ministri sostiene che i clan abbiano “infettato” con la loro attività criminale l’Azienda Sanitaria calabrese. Ed è per questo motivo che, durante la seduta del Consiglio dei Ministri del 07 marzo 2019, è stato deliberato lo scioglimento dell’azienda sanitaria, affidandone la gestione ad una commissione composta da Giovanni Meloni, Maria Carolina Ippolito e Domenico Giordano. Dopo l’arrivo della firma del Presidente della Repubblica, il Prefetto Di Bari, ai sensi dell’articolo 143, comma 12 del decreto legislativo 18 agosto 267 (che si riferisce al commissariamento degli enti pubblici sciolti per infiltrazione mafiosa), ha delegato le funzioni dell’Azienda Sanitaria ad una commissione provvisoria.

Qualcuno si sorprende? Assolutamente no, perché l’Azienda Sanitaria calabrese è stata più volte commissariata per una cattiva gestione amministrativa e non solo. 

Nel luglio scorso la stessa azienda era stata commissariata, ma da quel commissariamento è uscita una relazione che ad oggi rimane riservata. 

La decisione è stata presa dopo che il Consiglio dei Ministri ha appurato che la sanità calabrese è stata coinvolta in: interferenze nella guida amministrativa e gestionale dell’ente; appalti sospetti per servizi e forniture; gare anomale e inspiegabili proroghe negli affidamenti.

Ciò porta ad un elemento di forte distorsione che non permette di avere una sanità proiettata in maniera incondizionata al bene comune.  Ogni spreco, ogni inefficienza ricade come spada di Damocle sul benessere di ogni individuo. Il settore sanitario vive da tempo una fortissima crisi economica, che ha condotto ad una inevitabile crisi lavorativa e conseguentemente ad una riduzione delle risorse destinate ai servizi per i cittadini. E’ divenuta sempre più evidente la necessità di preservare quelle poche risorse di cui disponiamo, evitando comportamenti opportunistici o addirittura illegali, al fine di salvaguardare il benessere dei cittadini.

La sanità è uno di quei settori fortemente soggetto a fenomeni di corruzione e illegalità per via del suo impatto economico all’interno della società. Si parla infatti di risorse notevoli che si aggirano intorno ai 115 miliardi l’anno, senza contare che si tratta di un servizio essenziale, che non può certo essere sostituito o cancellato.

A tal proposito ritengo opportuno citare le parole del presidente dell’ANAC Raffaele Cantone: “La sanità, per l’enorme giro di affari che ha intorno e per il fatto che anche in tempi di crisi è un settore che non può essere sottovalutato, è il terreno di scorribande da parte di delinquenti di ogni risma”.

Per garantire una sempre maggiore qualità dei servizi, in ambito sia pubblico che privato, nonché un uso ponderato di quelle preziose risorse fornite dai singoli cittadini e dalla comunità, risulta necessario estirpare e battersi contro quei comportamenti che violano la legalità e la trasparenza per estirparli, visto che possono evolversi in forme sempre più nocive di illegalità tramutandosi in corruzione vera e propria. Per quanto possa sembrare un fenomeno impercettibile, in realtà, è da molto tempo che in ambito sanitario sono stati accertati diversi casi di corruzione e altre forme di illegalità che affliggono il settore sanitario.

Gli ambiti del sistema sanitario soggetti alla corruzione o a qualsiasi altra forma di criminalità o illegalità sono veramente molteplici. Tutto il personale del SSN è esposto alla possibilità di incorrere in fenomeni corruttivi. Se dovessimo sintetizzare i settori più esposti possiamo dire che sono: le nomine, la farmaceutica, le liste d’attesa e gli appalti pubblici.

Se la spesa sanitaria proviene in larga parte da forme di approvvigionamento di beni e servizi da destinare alla cura della salute, è evidente come il primo strumento per contrastare tali deviazioni dalla cura dell’interesse generale consista nell’individuazione di regole generali il più stringenti e chiare possibili, in grado di definire compiutamente i processi attraverso i quali debbono svolgersi gli approvvigionamenti di beni e servizi destinati alla collettività. Tutto ciò al fine di assicurare che le scelte eseguite rispondano all’interesse generale. Infatti, da quanto trapelato nelle ultime ore, l’azienda sanitaria calabrese è stata commissariata proprio per aver subito ingerenze nella gestione appalti.

Certo è che non possiamo confinare tale piaga a una Regione o solo ad una Azienda Sanitaria, perché la sanità italiana è malata da nord a sud, indistintamente.

Per continuare a mantenere il principio universalistico del sistema sanitario dobbiamo obbligatoriamente riuscire a estirpare ogni soggetto o ogni azione che limita la piena applicazione dell’art. 32 della Costituzione:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”

di Giovanni Buccheriall rights reserved

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