Dopo le promesse disattese del governo, la bocciatura categorica dell’Europa e le proteste dei manifestanti, il nuovo esecutivo Monti torna a considerare il progetto del Ponte sullo Stretto.
Progetto accantonato, così pare, dall’uscente governo Berlusconi, che ne aveva taciuto nell’epistola a Barroso e si era accodato alla mozione dell’Idv che chiedeva di sopprimere i finanziamenti pubblici per la realizzazione dell’opera (1 miliardo e 770 milioni di euro).
Peccato per quei 300 milioni di euro già spesi per i “lavori preparatori”, i contatti con le imprese, i corsi di formazione, le consulenze e le gare di appalto.
Peccato per le espropriazioni ancora in corso, con tanto di dichiarazioni di pubblica utilità , ovviamente indennizzate. Senza contare la faida mafiosa per gli immobili oggetto di esproprio.
E peccato anche per l’Eurolink, il consorzio che aveva vinto l’appalto, ed i suoi dipendenti messi in mobilità .
Un po’ meglio è andata all’Impregilo S.p.A, azionista di riferimento nel consorzio, che grazie alla clausola di salvaguardia si vedrà perlomeno risarcire quanto speso.
E mentre il nostro ex premier imputava gli indugi ai ritardi del precedente governo (di sinistra), l’America scuoteva scettica il capo e si faceva scappare tramite Wikileaks che il progetto non avrebbe mai funzionato in un’Italia che non funziona.
L’Europa, dal canto suo, si è espressa per l’incremento delle linee ferroviarie già esistenti e, chiamata a pensare in grande, preferisce scommettere sul collegamento Helsinki-Malta, che “attraversa la Puglia ignorando sfrontatamente Calabria e Sicilia” .
Il ministro allo Sviluppo e alle Infrastrutture Corrado Passera, tuttavia, interrogato su un programma che suona un po’ come un piano di risanamento aziendale, non ha inserito il Ponte fra le priorità , ma ha dichiarato che è troppo presto per depennarlo. Stando così le cose, preferiamo questa cauta prudenza alle illusorie promesse e parole d’onore (e di onorevole).
“Costruiremo il ponte di Messina, così se uno ha un grande amore dall’altra parte dello Stretto, potrà andarci anche alle quattro di notte, senza aspettare i traghetti”. Questo diceva Berlusconi nel 2005.
Loro stanno aspettando, e anche noi non abbiamo visto niente. In ogni caso, non è più un suo problema.
It’s all water under the bridge.