Venezia Scarlatta a Palazzo Barberini, dal 14 Marzo all’11 Giugno
A Palazzo Barberini, in occasione dell’inaugurazione della mostra Venezia Scarlatta, Marco Paolini ha portato in scena un estratto del suo spettacolo teatrale Il Milione: come un Marco Polo alla corte del Kublai Khan ha coinvolto il suo pubblico in un monologo entusiasmante che ripercorre tutta la storia di Venezia, città multiforme e unica che affascina da secoli i visitatori di tutto il mondo.
Il racconto, scritto e interpretato da un bellunese innamorato di Venezia, procede tra salti temporali e geografici, raccogliendo frammenti e immagini dai tratti metafisici: dal paesaggio lagunare a bordo di un Burcio Veneziano, fino al deserto tunisino e alle montagne italiane, in terraferma. Un intreccio di storie antiche e contemporanee che segue arabeschi di tappeti orientali ed è animata da strani personaggi: abusivi di terra e di mare, turisti di ogni parte del mondo, comitati antisfratti, beghine più agguerrite di vecchi parà.
In questo panorama surreale, tre voci differenti delineano una mappa/racconto sospesa in un tempo lontano che progressivamente si fa nostro. Alla dichiarazione d’amore di Paolini per Venezia s’intrecciano e sovrappongono esistenze diverse: quella di Campagne, uomo provinciale nato con i piedi sulla terraferma e quella di Sambo, misterioso personaggio lagunare, ricco d’esperienza e profondo conoscitore di segreti custoditi per millenni.
Le parole e le immagini che Paolini mette in scena sono solide come le basi che sorreggono i moli, decise come il carattere dei veneziani, ma al contempo leggere e conturbanti come le reti di ponti e canali della Venezia sospesa, quella che si staglia tra cielo e mare. Il linguaggio, sottile e irriverente del racconto, rispecchia a pieno il carattere della città-isola, dove tutto è attesa e sospensione e ogni cosa può riflettersi e perdersi nell’acqua lagunare. Le avventure vissute dai personaggi, narrate un po’ in lingua veneta e un po’ in italiano, sottintendono trame e significati complessi, spesso celati da toni che oscillano tra l’ironico e lo struggente. Il pubblico ascolta e riconosce le visioni della città, ma allo stesso tempo interpreta concetti sfuggenti, decodifica passaggi repentini e traduce emozioni, con la costante sensazione di essere allo stesso tempo fuori e dentro al viaggio.
Il piccolo assaggio del Milione interpretato da Paolini lascia, infine, al pubblico un riso amaro, perché fa emergere le contraddizioni di una città-contenitore che per secoli è stata scenario di storie e personaggi indimenticabili, primo fra tutti Marco Polo. Al passato glorioso della Serenissima, un tempo proiettata verso il mondo si contrappone l’affollato presente della Venezia invasa dai turisti, calpestata da milioni di piedi in marcia verso piazza San Marco. Insieme alla voce narrante affondiamo tra i flash degli smartphone e il flusso instancabile di cappelli colorati e bandierine, vediamo scivolare orrendi souvenir sotto i piedi stanchi dei turisti e restiamo sospesi anche noi sul ciglio di una gondola, dove non ci resta che attendere e ammirare la dignità e lo sforzo di chi continua ad amare e abitare la città più scomoda d’Italia.
Per maggiori informazioni sulla mostra, invitiamo a visitare il sito delle Gallerie Nazionali Barberini e Corsini.
di Maddalena Crovella, all rights reserved