IL LABIRINTO DELLA LAUREA TRA VIRTUOSI E NON

di Piera Mastantuono

IL LABIRINTO DELLA LAUREA TRA VIRTUOSI E NON

di Piera Mastantuono

IL LABIRINTO DELLA LAUREA TRA VIRTUOSI E NON

di Piera Mastantuono

Attento al labirinto che intraprenderai quando t’iscriverai a qualsivoglia corso di laurea, o studente/essa!

Attento ad andare fuori corso, attento e ancora attento agli ostacoli che si frapporranno tra te e l’ambito obiettivo finale: la laurea.

Se sei uno studente virtuoso, come ci si augura sia un giovane virgulto che si appresta ad entrare nei templi del sapere, la tua attenzione dovrà  essere concentrata soprattutto sul dribblare i birilli della burocrazia: file interminabili alle segreterie per un timbro, pedinamenti al professore di turno perché ti metta una firma, calcoli degni del CERN di Ginevra per capire quanti crediti devi fare, sottraendo CFU aggiungendo crediti speciali, moltiplicando per 44 esami (ex laurea D.M 509) ed ottenendo…cos’è che era?

Spesso, caro studente, lavorerai, perché le borse di studio sono necessarie ad una colonia di colibrì in estinzione. Farai i lavori più disparati, addetto al call center, fattorino di pizze a domicilio, borsista, baby-sitter, dog-sitter, oleatore di porte, inanellatore di collanine, addetto alle pulizie, estetista, lucidatore di superfici opache: insomma divertimento in abbondanza! Tutto questo per pagare quelle trafile di cui sopra, quelle attese estenuanti per fare un esame, anche 12 ore perché il professore a pranzo non poteva ovviare con un panino, ma doveva necessariamente prendersi un’ora di pausa pranzo, pena lo svenimento per calo glicemico. Tutto questo per pagarsi  l’università, quella pubblica almeno.

E studierai, lo so che studierai come un/a dannato/a, perché, proprio la fatica fisica che ti è necessaria ad avere i liquidi per continuare il tuo percorso di studi, ti darà  la misura del valore di quanto tu stia facendo, dell’importanza che rivesta quella laurea, che prendi innanzitutto per te, per la tua conoscenza, per le tue competenze, nella speranza di lavorare all’interno del settore che ti sei scelto, auspicabilmente, per vocazione, magari per talento.

Studierai e sono certa che spesso andrai bene, molto bene, oppure no, magari voti medi, ma comunque continuerai a studiare, certo che la tua scelta sortirà  infine, i risultati sperati.

Ma attento studente, il tempo passa, trascorre, gli anni accademici si susseguono. E così, potresti non accorgerti che sono passati più anni del dovuto, del necessario per completare il percorso di studi, potresti arrivare ad avere 28 anni e la laurea ad un soffio. Ma non scoraggiarti, se sei un lucidatore di superfici opache fallo ancora per un mese e raggiungi l’ambito traguardo. Quella laurea sarà  solo e soltanto merito e pregio tuo, della tua famiglia e di tutti coloro che avranno sostenuto il tuo tortuoso percorso di studi.

“Non ti curar di loro ma guarda e passa”, adesso viene il bello, eufemisticamente parlando, adesso si vede di che pasta sei fatto/a, adesso siamo nel mondo del lavoro: incomincia una nuova partita! In bocca al lupo!!!

Purtroppo non vi è solo il virtuoso, il giudizioso, il diligente studente/essa. Vi sono infatti, nelle Università, studenti/esse che non hanno inquadrato il loro percorso di studi come finito ma che tendono ad estenderlo nel tempo, in maniera indefinita. Diversi possono essere i motivi che portano a questo, motivi seri, rispettabili, possono esserci indecisioni, titubanze di scelte, paura del futuro (e come non comprenderli in questo momento storico), o magari ci si sente a proprio agio a stare nell’Università.

Oppure possono essere motivi farlocchi, faceti, in una parola blandi: si prolunga la permanenza nell’Università  per pigrizia, per atavica indolenza, per diletto (v. studenti armati di cani e giochi vari che rendono le Università  luogo di svago più che di formazione) che neanche una ludoteca. Se si appartiene a questa seconda categoria credo si necessiti di una delle due cose: di uno sprone o di intraprendere un’altra strada, non necessariamente l’Università, perché magari non è il luogo adatto per se stessi.

In ogni caso sono certa che non vi siano epiteti né etichette degne di nessuna tipologia di studente, soprattutto adesso.

PFM

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