Le donne: il fuoco di Cannes in Rassegna

di Alessandra Carrillo

Le donne: il fuoco di Cannes in Rassegna

di Alessandra Carrillo

Le donne: il fuoco di Cannes in Rassegna

di Alessandra Carrillo

C’è un elemento che caratterizza le donne della 72esima edizione del Festival di Cannes: è il fuoco.

Passa attraverso il rosso, che si mischia al mare: è la natura di donne che lottano contro società machiste, che cercano la propria indipendenza, che cercano se stesse, bruciando passato e soprusi alle spalle.

Apre con titoli rosso fuoco su una brumosa foresta tropicale brasiliana il film del regista Karim Aïnouz tratto dal romanzo del 2015 di Martha Batalha, A vida invisivel de Euridice Gusmão: già quel rincorrersi nel perdersi e cercarsi di due sorelle, accompagnate da una musica incombente (del compositore Benedikt Schiefer) è di forte impatto, come lo sarà il resto del film che si sviluppa attorno alla storia di queste due sorelle, Euridice (Carol Duarte) e Guida (Julia Stockler – che è la nuova Penelope Cruz, dallo sguardo penetrante e sconvolgente), dagli anni cinquanta ai giorni nostri.

L’amore, l’intimità di confessioni e mandarini, un orecchino simbolo di unione: due sorelle ad un bivio, entrambe con le proprie speranze (chi per amore di un marinaio, chi per la passione per la musica) sono metafore di chi rischia – lottando e diventando un’altra – e chi meno, rendendo la propria vita invisibile, provandoci comunque ma soccombendo spesso agli uomini, alle loro menzogne, alle loro insicurezze. Sono quel chiedersi come sarebbe andata se, ma essere comunque travolte da destini avversi; sono quell’anelito di libertà, quella seduzione a volte goffa altre smaliziata, quell’incrocio di sguardi e di vite con altre donne che non si incontrano per caso: questo film è una tempesta amazzonica di intimità, di sigarette a metà, di lettere scritte a mano, di maternità non desiderate, di odore di dopobarba, di sangue e d’amore, in cerca di una definizione di famiglia tra le note di un pianoforte che suona Chopin, la saudade dei colori vividi (nella cinematografia della francese Helene Louvart) di una Rio de Janeiro dove si muore di morfina ed un rogo di vita, di abiti e di ricordi. C’è Filomena, c’è soprattutto Filomena (Barbara Santos),  c’è Zélia (Maria Manoella) libera borghese, c’è una madre (Cristina Pereira) ombra del padre (António Fonseca), e l’uomo medio, pusillanime conservatore (Gregório Duvivier) o sciupafemmine (Nikolas Antunes). E c’è il presente di Euridice, negli occhi dell’attrice novantenne Fernanda Montenegro, considerata LA attrice brasiliana di tutti i tempi.

Un film che non può lasciare indifferenti, che va visto e che meritatamente vince il premio Un Certain Regard, in una edizione che non solo racconta storie di donne (da evidenziare anche il premio come miglior attrice Un Certain Regard a Chiara Mastroianni in Chambre 212, di Christophe Honoré) ma che in competizione lascia finalmente spazio anche alle donne registe: c’è Sybil, di Justine Triet, c’è il film fantascientifico Little Joe della regista austriaca Jessica Hausner che regala la Palma d’Oro alla miglior attrice alla protagonista Emily Beecham.

E c’è Portrait de la Jeune Fille en Feu (Portrait of a Lady on Fire) di Céline Sciamma che vince per la miglior sceneggiatura in un film sull’amore, l’arte e le donne: Héloïse (Adèle Haenel) si rifiuta di rispettare il volere della madre (Valeria Golino) e accettare che le venga fatto un ritratto di matrimonio, così l’artista Marianne (Noémie Merlant) si finge dama di compagnia per osservarla e furtivamente ritrarla nei propri pensieri per poi rifarlo su tela.

Un incontro tra anime femminili il film della Sciamma, ambientato nel 1770, una presenza costante di quel fuoco, nel camino, nelle candele al buio, buio come il mantello scuro, alla ricerca di un ritratto di quello sguardo di taglio che si chiede se essere liberi significa anche essere soli, lì, su di un dirupo davanti al mare.

Poi il terzo movimento dell’estate di Vivaldi risuona nella tempesta, fulmini in musica richiamano un amore saffico, fatto di piccoli gesti, di quelle labbra, occhi, sopracciglia di rabbia e controllo, rituali di tenerezza e calore risuonano in un Fuggire Non Posso nel coraggio di un aborto a fuoco e di un saluto silenzioso, in un 28 nascosto tra le pagine dell’arte ed un Orfeo ed Euridice e quel girarsi invano al richiamo di un amore, che prende fuoco nel buio, ma che ricorda nella musica.

Un’Euridice che lega i due film, entrambi all’interno della rassegna Le Vie del Cinema da Cannes a RomaPortrait of a Lady on Fire oggi alle 18 al Cinema Giulio Cesare e domani alle 20.15 al Cinema Eden, mentre A vida invisivel de Euridice Gusmão chiuderà la rassegna alle 22 al Cinema Giulio Cesare domani.

C’è però anche un altro film che ha visto questo connubio di fuoco e mare, e di donne: Atlantique di Mati Diop, prima regista di colore (franco-senegalese) ad essere in competizione per la Palma d’Oro e vincitrice del Gran Prix della Giuria. Un film a metà tra realtà e fantasy, nelle luci di una discoteca a musica spenta, luci verdi su un volto deluso.

Il rumore del mare, un taglio di luce su una luna nascosta, celano la tragedia delle migrazioni clandestine: fantasmi che ritornano a chiedere giustizia, vendicativi con il fuoco, con i padroni di vite sospese. Il vuoto dei dettagli, un abito bianco, il caldo di un canto di festa ricco di colori: l’immacolato bruciato e quelle gambe lunghe di donne che cercano la libertà e si ritrovano in uno scambio di sale e sudore che è amore.

Film che hanno prospettive diverse, una visuale sul mondo che racconta intimamente secoli di ribellioni soppresse: forse per questo, inconsciamente, sono rimaste queste scene di fuoco nella storia di queste donne, martiri di un tempo, che ha bisogno di evolversi, come loro. Ancora in lotta, ancora grondanti di vita: che sia questo fuoco ad illuminare la strada, ed il rumore del mare la resilienza del cammino, dolce, al chiaro di luna.

Cannes 72: TO BE CONTINUED

                                                          di Alessandra Carrillo, all rights reserved

P.S. QUI il programma completo della rassegna Le Vie del Cinema da Cannes a Roma, oggi e domani nel cinema Eden e Giulio Cesare.

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