Guerra Siriana

di Redazione The Freak

Guerra Siriana

di Redazione The Freak

Guerra Siriana

di Redazione The Freak

Questa poesia nasce dalla sconvolgente notizia (18-07-2013) della morte di un giovane italiano, Giuliano Ibrahim Delnevo, partito per la Siria per combattere al fianco di Assad ed indagato per terrorismo.

Senza commentare la scelta di questa persona, ho immaginato i sentimenti di una sua ipotetica fidanzata, uno sguardo innamorato che ripudia la guerra, perché priva del futuro condiviso con chi si ama.

 

 

Gettai gemme sottili al canto notturno,

ma a nulla servì il mio richiamo.

Se tornò, non fu per sé,

ma per la vendetta meritata,

temuta.

Vuota io, vuoto lui,

come tralci rinsecchiti

nulla più potevamo

nel deserto cavo e doloroso

che follemente aveva curato.

 

Amarci fu un’esigenza,

l’epilogo atteso.

Ma nulla di serafico si frappose,

nulla che potessi fare per riportarlo

a me,

alla nostra verità ultima.

Attraversai le sue colline,

giunsi alle pendici,

implorando che l’erba non lo strappasse

da me, ancora.

 

Amore, non so trovare lo spazio

che ti contiene,

che accoglie i nostri figli

e le ore di sole insieme;

non vedo più le tue lettere

e le mani che mi cullano

nell’adulto sentire;

i miei occhi si chiudono con i tuoi,

oggi, domani e tra vent’anni.

I nostri vent’anni illuminati.

 

Ho allattato l’odio dal mio seno,

eppure mi si lacera il cuore,

perché vorrei solo fiori.

Non il nero di tua madre,

non lo sguardo degli altri.

Solo il tuo, mio Scirocco ,

solo il tuo, che mi sono guadagnata

in questa violenza inaudita.

Forse sprecata questa vita;

mai vane le nostre carezze.

 

di Ilaria Cuffolo  All rights reserved

 

 

Nota biografica 

Nata podalica, in anticipo di un mese, scegliendo l’aprile per strillare la mia presenza. Da sempre feticista di libri, divoratrice di storie, solo con l’università arriva la Poesia, la culla dei sogni e delle paure. Specialistica in Lettere moderne quasi conclusa, collaborazioni varie e mesi passati nel sud dell’Inghilterra, dove, inaspettatamente, crescono le viti.

Cultura come educazione rimane un imperativo, cresciuta negli anni di contatti con i giovani, con il mondo di chi si sente tutto e niente. Cosa portare sempre in borsa? Ovviamente la pace nel mondo. Accanto ad una betoniera di ironia.

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