Green pass, chi è
contrario è no-vax?

Green pass, chi è contrario
è un no-vax?

Manifestazioni di piazza, appelli di filosofi come Cacciari e Agamben
Gli oppositori del Green pass sono contro il vaccino?

di Flaminia Camilletti

Green pass, chi è
contrario è no-vax?

Green pass, chi è contrario
è un no-vax?

Green pass, chi è contrario
è un no-vax?

di Flaminia Camilletti
Green pass

Green pass, chi è
contrario è no-vax?

Green pass, chi è contrario
è un no-vax?

Manifestazioni di piazza, appelli di filosofi come Cacciari e Agamben
Gli oppositori del Green pass sono contro il vaccino?

di Flaminia Camilletti

Lo chiamano apartheid vaccinale, ma è l’ennesima polarizzazione del dibattito all’italiana. I dati sulle vaccinazioni nel nostro Paese vanno piuttosto bene. A quanto dicono i numeri infatti, siamo messi meglio di Germania e Francia che invece non raggiungono, o lo fanno a malapena, il 50% dei vaccinati. Anche i dati sui ricoveri e sui decessi vanno piuttosto bene, ma nonostante questo c’è un clima da guerra civile e a sentire opinionisti e politici, i no vax in Italia sarebbero in grande crescita.

Ma chi sono i no vax e soprattutto cosa vuol dire esserlo? Fino a qualche tempo fa veniva definito così un individuo che per scelta decideva di non sottoporsi ai vaccini consigliati dalla comunità scientifica per motivazioni varie. Oggi invece viene definito no vax chiunque si dimostri anche solamente scettico, addirittura chi si è già vaccinato ma si dichiara contro l’opportunità di introdurne l’obbligo. Vengono chiamati no vax anche quelli che, pur avendo fatto il vaccino contro il covid, si dichiarano contrari all’utilizzo del green pass. Perché così tanto livore?

Che piaccia o meno, se non si introduce l’obbligo vaccinale esisterà sempre qualcuno che deciderà di non vaccinarsi e introdurre il green pass in molti ambiti creerebbe delle vere e proprie iniquità. 

Il punto nevralgico di questa misura riguarda la possibilità di ovviare al fatto di non esser vaccinati con il risultato di un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore. Ammesso che questa misura sia davvero risolutiva per il contrasto alla diffusione del virus, i tamponi da effettuare ogni due giorni per andare a cena, al cinema e a quanto pare forse anche negli autobus e a suola, chi li paga? Ammesso che si abbiano da buttare circa 300 euro al mese tutti i mesi, è sano per le cavità nasali, magari di un dodicenne, effettuare tamponi a rotta di collo?

Come scriveva qualche giorno fa Ludovico Arte su Repubblica, l’istruzione è una necessità primaria e va garantita a tutti, vaccinati e non. Qui con questi decreti si rischia di stravolgere per sempre libertà e diritti acquisiti in anni e anni di lotte civili e politiche, e mentre siamo impegnati a non turbare la sensibilità di qualcuno nel rifiutarsi di non declinare nomi e aggettivi al femminile o al maschile, rischiamo di perderci per strada il diritto allo studio. 

Cacciari e Agamben hanno posto il problema chiave, scritto nero su bianco, sul tema dei vaccini. E per averlo fatto hanno creato un polverone che ancora fa fatica a spegnersi. Neanche Gianpaolo Pansa quando scrisse Il sangue dei vinti fu osteggiato così tanto dal suo stesso ambiente. 

Come scrivono i due intellettuali: “Il vaccinato non solo può contagiare, ma può ancora ammalarsi: in Inghilterra su 117 nuovi decessi 50 avevano ricevuto la doppia dose. In Israele si calcola che il vaccino copra il 64% di chi l’ha ricevuto. Le stesse case farmaceutiche hanno ufficialmente dichiarato che non è possibile prevedere i danni a lungo periodo del vaccino, non avendo avuto il tempo di effettuare tutti i test di genotossicità e di cancerogenicità”.

Ed è probabilmente questo il motivo per cui nessun Paese fino ad adesso si è preso la responsabilità di imporre l’obbligatorietà del vaccino. Chiunque abbia figli è legittimato a farsi una, due, cento domande in più di quante non se ne sia fatte fino ad adesso. Gli ultimi dati empirici dimostrano che le reazioni avverse sono molto più comuni e molto più violente nei giovani e che nonostante si stiano vaccinando per proteggere la popolazione più anziana il virus continua a circolare.

Imporre il green pass in un clima di incertezza, con la comunità scientifica che, giustamente, fatica a dare risposte certe, consente ai più scettici di parlare di regime. E se si voleva dare un motivo in più per non vaccinarsi ai dubbiosi, in questo modo lo si è fatto. 

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