-Siamo tutti schifosamente umani!- e per questo fragili.
Due anni fa, al Teatro della Cooperativa di Milano, Giulio Cavalli presentava il suo spettacolo teatrale L’amico degli eroi- Parole, opere e omissioni di Marcello Dell’Utri-.
Si parlava di mafie, di corruzione, di una politica inquinata e travestita, e della fragilità di un’antimafia che per farsi scudo si barrica dentro sé stessa.
Oggi, dentro una politica prepotente e volgare, non più di affaristi ma di circensi, si torna a massacrare le buone intenzioni di uomini giusti (la storia di Mimmo Lucano ne è un esempio triste), a forza di propaganda e fake news.
Allora mi sono messa a pensare a Giulio Cavalli, alla nostra intervista. Perché la degenerazione incomincia con il proliferarsi di una cultura artificiale che si allontana dalla radice. E lui, che entra dentro le cose, è l’essenza di una cultura che non si barrica ma cerca insistentemente la verità. Dentro le parole, le opere, e le omissioni.
E noi c’abbiamo un disperato bisogno di verità.
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di Natalina Rossi, all rights reserved