GENERATION BYTE – La moda si nutre di junk-food e instagram

di Redazione The Freak

GENERATION BYTE – La moda si nutre di junk-food e instagram

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GENERATION BYTE – La moda si nutre di junk-food e instagram

di Redazione The Freak

In un’indifferenza intorpidita dei tempi, in un mondo di persone incollate allo smartphone, dove la parola più utilizzata è selfie e il simbolo più conosciuto del mondo è La mela, la moda intuisce che non si può vivere di soli mondi intellettuali come quelli di Cèline e Dior.

Il mondo parla attraverso messaggi chiari, talmente riconoscibili che sono al limite del banale ed è sul bordo di questo limite che si muove, vive e respira la nuova generazione.

E gli stilisti questo messaggio non solo non se lo perdono, ma lo accolgono a braccia aperte perché, come dice Massimo Giorgetti in un’ intervista su l’officiel italia, “internet è democratico e meritocratico .. sui social la gente vede e giudica, in tempo reale. Senza trucchi”.

E quindi senza trucchi corriamo tra chiarissime indicazioni di Jeremy Scott che ci portano in una sfilata di modelle che da cameriere del McDonald diventano poi personaggi dei cartoni animati (prettamente anni 2000 con Spongebob) fino ad arrivare ad essere vere e proprie buste di chips, popcorn e cioccolata.

Ma l’inno al consumismo non si ferma con il nostro American boy, e quindi se qualcuno parla d’ironia e qualcuno azzarda alla follia, scopriamo che non è un caso isolato, ma è un incendio che corre attraverso Instagram e ci porta direttamente a Parigi ed è addirittura Mr. Karl a portare nella cupola del Gran Palais un vero e proprio supermarket, dove le modelle girano in costosissime tute in tessuto bouclè con i loro elegantissimi cestini, rigorosamente in catena intrecciata, con acqua naturale Chanel n°0, passando dal reparto marmellate a quello dei salumi per prendere poi anche la scopa “SChic” e il “lait de Madmoiselle”.

E se prima erano i fotografi ufficiali e l’ambitissimo palco “press office” a fare la differenza e a mostrare al mondo le sfilate adesso sono Pinterest, Twitter e ovviamente l’instancabile Instagram. Sono infatti loro, gli instagramers, a fare la differenza, a fare tendenza, perché loro e non altri hanno il potere di far “uscire” i look giusti, le uscite che hanno un Perché.generation-byte-la-moda-si-nutre-di-junk-food-L-Ueei7C

E cosi la moda si adegua, Vogue condivide i front row e le micro interviste delle sfilate di NY, Michael Kors ha lanciato il suo hashtag ufficiale per i video e Burberry, abituè di questo mondo, documenta backstage in tempo reale e riceve 11mila like in 5 minuti.

Non è più la carta stampata ad avere il suo peso, ma i piccoli quadratini che veloci scorrono sui nostri telefoni, balzi dimensionali che ci portano da L.A. a Manhattan in un decimo di secondo, dalla neve di Parigi al sole di Cape Town, dove si può “seguire” chiunque, dalla eccentrica Anna Dello Russo, mettendo ovviamente un like sulle coloratissime scarpe dragone, alla algida Franca Sozzani, che ci delizia con immagini eteree di fiori e nuvole.generation 2

È qui che troviamo ispirazione per vestirci, per decidere di che colore fare le unghie o semplicemente per aprire una finestra sul mondo e vedere che da qualche parte c’è il sole, perché non tutte le città stamattina sono grigie come Milano.

A cura di Martina Cotena.

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