“Io gay
contrario al ddl Zan”

"Sono gay e contrario al ddl Zan
Ecco perché..."

Intervista a Umberto La Morgia, fondatore del gruppo "Omosessuali di destra"
"Se dico no, non vuol dire che sono omofobo"

di Flaminia Camilletti

“Io gay
contrario al ddl Zan”

"Sono gay e contrario al ddl Zan
Ecco perché..."

"Sono gay e contrario al ddl Zan. Ecco perché..."

di Flaminia Camilletti
ddl Zan

“Io gay
contrario al ddl Zan”

"Sono gay e contrario al ddl Zan. Ecco perché..."

Intervista a Umberto La Morgia, fondatore del gruppo "Omosessuali di destra"
"Se dico no, non vuol dire che sono omofobo"

di Flaminia Camilletti

Il dibattito sul ddl Zan si è trasformato in una battaglia ideologica e abbiamo voluto parlarne con Umberto La Morgia, fondatore del gruppo “Omosessuali di destra” e presidente del circolo di Fdi per il benessere degli animali. 

Umberto, tu sei omosessuale, ti senti discriminato per questo?
“Assolutamente no. Credo che oggi, nella nostra società, in molti casi ci sia addirittura una sorta di pregiudizio positivo nei confronti dei gay. È vero che in passato non era così, tutt’altro, ma oggi assolutamente non è corretto e non è onesto parlare dell’Italia come un Paese omofobo”.

Umberto La Morgia

Pensi che la legge Zan possa migliorare le condizioni degli omosessuali e dei trans?

“Nella vita reale di gay, lesbiche e trans questa legge non cambierebbe praticamente nulla, perché la normativa vigente già tutela tutti i cittadini da violenze, aggressioni, discriminazioni e sono già previsti dal codice penale aggravanti utili che vengono attualmente impiegati se una persona viene aggredita in quanto omosessuale, ad esempio. La legge Zan è interamente ideologica e mira a tutt’altro”. 

Con l’approvazione di questa legge si assegnerà ad alcune categorie una sorta di specialità, ma non si tratta già di una discriminazione insita?

La mentalità imperante è quella di creare categorie protette, etichettare le persone, ridurle a una razza, a un orientamento, a un contenitore di appartenenza e metterle in una specie di riserva naturale. Sarebbe questo il progressismo?“.

Dimmelo tu…

“Uno degli argomenti che ho sollevato, e purtroppo mi sembra di essere l’unico ad averlo fatto, riguardo l’uomo etero è il seguente: il ddl Zan prevede la costruzione di centri di accoglienza e case rifugio per persone lgbt+. Non si può cogliere invece quest’occasione per mettere al centro la vittima in quanto tale, di qualunque sesso e orientamento sia? Perché un centro antiviolenza deve essere tassativamente solo per donne oppure solo per persone lgbt+? Questo è negare implicitamente che un uomo etero possa essere vittima di violenza fisica o psicologica. E questo è gravissimo e falso. Bisogna uscire dalla cultura dei compartimenti stagni in favore della persona in quanto tale.

Secondo te quindi il ddl Zan potrebbe quindi per assurdo creare più disuguaglianza?


Sicuramente potrebbe creare confusione e discriminazione al contrario. Le criticità di questo testo sono molte e sono state rilevate sia da destra che da sinistra, non a caso. Una di queste risiede nell’ambiguo concetto di “identità di genere” che slega completamente l’identità da fattori biologici e oggettivi e creerebbe una serie di equivoci di carattere sociale e giuridico, aprendo la strada al self-id che persino in Inghilterra è stato bloccato o agli uomini negli spogliatoi e nelle competizioni femminili, ad esempio.

Ma soprattutto c’è il grande pericolo di limitazione della libertà di espressione o di associazione attraverso la mancanza di tassatività e determinatezza del reato di omofobia: la norma infatti punirebbe anche “l’incitamento alla discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere” e nessuno può con certezza conoscere il perimetro di questo vago concetto la cui interpretazione resterebbe alla discrezionalità del giudice. Come si fa a capire se una condotta è istigatrice? Chi stabilisce il perimetro? I promotori della legge dicono che non si andranno a colpire le opinioni, ma solo l’odio. Il punto è che per loro difendere la famiglia naturale, schierarsi contro l’utero in affitto o contro l’indottrinamento alle teorie di genere nelle scuole è istigazione all’odio. Quindi è evidente si tratti solo di un escamotage dialettico: una trappola per topi.

E questa trappola per topi dove ci porta?

Basta guardare ciò che succede nei Paesi dove leggi simili sono state approvate. Persone denunciate per essersi rifiutate di utilizzare pronomi neutri, genitori messi in galera per essersi opposti alla transizione sessuale di un figlio minorenne… Lo scopo di questa legge è sicuramente un cambio di cultura messo in atto in maniera impositiva e negando la pluralità di visoni e di sensibilità su temi così delicati. Questo è lesivo delle libertà personali e non va neanche a giovamento della “categoria” che si vorrebbe andare a proteggere”.

I cattolici e le loro battaglie vengono discriminate ogni giorno. Nessuna legge speciale per loro?

Non vanno di moda, no. Anche io ad esempio vengo spesso discriminato e offeso da attivisti lgbt+ o da persone che hanno sposato quell’ideologia solo per il fatto di essere omosessuale e di destra. Loro sono i primi a odiare e a minacciare chi si discosti dai loro diktat quindi mi fa veramente ridere che si presentino come angeli della luce. Attaccano pesantemente non solo il mondo cattolico tradizionale e prolife, ma anche gli omosessuali conservatori o dissidenti. Coloro che la pensano diversamente dalla lobby lgbt si ritroveranno ogni tre per due denunciati per istigazione all’odio omotransfobico solo per aver espresso la propria visione e questo non è giusto”.

Essere contro questa legge significa essere omofobici?

Assolutamente no. Così come non volere la sharia in Italia non vuol dire essere islamofobici. Questi termini che fanno riferimento a fobie o presunte tali vengono spesso creati a tavolino e utilizzati per gettare discredito sul pensiero altrui e per imporre un pensiero unico. Contro questa legge ci sono anche tanti omosessuali. E no, non sono omofobi. Essere contro questa legge vuol dire opporsi al fatto che drag queen e attivisti lgbt vadano in scuole di ogni ordine e grado a spiegare ai bambini i generi e i vari tipi di famiglie che secondo loro esistono; vuol dire opporsi al fatto che la libertà di espressione possa essere limitata in base a un astratto e generico concetto di odio…“.

Cos’è l’omofobia?

Letteralmente la paura degli omosessuali. Al momento non ho ancora conosciuto una persona che abbia paura degli omosessuali”.

Una risposta

  1. Buon pomeriggio a tutti, Mi chiamo Gianni, ho 68 anni sono nato e vissuto in Italia, sono omosessuale, ho vissuto 24 anni con il mio amico Italiano, lui aveva 30 anni più di me, era insegnante, io interprete, la nostra è stata una bellissima esperienza anche se il mio compagno aveva il terrore di essere accusato di omosessualità, vi ricordate il film “Una giornata particolare” di Ettore Scola? In quel periodo era davvero un reato essere omosessuali, dopo che il mio amico Italiano è venuto a mancato, ho vissuto per 5 anni ancora in Italia, poi ho conosciuto un amico Cinese (Hong Kong) stiamo vivendo insieme, amicizia pura, in Spagna ho conosciuto anche un Amico Giapponese, residente in UK da più di 50 anni. I Cinesi ed i Giapponesi (gli Asiatici in genere) possono davvero dire di avere seri problemi nel dichiarare di essere omosessuali, ma in Italia Spagna, in tutta Europa non vedo nessuna minaccia alla libertà di vivere in libertà anche se si è gay, omosessuali

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