Freak’s note collection – Un Settembre per innamorarci

di Pietro Maria Sabella

Freak’s note collection – Un Settembre per innamorarci

di Pietro Maria Sabella

Freak’s note collection – Un Settembre per innamorarci

di Pietro Maria Sabella

Inizia Settembre e partono mille domande.

Come sarà l’anno lavorativo o di studio che sta arrivando, quali sono i progetti da mettere in atto per prima e quali invece da posticipare.

Il lato romantico della stagione che si appresta a cominciare è fatta di canzoni delicate, più morbide, dalle sfumature meno pesanti; dai primi raincoat e impermeabili, dalle prime mani in tasca la sera e dall’idea che tutto andrà bene, forse.

Di quella strana felicità di cui parla Jovanotti che, forse, dura solo il tempo di prendere il treno dal sud per tornare a Roma o a Milano, che poi si trasforma in radio nella pesantenza della canzoni di Tiziano Ferro che ti ricordano gli ambienti di Ponte Milvio o di Brera (ed allora vuoi già riprendere il treno per tornare in Cilento, Salento, ovunque, ma non là.)

Dall’odore della sabbia rimasta tra le dita, dal suo costume impregnato di salsedine, dai ricordi che scemano di un’estate che non è solo sole e mare ma soprattutto gioia.

Avevo pensato di scrivere una freak’s note collection che fosse dissacrante, ironica. Che parlasse dei mille selfie settembrini su fb, di chi già esce con il maglione la sera anche se fanno 30°, degli hipster che hanno coltivato nella barba molluschi e crostacei, di superficialità, delle hogan ad agosto in spiaggia, o dei cappelli panama maschili e (e oggi anche femminili) che i più hanno messo anche in doccia per “farsi figo”, di chi sfoggia una felicità imperturbabile e di chi parla delle mille giornate in barca ed invece ha avuto solo paura di affrontare sè stesso o, semplicemente, ha dovuto noleggiarla la barca per non essere out.

Poi però mi accorgo di non riuscirci. Ed è proprio colpa della musica che ascoltiamo a Settembre.

Non lo facciamo di proposito ma è così: Karkebranner, Calvin Harris e tutta la compagnia cantereccia dei lidi e delle riviere lasciano il posto a roba diversa. Mainstream: Green Day. E dagli giù su tutti i social con quella canzone avvilente che di Settembre ha solo la parola sul titolo.

I più sofisticati citano Battiato con le sue impressioni; chi, invece, schifa il mainstream scomoda nomi assurdi, tipo: l’officina della camomilla, molteni, il “buon” dente, manlio maresca e altra roba che spotify ti inserisce tra la indie music e che quindi ascolti de plano, proprio come vogliono loro.

Insomma per citare un amico, vivono con Brunori Sas sul comodino.

I rappers si difendono meglio: loro hanno sempre una stagione: culi, denaro, “ce la farò da grande”, datemi la maria e sto a posto.

Insomma, a Settembre ognuno non fa altro che ritrovare sè stesso, esattamente con gli stessi difetti e gli stessi pregi del mese precedente.

E quando inizieranno a cadere foglie e capelli, tutti quanti cercheremo un posto caldo dove potere condividere le paure nascoste, le verità posticipate da giugno; ognuno con i propri mainstream e pregiudizi.

Ognuno con la convinzione di essere nel giusto, di essere ancora lontano dagli schemi e che: ” comunque vada, la mia vita sarà diversa”.

E poichè alla fine ci ritroveremo nel letto di qualcuno che ascolterà proprio quella canzone che noi detestiamo, iniziamo già da adesso a convincerci che quella canzone, poi, non è così brutta.

Si, ancor prima di innamorarci.

Buon ascolto

 Di Martino – Non siamo gli alberi

 

Mumford&Sons – The Wolf

Niccolò Fabi – Costruire

Coldplay- Ink

https://youtu.be/cbixLt0WBQs

Thegiornalisti – Fine dell’estate

Nesli – Andrà tutto bene

The black keys – Weight of love

Tiziano Ferro – Lo stadio

U2 – Song for someone

Nobraino – Film muto

Malika Ayane – Senza fare sul serio

Lucio Dalla – Anna e Marco

 

di Pietro Maria Sabella

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