I FILM ITALIANI ALLA QUINZAINE DI CANNES PARTE I: BELLOCCHIO

di Alessandra Carrillo

I FILM ITALIANI ALLA QUINZAINE DI CANNES PARTE I: BELLOCCHIO

di Alessandra Carrillo

I FILM ITALIANI ALLA QUINZAINE DI CANNES PARTE I: BELLOCCHIO

di Alessandra Carrillo

 1/3 FAI BEI SOGNI: gli occhi di Massimo, specchio di emozioni

Film di solitudini e di incontri, di tristezze celate o scaraventate sullo schermo, di gioia e di sogni, e di poesia negli occhi scuri dei protagonisti. Questi i film che hanno rappresentato l’Italia alla sezione indipendente parallela al Festival di Cannes: la Quinzaine des Réalisateurs.

Ad aprire le danze è stato proprio il film di Marco Bellocchio che vedremo sui grandi schermi solo a fine anno: “Fai Bei Sogni” – adattato a film dal best seller autobiografico di Massimo Gramellini.

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Restano dentro, gli occhi dell’amore, quegli occhioni scuri di un figlio – il giovanissimo Nicolò Cabras – che adora, idolatra la madre (Barbara Ronchi), che è la sua vita: il ballo, la gioia, le carezze, i film con Belfagor, il collage di foto, i giri sugli autobus che diventano una domanda malinconica, triste nello sguardo perso della mamma.

Quella vestaglia poggiata sul letto, le urla di un padre (Guido Caprino) che racchiude la rigidità di una Torino sotto la neve e sotto la nebbia, che non si unisce in un abbraccio ma nasconde, dietro fuochi d’artificio di spavento di fine anno, un infarto fulminante, un tuffo nel passato compreso solo alla fine, un nascondiglio di un Massimo che dietro i cuscini e solo da grande, capisce. Il “se” è la marca dei falliti, nella vita si va avanti “nonostante” – e lui va. Un suicidio lo porta in prima pagina e scopre il mondo da giornalista, passione nata nell’unica condivisione con il papà per il calcio granata ed i grandi di Superga, ma per riscoprire la luce aspetta la dottoressa Elisa (nel sorriso illuminante di Berenice Bejo) che lo prende per mano in un attacco di panico e gli passa le parole di una lettera da libro cuore, rilette con un pizzico di humor ironico da Bellocchio. Del film rimangono i gesti invisibili di cui molto spesso si traveste l’amore: la dolcezza delle piccole cose, dell’inspiegabilità, dell’egoismo talvolta, della tristezza e della comprensione e compassione. FAIBEISOGNIop2Uno sguardo sul rapporto intimo di un’affettività mancata e sulla crescita di un uomo (Massimo adulto è interpretato da un ottimo Valerio Mastrandrea), che con il senso di colpa di un abbraccio tradito, riscopre le carezze vere accompagnato dalle belle melodie di Carlo Crivelli mentre passano le immagini di guerra e di vita fotografate da Daniele Ciprì.

Ma Valerio Mastrandrea era a Cannes non solo per presentare il film di cui era protagonista assoluto, ma anche per accompagnare Daphne – nello straordinario ruolo di sua figlia – nella piccola perla che ci ha regalato Claudio Giovannesi con “Fiore”.

 

P.S. E per chi volesse vedere alcuni dei film internazionali vincitori a Cannes, c’è in programma dall’8 al 12 giugno “Le vie del cinema da Cannes a Roma” nei cinema Eden, Fiamma e Quattro Fontane:

http://www.agisanec.lazio.it/pdf/cannes/2016/catalogo_programma_cannes2016.pdf

I FILM ITALIANI ALLA QUINZAINE DI CANNES PARTE II – GIOVANNESI E VIRZÌ

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