FANTASTIC 4 – FLOP TRA I TOP

di Fabrizio Lucati

FANTASTIC 4 – FLOP TRA I TOP

di Fabrizio Lucati

FANTASTIC 4 – FLOP TRA I TOP

di Fabrizio Lucati

 

Giovedì 10 settembre, più di mese dopo la release statunitense datata 7 agosto, esce nei cinema italiani “Fantastic 4”, reboot dei due film diretti da Tim Story nel 2005 e nel 2007. Il film, purtroppo, non riesce a migliorare il lavoro fatto precedentemente.

Piacciano o no, e a chi scrive piacciono, i cinecomic sono il trend hollywoodiano del momento. Ma com’è nato questa corrente blockbusteriana?

Bisogna tornare indietro di quindici anni. Era il 2000, i Superman di Donner, i due buoni Batman di Burton e i due orrendi di Schumacher sono un ricordo.

Un giovane regista americano, che aveva stregato tutti con “The Usual Suspects”, porta al cinema gli X-Men, testata della casa editrice Marvel che segue le vicende dei mutanti, ovvero persone nate con geni differenti, nuovo passo evolutivo dell’uomo che combattono sia tra di loro, lo scontro tra la fazione buona degli Xmen del Professor X, fazione cattiva la confraternita dei mutanti di Magneto, ma soprattutto combattono contro il pregiudizio delle persone normali. Il film incassa quasi 300 milioni in tutto il mondo. La Fox (concessionaria dei diritti per il cinema del fumetto), ringrazia. La miccia è accesa.

Fantastic 4

Nel 2002, dopo un breve rinvio – causa l’11/9 -, debutta al cinema lo Spiderman di Sam Raimi. Il regista ha alle spalle titoli horror anni ’80, quelli trucco prostetico, delle pompette di sangue finto. Il film e il suo seguito del 2004, sono il mix dell’esperienza di Raimi e della solida produzione della Sony. Successi di pubblico e critica. Quell’anno però, qualcosa si rompe.

La Fox prova a raddoppiare, dopo il sequel sui mutanti, apre un altro franchise, il super gruppo dei Fantastici 4 è il nuovo progetto. Il cast ha due sex symbol nascenti, Evans e Jessica Alba, nel ruolo dei fratelli Storm, due fenomeni della televisione Chiklis (The Shield) e McMahon (Nip/Tuck) rispettivamente La Cosa e il villian Dr Destino e il misconosciuto, che così rimarrà, Gruffudd nel ruolo del Dottor Richard, leader del quartetto di supereroi, alla regia Tim Story, regista di due commedie ambientate nella comunità afroamericana di Chicago e qualche videoclip.

Il film è orrendo, il suo sequel di due anni dopo peggiore. In quegli anni, vengono rilasciati altri pessimi cinecomic targati Fox: il Daredevil di Mark Steven Johnson il terzo episodio di X-Men. Se si aggiunge il fallimento della Sony con il terzo Spiderman, per i fumetti al cinema sembra essere la fine.

Succede qualcosa. Succede il 2008. La Disney acquista la Marvel e fonda i Marvel Studios. Sotto la direzione di Kevin Feige si inizia a muovere qualcosa. John Favreau a dirigere. In primavera esce al cinema Ironman, il primo film esclusivamente made in Marvel.

Mai un film su un fumetto così prima. Se per Spiderman si era evitato qualsiasi riferimento all’attentato alle Torri Gemelle, questo film si apre nell’Afghanistan invaso dagli USA, dove il loro miglior fornitore d’armi, un egocentrico e geniale multimiliardario rapito e rinchiuso in una caverna/bozzolo, avrà la sua metamorfosi uscendone diverso, migliore. Robert Downey jr è perfetto nel ruolo, forse anche a causa della sua vita privata. Il film è un successo. Viene inaugurato l’UCM o universo cinematografico Marvel.

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Il 2008 non è solo della Marvel, la Warner bros., proprietaria della DC Comics, non sta a guardare e rilascia The Dark Knight di quel genio di Christopher Nolan. Christian Bale è Batmam, il compianto Heath Ledger la sua nemesi, il Joker.

I due film, anche se in maniera diversa, portano gli eroi e villian nella realtà. Feige, come già detto e come da sempre fa la casa delle idee sulla carta stampata, integra i suoi personaggi nel mondo reale. La DC con Nolan, creano una versione dell’universo narrativo e i suoi personaggi talmente verosimili da rendere plausibile la possibilità dell’esistenza di un miliardario vestito da pipistrello che lotta contro un criminale anarchico truccato da joker. Due enormi successi. Record d’incassi in frantumi.

KickassI supereroi diventano personaggi fissi nelle locandine e nelle sale cinematografiche. La loro, è una figura affermata nell’immaginario del pubblico cinematografico, i tempi sono maturi per fare qualcosa di nuovo, destrutturalizzare. Vengono trasposti Kickass di Millar e Watchmen di Alan Moore. Watchmen

Il primo, diretto da Matthew Vaugh, segue la storia di un ragazzo amante dei fumenti che decide di diventare come i suoi idoli, pagando sulla sua pelle questa decisione. Il film va bene negli Stati uniti ma malissimo nel nostro paese.

Watchmen di Zach Snyder, ispirato dalla locuzione latina “Quis custodiet ipsos custodes?” ovvero chi sorveglia i sorveglianti, racconta la storia di un mondo in cui i vigilanti esistono e sono esistiti, di come questi abbiamo condizionato usando la violenza per il bene, il nostro mondo. Successo di critica, poco amato al botteghino.

cronichleNato invece solo per la celluloide, Chronicle di Josh Trank. Tre ragazzi e adolescenti ricevono il potere della telecinesi e come tre adolescenti lo affrontano e con tutta l’emotività, la fragilità e la precarietà di tre adolescenti sapranno gestire il loro psotere. Prodotto dalla Fox Searchlight con soli 12 milioni di budget, il film incassa 127 milioni di dollari, in proporzione il successo maggiore dei tre. I tre registri vengono presi in serie A:

Vaugh dopo l’ottimo lavoro fatto con il fumetto di Millar, viene assoldato dalla Fox per riportare al cinema i mutanti della Marvel. Il film, un prequel, ambientato negli anni ’60 del ventesimo secolo, è prodotto seguendo la filosofia della casa delle idee. Ben scritto e con un cast d’eccezione, Fassbender e McAvoy in testa, collegato al vecchio corso dei mutanti dalla comparsata di Hugh Jackman nel ruolo simbolo della sua carriera, l’artigliato Wolverine, Xmen – First Class riporta in voga i mutanti e vengono ordinati altri due film.

Zach Snyder viene chiamato da Nolan, dopo il successo del suo Batman, gli viene chiesto di supervisionare la creazione di un universo cinematografico da contrapporre alla oramai strapotente e strafottente Marvel (guardatevi Guardians of the Galaxy per capire), per riportare sul grande schermo il supereroe per eccellenza, Superman. Josh Trank invece, è chiamato dalla Fox per il film che ha ispirato quest’articolo. Fantastic 4. Come è possibile che questo film sia così brutto? Le ragioni sono poche e semplici:

  • Motivazioni: il film nasce per i motivi sbagliati. La Fox si ricorda che i diritti di utilizzo del film scadranno a breve, pur di non riconsegnare alla Marvel un’altra arma per mangiarsi il mercato, mette in cantiere con tutta fretta un reboot .

  • La produzione, se è vero che Trank si comportava da pazzo, la produzione era allo sbaraglio. Se non sei la Marvel e ora come ora vuoi fare un film su personaggi Marvel, devi avere le idee chiare. Queste mancavano totalmente, la fretta con cui è stato messa su la produzione ha portato a far dimenticare ai produttori una cosa fondamentale, una visione di come utilizzare i propri personaggi e dove farli arrivare, questo ha portato ad un film dalla sceneggiatura debole che, come molti hanno già commentato, sembra essere un lungo trailer per qualcosa che ancora non esiste nemmeno nelle loro teste. Se consideriamo che su dozzina di titoli in dieci anni, solamente un quarto sono prodotti riusciti e tutti con firme eccellenti, proprio la scelta del regista è l’errore peggiore

  • Trank è stato un errore. Viene da ottimo lavoro, ma un contro è trasformare in un film a basso budget una storia nata per il cinema che non ha alle spalle una tradizione cartacea, un conto è affrontare personaggi simbolo e noti al grande pubblico con a disposizione un budget che ti consente sì di avere di più, ma porta oneri maggiori di rendicontazione verso la produzione. I suoi comportamenti da dittatore folle poi, hanno reso il set un ambiente insostenibile per cast tecnico e artistico. Fuori dal set, un folle e basta: ha lasciato la casa pagata dalla produzione con 100 mila dollari di danni; ha twittato durante la postproduzione illazioni e insulti sul suo stesso film.

Nonostante tutto quello che è successo, produzione pessima, regia turbolenta, postproduzione fatta di toppe e reshoot, lo sceneggiatore Simon Kimberg, subentrato a metà riprese per mettere toppe (altra dimostrazione del fallimento della produzione) parla di sequel per l’estate 2017.

Menzione speciale del film, al cast. Molti hanno criticato la giovane età degli attori, ma il film, come UCM, prende spunto dalla saghe Ultimate dei fumetti (le storie dei personaggi riadattate ai giorni nostri), i 4 poco più che ventenni sono in linea e gli interpreti sono nei loro ruoli. Miles Teller, giudicato “next big thing” dopo Whiplash, è un Richards nerd si ma leader del gruppo; Kate Mara apprezzata in “House of Cards” è Sue Storm. Micheal B Jordan, già con Trank in Chronicle, è la torcia umana riempita di critica per il suo essere di colore, ma non ricordo tante polemiche per la scelta di Jessica Alba, attrice messicana, per il ruolo dell’algida Sue. Jamie “billy Elliot” Bell interpreta, Ben Grimm e la Cosa in MoCap, anche qui critiche a non finire per il design (ottimo per quanto mi riguarda) e la cgi (pessima anche per me) ma sempre meglio del trucco kitch di Chiklis nei precendeti Film.

Per concludere, la Fox si è buttata fuori dal treno da sola. Gli Xmen, con cui ha inaugurato questo corso cinematografico, chiuderanno il prossimo anno il ciclo iniziato nel 2000. In programma ha l’adattamento Gambit, ma come l’esperienza Wolwerine dimostra non sono in grado di gestire spinoff. Deadpool sara un ratedX (vietato ai minori), ha poche speranze di fare grandi incassi. Le concorrenti Warner/DC e Marvel, non aspettano nessuno, hanno schedulato 20 titoli per i prossimi 5 anni.

Non c’è più tempo per recuperare. L’epoca dei cinecomic, come ha da poco profetizzato un tizio di nome Steven Spielberg, è destinata a finire. Non sono le parole di una persona invidiosa tenuta fuori dal gioco, ma quelle di un uomo che nel gioco c’è da anni e sa come starci. Il paragone fatto da Spielberg, i cinecomic ai western, è azzecatissimo. I western hanno fatto il loro corso, seguiti dai polizieschi degli anni ‘70, le grandi avventure degli anni ‘80 e i film catastrofici dei ’90. Hollywood trova sempre un modo per fare cassa. Il cinema dei fumetti, come ogni altro genere di film da incasso, finirà, forse, proprio tra 5 anni, quando la Marvel, regina, chiuderà il suo ciclo con il doppio Avengers – Infinity War.

di Fabrizio Lucati

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