Fairy Firenze

di Ariella Fonsi

Fairy Firenze

di Ariella Fonsi

Fairy Firenze

di Ariella Fonsi

Mi sono sempre considerata una persona abbastanza cosmopolita: mi piace viaggiare, parlare con persone che non conosco e con cultura diversa dalla mia, mangiare cibi esotici (che non è un gran merito considerato che sono vegetariana e di esotico al massimo posso mangiare la papaya) e in generale confrontarmi con tutto ciò che è diverso da me.

Mio malgrado, però, in una cosa sono tremendamente  prevenuta: il nord Italia (o meglio, di tutto ció che sta al di sopra di Roma). Di tale grave lacuna mi sono resa conto parlando con un amico, mentre elencavo le città visitate in Italia mi rendevo conto che oltre Roma ci stava ben poco: Perugia (ma solo per la cioccolata all’Eurochocolate) e l’Emilia-Romagna, terra che porto nel cuore e nel sangue, essendo per un quarto cesenate.firenze

Insomma, per farla breve, settimana scorsa ho deciso di optare per un weekend fuori porta nella rinomata Firenze. Prologo: di Firenze pensavo fosse altezzosa, troppo sfarzosa e insopportabilmente ordinata e precisa. Epilogo: l’ho trovata deliziosa, bella da togliere il fiato e accogliente. Sorprendentemente (per me e per i miei pregiudizi, ma non per i più, lo so), mi sono innamorata di questa città. Mi sono innamorata del cibo, così genuino e semplice (la schiacciata vegetariana di All’Antico Vinaio ha un suo perché credetemi), del centro storico, racchiuso come una bomboniera all’interno dei viali disegnati sul solco delle vecchie mura medievali, animato e frizzante. Banalmente e prevedibilmente, mi sono lasciata incantare dall’arte e dall’architettura del capoluogo toscano. Le foto raffiguranti la cattedrale di Santa Maria del Fiore non rendono giustizia alla solennità della chiesa madre di questa città, con i suoi colori brillanti, che colpiscono lo sguardo, incantando chiunque  si ritrovi a passarci accanto. Ma la peculiarità, a mio parere, della bellezza di questa città (che traspare tra l’altro nella cura con cui è manutenuta),  è la delicata eleganza. Si pensi a Palazzo Pitti (in foto), dove mi sono lasciata all’ozio e al relax sdraiata sul prato del Giardino di Boboli, curato e serafico. Camminando, sul lungarno, salendo la scalinata che porta a piazzale Michelangiolo, ammirando le sfavillanti vetrine su Ponte Vecchio (perché a Firenze si cammina tanto, sempre e comunque, vi avviso), respiri la città, ne percepisci la storia e la cultura. Anche stando fermi a bere un bicchiere di vino (nel mio caso sulle panchine di fronte Palazzo Vecchio) o gustandosi un’elegante colazione da Scudieri a Piazza Duomo, non si può fare a meno di ammirare in silenziosa contemplazione il fascino d’altri tempi che avvolge questa città.

Firenze è una città da vivere nella sua interezza. Sulla vita notturna non ho niente da dire purtroppo (posso solo riportare il clima avvolgente e gioioso che si respira a Piazza della Repubblica, che la sera si anima di luci e musica), venivo da una settimana pesante e sono crollata nel letto alle dieci di sera: un buon motivo per tornarci e completare il racconto!

 

Foto di Ariella Fonsi

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