Età pensionabile e pensione netta: ultime novità

di Brando Amedei

Età pensionabile e pensione netta: ultime novità

di Brando Amedei

Età pensionabile e pensione netta: ultime novità

di Brando Amedei

Nel 2017 ci sono stati alcuni cambiamenti riguardanti il calcolo pensioni. Scopri di più su come calcolare l’età pensionabile e l’importo.

Età pensionabile e pensione netta, come variano con la Legge di Bilancio 2017

Da diversi anni, ormai, le principali domande che assillano gli italiani sono due: quando andrò in pensione e a quanto ammonterà il mio assegno mensile?
Ultimamente, ai cittadini è infatti sembrato che la soglia per l’età pensionabile si alzasse sempre di più, tanto da venire descritta quasi come un miraggio. Vediamo dunque come stanno realmente le cose, e come cambia la situazione quest’anno con le nuove leggi approvate.

Cambiamenti introdotti per il calcolo dell’età pensionabile

La legge di bilancio, entrata in vigore il primo maggio 2017 apporta alcune modifiche, sebbene non stravolga la nota Legge Fornero: l’età pensionabile rimane 66 anni e 7 mesi per gli uomini, 65 anni e 7 mesi per le donne che lavorano in ambito autonomo e 66 anni ed 1 mese per le dipendenti.

Condizione necessaria per il pensionamento anticipato, invece, è sempre il raggiungimento di 41 anni e 10 mesi di contributi per gli individui di sesso femminile, e di 42 anni e 10 mesi per quelli di sesso maschile. Cosa c’è, dunque, di nuovo? La legge di bilancio introduce due possibilità per il ritiro anticipato di quattro categorie di lavoratori, senza distinzioni tra dipendenti ed autonomi.

Condizione necessaria per usufruirne è trovarsi in evidenti condizioni di difficoltà: per esempio, si qualificano invalidi, persone che hanno a proprio carico familiari afflitti da condizioni che ne limitano l’indipendenza, e addetti a mansioni gravose.

Ape agevolato e i 41 anni di contributi per il pensionamento

I due strumenti messi a disposizione di queste quattro categorie di lavoratori sono l’Ape agevolato e la possibilità di ritirarsi dall’attività lavorativa dopo il conseguimento di 41 anni di contributi effettivi, a prescindere dall’età degli individui in questione. Ciò sarà possibile, a patto che si siano svolti almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del compimento del 19esimo anno d’età.

Cos’è l’Ape agevolato?

L’Anticipo pensionistico (siglato Ape) è dedicato a chi vuole andare in pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile effettiva. Questo è possibile, generalmente, previa apposita richiesta da presentarsi all’INPS, coprendo con pagamenti volontari il periodo di contribuzione necessario a ricevere l’assegno di pensionamento.

L’Ape agevolato è un sussidio, introdotto con la legge di bilancio, che servirà a raggiungere il pensionamento anticipato. Ovviamente, di nuovo, non è rivolto a tutti, ma solo a quelle categorie di lavoratori meritevoli che abbiano raggiunto almeno il 63esimo anno di età. Costoro devono, inoltre, essere iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti.

Se, invece, si tratta di persone in proprio, si fa riferimento alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla gestione separata dell’INPS. Sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle casse professionali. Ulteriori selezioni vengono applicate per i disoccupati, gli invalidi e gli addetti ai lavori gravosi. Insomma, si tratta di un procedimento piuttosto selettivo, e sarà provvisorio fino al dicembre del 2018, laddove si valuterà se e come continuare l’esperimento, in base ai risultati ottenuti. L’assegno contributivo lordo previsto, comunque, dovrà avere un importo pari o inferiore a 1500 euro. A ciò si aggiunge ovviamente l’Ape volontario, che però, come abbiamo visto, non cambia forma.

Cumulo dei periodi assicurativi, finestre mobili, opzione donna

Tra gli altri cambiamenti, viene precisato ed ampliato il cumulo dei periodi assicurativi, che consente ai lavoratori di accumulare in vista di un’unica pensione i periodi assicurativi accreditati presso diversi datori di lavoro, senza ulteriori spese a loro carico: utile, questo, per il raggiungimento dei requisiti contributivi per la pensione, di vecchiaia o anticipata.

Abbiamo anche l’abolizione delle finestre mobili relativa alle mansioni usuranti e la proroga dell’opzione donna per le lavoratrici che abbiano compiuto 57 anni e raggiunto i 35 di contributi prima del 1 gennaio 2016. Viene abolita anche la penalizzazione per le uscite nel 62esimo anno di età.

Quindi, come calcolare la pensione netta e l’età pensionabile nel 2017?

La previdenza obbligatoria pubblica, prevista dall’INPS, consente il conseguimento della pensione di vecchiaia ed anticipata secondo i requisiti di età e di contribuzione riportati ad inizio articolo. Le condizioni cambiano solamente se appartenete alle categorie individuate dalla legge di bilancio.

L’unica effettiva modifica è l’opzione donne, che consente alle lavoratrici che rispondono ai prerequisiti di chiedere il pensionamento anticipato. Per calcolare l’età in cui si potrà avere diritto alla pensione di vecchiaia, basta considerare entro quanto tempo si copriranno i contributi richiesti dallo stato.

Questo vale anche nel caso in cui si abbia l’autorizzazione al pagamento dei contributi volontari per il raggiungimento del pensionamento anticipato. Se avete i prerequisiti per entrare a far parte delle categorie coperte dalla legge di bilancio, per conoscere le variazioni precise il consiglio è di rivolgersi ai calcolatori online, messi a disposizione anche dalla stessa INPS.

Pensione netta

Le prestazioni previdenziali sono sempre equiparabili al reddito annuo della propria attività lavorativa: in parole povere, questo significa che il valore dell’assegno pensionistico varia in base a quanto si guadagnava col proprio lavoro. In generale, possiamo arrivare, anche con l’ausilio dei suddetti calcolatori, ad un importo lordo, a cui andranno però detratte diverse tassazioni.

Prima di tutto, infatti, bisogna pagare l’Irpef (imposta sul reddito delle persona fisiche), che varia appunto in funzione del reddito: a seconda della fascia a cui si appartiene, c’è un’aliquota corrispondente. Alla cifra rimasta dopo la detrazione dell’Irpef, andrà ulteriormente sottratto l’importo delle addizionali comunali e regionali, e invece si potranno aggiungere le detrazioni di imposta. Le prime dipendono, come si può intuire dal nome, dal comune e dalla regione di riferimento, mentre le detrazioni Irpef vengono applicate in base al reddito pensionistico.

Conclusioni

Per concludere, risulta chiaro che le modifiche apportate con la legge di bilancio del 2017 siano molto specifiche ed indirizzate a ristrette categorie. Per questo, la risposta alle domande riguardo a quando andare in pensione, e l’importo che si riceverà ogni mese, rimane la stessa, e i metodi di calcolo quelli tradizionali.

Qualora apparteneste alle categorie protette, o vogliate comunque verificare la vostra età pensionabile e la pensione netta, vi basterà rivolgervi ai sopracitati strumenti online dedicati che vi aiuteranno, svolgendo i calcoli per voi in base alle più recenti modifiche.

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