Schlein, la rinascita di un partito?

Elly Schlein:
la rigenerazione di un partito?

Eletta la nuova segretaria del Partito democratico

di Pietro Maria Sabella

Schlein, la rinascita di un partito?

Elly Schlein:
la rigenerazione di un partito?

Elly Schlein:
la rigenerazione di un partito?

di Pietro Maria Sabella

Schlein, la rinascita di un partito?

Elly Schlein:
la rigenerazione di un partito?

Eletta la nuova segretaria del Partito democratico

di Pietro Maria Sabella

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito democratico.

Elly Schlein, nuova segretaria del Partito democratico

Non più rottamazione, ma sicuramente “ricambio”, o meglio ancora “rigenerazione”

Questo è il termine che probabilmente può descrivere meglio l’esito delle primarie del Partito Democratico, concluse da poco con la vittoria di Elly Schlein alla segreteria. Esito prevedibile per chi non è mai stato possessore di una tessera del partito o non è mai riuscito ad imporsi dal basso all’interno dei circoli locali, ma ha cercato di vedere in questa forza politica un’alternativa alla destra conservatrice.

Risultato invece poco raccomandato o sperato da chi la crisi del partito non riusciva più a governarla in questi ultimi mesi. Nel gioco delle parti del bipolarismo, la necessità di un partito sociale e liberale, attento ai diritti e inclusivo, è evidentemente rimasta forte e presente fra tutti coloro, circa un milione, che hanno partecipato al voto.

Del resto, una eventuale astensione di massa avrebbe sostanzialmente sancito la fine di questa esperienza politica e aperto praterie ai movimenti e ai partiti, oggi di minoranza, nella caccia all’elettorato di sinistra apolide. Per un verso, dunque, il partito fondato da Veltroni può tirare un sospiro di sollievo, ma dall’altro è obbligato adesso ad un’opera di rigenerazione interna ormai non più procrastinabile. Elly, in fondo, ha 37 anni, rappresenta una nuova generazione con nuove esigenze e sensibilità. 

A differenza però di chi ha invocato negli anni la rottamazione, ha subito aperto ad uno scambio intergenerazionale, a testimonianza della volontà di allargare la base e di allacciare ponti fra il passato e il futuro, sia interno che esterno al partito democratico.

Dunque un cambio di guardia è certo ma senza smembrare le ricchezze, tuttavia ormai davvero poche, ereditate dai fondatori. In questo compito, dovrà stare attenta a correnti e vortici e non lasciare che le varie sensibilità, vitali per un partito maggioritario, diventino centri nevralgici di interessi contrapposti ed allo stesso tempo non lasciarsi tentare dal populismo, che anche a sinistra può bene attecchire e creare danni.

Deve rigenerare i circoli, allontanare i detrattori dai posti di rilievo e responsabilità, verificare le capacità dei rappresentanti locali, dei segretari di partito a livello comunale e provinciale e, da lì, ripopolare l’area di sinistra di veri volenterosi.

Le sfide poi sono immediate e urgenti ma le esigenze del Paese impongono, una volta per tutte, delle strategie non fondate sul day by day, nell’inseguire i media, gli eventi e l’economia, ma piani di progettazione politico-economica di lungo termine.

Lavoro e salario minimo, sostegno economico ai ceti più in difficoltà, immigrazione e integrazione europea, ambiente e tutela del patrimonio paesaggistico e culturale, guerra in Ucraina, sono le questioni su cui le generazioni più giovani, che hanno dato fiducia alla Schlein, chiedono una risposta reale e concreta. Non è più tempo per aspettare, non è più tempo per guardare i morti spiaggiarsi sulle nostre coste, lasciare che la guerra vinca sulla pace e la diseguaglianza sul lavoro, ora che si affaccia la primavera, è tempo che la democrazia torni in Parlamento.

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