E tutto intorno “TACET”

di Tommaso Fossella

E tutto intorno “TACET”

di Tommaso Fossella

E tutto intorno “TACET”

di Tommaso Fossella

E tutto intorno “TACET”O almeno così dovrebbe essere l’ambiente durante l’ascolto di “Tacet”, il disco di esordio del giovane cantautore siciliano Leonardo Gallato, classe 1991, con all’attivo già una raccolta di poesie dal titolo “Silenzi”, edita da “Terre Sommerse”

Non c’è frattura infatti tra la poetica ed il suono di Leonardo, sono reciprocamente l’una al servizio dell’altro, entrambi, strumenti che danno voce alla variopinta anima di quello che possiamo definire un vero e proprio aedo dei nostri tempi. 

Il disco si presenta subito con un ottimo sound e l’impressione, alla luce delle molteplici qualità sonore e artistiche che il disco sprigiona è quella di un artista che ha già fatto buona parte del suo percorso musicale. E invece è sorprendente scoprire che si tratta del suo primo lavoro discografico.  

Gli arrangiamenti, molto ben studiati, si amalgamo perfettamente alla struttura delle canzoni e all’intensità che queste, con le dovute differenze stilistiche, esprimono. Questo è un elemento che, per un cantautore che si muove con naturalezza tra vari generi musicali, può fare la differenza. A prevalere sono, sicuramente, le ambientazioni acustico-folk; ma la presenza di strumenti elettrici, con le loro incursioni jazz, rock ed elettroniche, fornisce un respiro molto più ampio, che non permette una banale etichettatura del disco. Le tracce sono cantate tutte in dialetto siciliano, eppure questo non è un limite per chiunque non abbia conoscenza alcuna della lingua sicula. Infatti, allegato al cd, in tutti i suoi formati, troviamo un libretto (con delle bellissime illustrazioni ad opera dell’artista Federica Sessa) all’interno del quale sono presenti i testi originali e le traduzioni a fronte. 

Tra le cose che rimangono impresse vi è, senza dubbio, la capacità di cambiare drasticamente sonorità all’interno di un singolo brano. Ciò accade, per esempio, in “Canzuni ‘Pi Giuda ’Scariota”, una traccia melodica che si presenta come una morbida ballad e dalla quale si sprigiona, in maniera del tutto inaspettata, uno struggente momento elettro-rock del tutto armonioso. Tutto questo è stato reso possibile grazie alle notevoli capacità dei musicisti che hanno preso parte alla realizzazione del lavoro (Claudio Covato: cori/chitarra in Vientu, Comu ‘ntauru a mattanza, Saluti; Giulio Gianì: cori/sax soprano/sax tenore; Innorcia: basso; Daniele di Pentima: batteria).  

Un album ricco, ricchissimo, intriso della classicità che certamente permea Leonardo e che echeggia sin dal primo brano: Vientu, in cui sin dalle prime strofe è chiaro il rimando al topos letterario di matrice omerica della similitudine tra la vita dell’uomo e quella delle foglie e la potenza della musica non è altro che il perfetto dipinto sonoro dell’urlo di ogni uomo dinnanzi all’inesorabile trascorrere del tempo che porta via il “verde” della giovinezza, come il vento pulisce le strade; è un brano in cui vengono convogliate sonorità tipiche delle terre sicule e distorsioni rock di stampo tipicamente anglosassone. Degno di nota è anche “Comu ‘Ntauru A Mattanza”, un brano che effonde tutta la sua melanconia fin dall’inizio e la cui forza confluisce in un esplosivo assolo di sax. 

Filo conduttore tra i brani sono le storie: storie di persone, storie di vita, luoghi, amori e terre, raccontati con fascino e poesia solo da chi, come Leonardo Gallato, vive da sempre tutto ciò. Dunque, non è azzardato ritenere che, dentro questo lavoro, si nasconda un piccolo tesoro della canzone italiana, una ricchezza degna dei migliori cantautori passati e presenti, che il panorama italiano ci ha donato e ci regala tuttora. 

Leonardo Gallato è un artista raffinato e il suo è un album in grado di arricchire il patrimonio musicale e folkloristico del nostro paese.  

Da ascoltare, conservare e promuovere con orgoglio. 

 

di Tommaso Fossella, all rights reserved

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