E’ per questo che ti scrivo

di Stefy Blood

E’ per questo che ti scrivo

di Stefy Blood

E’ per questo che ti scrivo

di Stefy Blood

Mi sento sola. È per questo che ti scrivo. Una città  che non conosco ancora del tutto, un freddo che non mi appartiene e solo un panorama a farmi compagnia. Cracovia è una di quelle città che avevo solo sentito nominare.  Eppure sono partita senza pensarci due volte. Ho fatto le valigie e sono scappata. Sono scappata da te, da quello che avrei voluto dirti e che invece non ho detto.

Ti ricordi quella sera da Paolo? Io ti guardavo. Ero attenta ad ogni tuo piccolo movimento, hai fatto anche quella tua smorfia strana, quella che fai sempre quando sei imbarazzato.Speravo ti avvicinassi a me per dirmi di andare via. Speravo mi dicessi: Vieni via con me. Avevo deciso che quella, potesse essere la nostra canzone. Ma non è andata così.  Sei andato via con lei. Avevi scelto lei invece che me. Hai scelto la strada più semplice da percorrere. Non hai avuto il coraggio di amarmi. O forse il coraggio non l’ho avuto io? Forse dovevo essere io a dirti quanto ti volevo. Ci siamo amati fin da subito. Non lo sapevamo ma ci amavamo.

Ci sono -10 gradi qui. Una cosa normale. Ci si riscalda con la vodka o con il vino caldo che si può acquistare per strada. Si ride, si scherza. La gente non è poi così male. Si avvicina Natale, c’è un bel mercatino, dovresti vederlo.Ti piacerebbe, ne sono certa. Ho comprato un paio di orecchini, simili a quelli super colorati che odiavi tanto. Ne ho perso uno il giorno della mia partenza. Quando sono arrivata in albergo e me ne sono accorta, ho sorriso. Ho pensato che tu saresti stato felice di saperlo. Perché non ci siamo mai chiesti niente di noi due? Perché? 

C’è una persona nella mia vita. Il classico italiano, venuto con la speranza di incontrare una bella polacca da portarsi a letto. Ed invece ha trovato me. Dovevi vederlo mentre cercava di chiedermi con un pessimo inglese, di scattargli una foto. Ora le foto le fa solo insieme a me.

Tutto iniziò con questa lettera, dopo quasi un anno di silenzio tra me e Jacopo. Avevo deciso di tornare a casa. Era arrivato il momento, mi sembrava di essere più forte. Avevo affrontato il freddo inverno polacco, avrei potuto combattere qualsiasi cosa.
Ero finalmente arrivata a casa. Un viaggio che mi sembrò lunghissimo. Ansia di rivederlo, ansia mista ad emozione. Il cd di Elisa ad accompagnarmi per tutto il tempo.
“Eppure sentire, un senso di te”.
“Gesù ti prego, fa che non lo incontro.” “Gesù ti prego, ti prego.”
Il destino è beffardo. Passeggiavo. Avevo voglia di respirare il mio Paese. Ero mancata troppo tempo ma non succederà  più. Chiudo gli occhi per un po’, appoggiata ad un muretto. Una mano sulla mia. La sua. Apro gli occhi, non ci credo. Deve essere solo un sogno, un sogno bellissimo.
– “Mi sei mancata, lo sai?”
– “Anche tu lo sai?” Stare tra le sue braccia era il regalo che volevo.
 
 
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