Diversity is in the hair

di Martina Cotena

Diversity is in the hair

di Martina Cotena

Diversity is in the hair

di Martina Cotena

Dedicato a tutte le donne che:
– bastano due gocce d’acqua e gli si arricciano i capelli;
– quando c’è brutto tempo i capelli gli si elettrizzano e diventano dei pouf;
– se la sera dimenticano di farsi una treccia prima di andare a dormire la mattina si alzano con i dred;
– si fanno la tinta e dopo 8 giorni hanno già la ricrescita;
– se non mettono mezzo flacone di balsamo dopo ogni shampoo non riescono neanche ad infilare il pettine nei capelli.. o quantomeno non lo riusciranno mai più a rimuovere;
– possono passare anche per tre ore la piastra, ma dopo 30 minuti la loro testa riprende una forma incerta.. o che viceversa possono stare con i bigodini anche per 5 ore, ma in meno di venti minuti da boccolo del 1700 passano a noodle bagnato del ramen…
…Insomma a tutte loro è dedicata l’ultima parodia sulle principesse Disney di Buzzfeed e il loro Hairstyle, una visione realistica di come sarebbero nella realtà (e non nella versione utopistica disneiana) le loro soffici e folte criniere.

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Già, perché diciamocelo, magari all’inizio di ogni cartone Disney sarebbe opportuno inserire un avviso sul genere: ATTENZIONE le scene che state per vedere sono girate da cinici professionisti, la vita reale non funziona così, quindi non abbiate aspettative irrealistiche basate sui contenuti a cui state per assistere.


Non conosco infatti una sola ragazza che non stia imprecando mentalmente verso una delle principesse: ragazze stupende, talentuose, fortunate in amore e con capelli perfetti stile “sono-appena-uscita-dal-parrucchiere” anche quando la cattiva di turno le sta metaforicamente facendo il culo; mentre noi siamo qui che già appena uscite dal parrucchiere non siamo perfette.. figuriamoci la mattina appena sveglie o in riva al mare con le onde tipo tzunami (avete presente cosa fa la salsedine ai capelli?).

Non solo loro, ma tanti altri si sono sbizzarriti a sfatare questo mito, che infondo sta un po’ scomodo, troppa sarebbe la perfezione a cui aspirare e troppi i limiti imposti da queste figure nel nostro immaginario. BforBel ha creato i post che le principesse metterebbero su instagram con commenti che dal naïve sfociano nel seriamente stupido e sono state RI-disegnate in versioni ipertatuate, obese o con gravi problemi di dipendenze.

Casa Disney sta provando a fornirci delle principesse più “diverse”: maschiaccie come Merida o di colore come Tiana, ma fondamentalmente neanche loro riescono a stare al passo con il laborioso e tachicardico cambiamento dei canoni estetici o alle polemiche legate a qualunque forma di canone estetico si affacci nel mondo. La diversità da anomalia sta diventando pregio da esaltare fino all’esagerazione e le nuove “principesse” nel mondo non potrebbero essere più atipiche ed anormali.

Quelli che fino a qualche anno fa erano difetti stanno diventando particolarità da esaltare e attraverso le quali comunicare. Due delle nuove principesse che appieno incarnano il concetto sono Chantelle e Viktoria, principesse che ridefiniscono non solo il concetto di femminilità, ma del corpo e della sua percezione.

Chantelle Harlow o Winnie è una modella canadese affetta da vitiligine (una malattia che causa la depigmentazione della pelle creando delle macchie molto più chiare rispetto al colore originale che con gli anni aumentano progressivamente) che sfata il mito dell’incarnato perfetto e della simmetria come sinonimo di perfezione. Ladybug, cosi la chiamano i suoi fans, infatti, ha delle macchie molto evidenti non solo sul corpo, ma anche sul viso che le hanno procurato anni e anni di bullismo, ma che adesso grazie a Tyra Banks e alla sua tenacia l’hanno portata al successo. “Dio mi ha voluta originale” è il suo motto e la sua originalità è quella che l’ha portata tra le Top.

Viktoria Modesta è Dj, cantante, modella e a venti anni ha deciso di farsi amputare una gamba. Aveva una grave malformazione alla gamba che per anni l’ha costretta in un in&out costante dagli ospedali e che alla fine l’ha portata alla decisione di liberarsi di quel peso e poter andare avanti con la sua vita. Da lì in poi è stato un combattere contro l’etichetta di disabile, che lei non accetta, e cambiare la visione che gli altri avevano della sua protesi: da menomazione ad accessorio glamour, da gamba di legno di Capitan Uncino a scarpetta di cristallo di Cenerentola. Si perché lei si considera la prima modella Bionica, ed insieme a Channel4 ha girato un video in cui ci mostra tutta la sua sicurezza, la sua femminilità e la “bellezza diversa” del suo pezzo mancante: “I have never felt comfortable thinking of myself as disabled and this has inspired me to actively challenge old-fashioned views and create a platform in mainstream pop-culture, with other artists, where I have always known I belonged. The time for boring ethical discussions around disability is over. It’s only through feelings of admiration, aspiration, curiosity and envy that we can move forward.”

Quello che loro incarnano, i concetti che portano avanti, i muri mentali che abbattono nell’immaginario collettivo di estetica e bellezza sono boccate di aria fresca che spirano su quei miti di perfezione e che, come il lupo dei tre porcellini, abbattono barriere e rialzano il morale di noi donne comuni che non viviamo scortate da make-up artist, stylist e parrucchiere.

Quindi, dedicato a tutte le donne che non si sentono perfette e guardano alle loro “difettosità” The Freak consiglia di farsi ispirare dalle “nuove principesse” e dedica la frase di Thar Ben Jelloun: “Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste cose sono relative. Ciascun volto è il simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi.”

Di Martina Cotena.

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