Diego De Silva insegna a “Divorziare con stile”

di Redazione The Freak

Diego De Silva insegna a “Divorziare con stile”

di Redazione The Freak

Diego De Silva insegna a “Divorziare con stile”

di Redazione The Freak

Vincenzo Malinconico, la figura ricorrente e divertente di alcuni romanzi di Diego De Silva, è un avvocato sfigato, per usare un termine di immediata e diretta comprensione, e di insuccesso. La sua carriera è fatta da rare comparse in tribunale e qualche causa discussa davanti al giudice di pace, che già fa presumere l’esiguo “stipendio” percepito. Tra una manciata di colleghi, fra cui spiccano figure pittoresche per lo più frustrate dalla professione, giudici ignoranti e pieni di sé che redarguiscono gli avvocati come fossero maestri con gli scolaretti, cause da due soldi in cui parte lesa è un “quasi-zio” che si frattura il setto nasale sbattendo alla porta a vetri di un tabaccaio, Malinconico riceverà l’inaspettata telefonata di una delle donne più avvenenti della società, niente di meno che la moglie dell’avvocato Ugo Maria Starace Tarallo, uno dei colleghi più temibili, subdoli e ricchi.

Malinconico apprenderà poi che il motivo dell’insolita telefonata è la trattazione della causa di divorzio dei coniugi, trovando con la donna una complicità del tutto singolare e, nel suo charme e in un’intraprendenza che eccede il ruolo di cliente, la motivazione per affrontare il difficile contenzioso con un avversario di tutto rispetto e che incute non poco timore.

La penna dello scrittore disegna un intreccio articolato e scorrevole, costruendo un romanzo leggero ed a tratti molto divertente sulla figura di un personaggio dalle discutibili doti professionali, un’intelligenza abbastanza vispa ma non condita da ambizione ed una certa pungente simpatia e battuta pronta che alleggerisce le continue riflessioni su argomenti spesso e volentieri esulanti dal contesto in cui agisce.

La lettura leggera e piacevole, tuttavia, non tace tematiche penetranti dal sapore amaro ed il modo superficiale e lascivo con cui vengono affrontate e trattate, in particolare nel nucleo familiare, sede degli insospettabilissimi e più ingarbugliati intrighi.

In una serie di situazioni esilaranti e tragicomiche, come può diventare la semplicissima e significativa cena tra vecchi compagni di scuola a cui Malinconico partecipa, da cui emergeranno vecchi screzi passati in cavalleria ma mai dimenticati, si sprigiona tutto l’essere deplorevole dell’uomo nella gestione degli affetti e delle relazioni.

Inoltre, la drammaticità della precarietà del libero professionista male avviato che traspare da queste pagine arriva diretta alla categoria che oggigiorno è sempre più ampia, alimentando simpaticamente i dubbi degli indecisi circa il desiderio di esercitare la professione e altrettanto simpaticamente e non troppo velatamente dando voce al luogo comune per cui gli avvocati di grido sono solo quelli che appartengono alla cerchia della gente giusta e adatta alla professione, quella “disonesta”.de silva

Da queste ascrizioni a categoria, per non dire generalizzazioni, dilaganti nella convivenza civile, il personaggio di Vincenzo Malinconico cerca di discostarsi, rappresentando una ribellione al piccolo sopruso del compromesso imposto dalla società.

Abile critico, scandaglia i rapporti tra esseri umani in ogni loro sfaccettatura, riflette sui massimi sistemi con ironia sottile ma, come spesso è tipico di chi troppo discetta, il suo atteggiamento si connota di una certa inezia: mentre è in preda alle sue elucubrazioni mentali la vita gli passa accanto, si ritrova in balìa degli eventi e, pur essendo un tenero padre ed un ex marito di cuore, vive solo e vede di rado i figli.

In continue digressioni del personaggio apparentemente insensate e spesso esorbitanti dalle situazioni ma mai noiose, in una trama non ben delineata e descrizioni sarcastiche e pungenti De Silva incastra un messaggio ben preciso ed efficace, attuale e disincantato.

Non c’è nessun lieto fine ma soltanto un caustico realismo tra il serio ed il faceto: non c’è modo egregio e legittimo per allontanare gli affetti, rompere le relazioni, divorziare, ciò che può “nobilitare l’uomo”, usando un’espressione del tutto impropria se collegata all’azione, in qualche modo è soltanto lo “stile” e l’eleganza con cui ci si appresta alle separazioni da chi ci è stato caro.

di Paola Sarra, all rigths reserved

 

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