Teatri pieni a Febbraio per San Valentino tra amore, tradimenti e separazioni
La sera di San Valentino a teatro era tutto pieno. Diversi gli spettacoli sold out e fa bene vedere che invece della tradizionale cena per festeggiare l’amore (o la vita da single) in molti abbiano scelto la cultura. Un riscatto della credenza per cui con la cultura non si mangia. E ce n’era per tutti i gusti. Tanti poi gli spettacoli recuperati anche fino a fine mese, peccato però per chi voleva assistere alle repliche in scena al Teatro dell’Orologio che ha visto chiudere i battenti con i sigilli della divisione amministrativa della Questura di Roma e l’intervento dei vigili del fuoco nella notte del 16 febbraio, per un’uscita di sicurezza da sempre non in regola.
Ma andiamo con ordine.

Il cult per eccellenza del teatro shakespeariano era in scena al Teatro Eliseo con Romeo e Giulietta interpretato da Lucia Lavia e Antonio Folletto, con Alessandro Preziosi nel ruolo trionfante, seduttivo, languido e inarrestabile nelle mille sfumature di un Mercuzio che invade la scena e si illumina nello sfondo della festa. La tragedia prende vita in una scenografia moderna di installazioni plastificate dentro cui si rifugiano le famiglie dei Montecchi e Capuleti, mentre colori fosforescenti raccontano l’amore dei giovani, che più del cuore è negli occhi e nel buio dove si incrociano mani e tristi presagi. L’energia prorompente di Romeo e la nervosa razionalità di una Giulietta diversa dalle più classiche rappresentazioni di fanciulla sognante e piuttosto trascinata nell’angoscia isterica che succhia il sangue e demoniaca nella bara della paura, portano l’opera conosciuta da tutti ad un livello d’amore meno chimico e più turbolento, a tratti aggressivo negli sguardi della Lavia, e ad un impatto visivo forte tra scelte sceniche che sorprendono e fermano il momento con luci, coltelli e spade mentre gli attori invadono il teatro. Interessante la regia di Andrea Baracco in una versione rock che risuona in un finale che riempie il palcoscenico in un letto di morte fumante, assieme al silenzio degli sguardi.

All’Orologio invece, andava in scena prima di chiudere, Liberi Tutti, scritto da Elda Alvigini e Natascia Di Vito per la regia di Elda Alvigini e con Elda Alvigini, Jun Ichikawa, Marius Bizau e Valerio Di Benedetto. Il tema di fondo erano le separazioni, uno spettacolo forse più per single o coppie non agli inizi, quelle consapevoli di ciò che vuol dire l’impegno di stare insieme e cosa comporterebbe la mancanza. Ma non si parla solo di separazioni d’amore: si alternano stili, linguaggi, toni e tematiche giocando, per farla breve, sulla linea di alcuni luoghi comuni tipicamente maschili e femminili, tra doppie spunte e tavoli stracolmi di cibarie, ma anche passando per momenti più delicati di riflessione interiore che si spacca come una ferita su un telo rosso, tra comunismo e bigottismo. Si racconta la perdita come separazione, il divano da cui non ci si stacca durante la settimana dell’identità maschile, il comfort del rifugio materno, le trincee dietro cui si cerca di proteggere il proprio essere libero, o piuttosto no, solo. Non libero.
Nella scenografia essenziale che prevede l’interazione con le opere dell’artista Alessio Ancillai, ci si confonde nei generi, passando da un richiamo alla separazione dal proprio Paese che porta gli immigrati sulle barche della morte, a momenti da musical e persino a riferimenti che regalano sprazzi di comicità, citando addirittura le ultimissime su Renzi e su questa società moderna che si racconta da sola. In questo miscuglio che si raccoglie in una palla da basket, c’è un inno a tutti i tipi di separazione: per raccontarci finalmente liberi tutti.
Per chi invece voleva giocare ad essere libero, pur in coppia, c’era l’opzione del testo intrigante di Harold Pinter, L’Amante, al Teatro Le Salette, che vedeva in scena, per la regia di Felice Sandro Leo, Martina Menichini e Alessandro Lupi, nelle vesti di Sarah e Richard, in un rapporto d’amore spento e conflittuale che porta i due ad indagare sull’importanza della verità per un matrimonio sano e su dove si possa arrivare per amarsi, proprio tra menzogna e verità, tra cosa si dice e cosa non si dice, in un gioco erotico e perverso che rimanda persino la fantasia ricostruita ad un dialogo che, in fondo, si ritorce nella quotidianità anche dell’alternativa. Sul palcoscenico, in un allestimento scenico essenziale, alla iniziale freddezza cinica tipica dello scrittore inglese, si unisce la passione di un tango tra incroci di scarpe lucidate e l’ora del thé imminente, preludio alle effusioni che si alternano ai giochi sillogistici di parole per scambi d’amore austeri.
Questi gli spettacoli visti e raccontati da The Freak in un febbraio che puntava sull’amore e i suoi derivati. Sperando che i pienoni di San Valentino si ripetano in occasione della Festa delle Donne che vede tanti spettacoli in scena e con una tematica più femminile (come Questo non è un Paese per Vecchie al Teatro Sala Uno, o al Teatro Due Silvia Gallerano in La Merda l’opera che ha scioccato il festival di Edimburgo, o la commedia Cuori in Salamoia al Teatro Euclide) e altri per tutti i gusti, dal giallo al Sistina e alla Sala Umberto, allo spettacolo impegnato L’Ora di Ricevimento con Bentivoglio all’Eliseo, al musical con la Cuccarini al Brancaccio, al classico Pirandello al Ghione, a Ragazzi di Vita al Vascello, il Faust versione cinese all’Argentina e l’Idiota al Teatro India dopo una settimana intera dedicata agli spettacoli che sarebbero dovuti essere stati in scena all’Orologio, sotto il titolo: “S’è fatto tardi molto presto”: una settimana in sostegno del Teatro dell’Orologio.
Che la presenza di sempre più gente a teatro possa essere un messaggio per quanti si occupano di cultura, perché una soluzione per il Teatro dell’Orologio (come anche il Rialto chiuso qualche giorno prima e altri teatri a rischio chiusura o già chiusi) si possa trovare. L’impegno si è visto nell’incontro Roma Theatrum Mundi, l’assemblea cittadina per il teatro avvenuta lo scorso 25 febbraio al Teatro India e nella partecipazione al momento di dare una sveglia alla situazione, organizzata spontaneamente nella piazza antistante proprio il Teatro dell’Orologio il 18 febbraio.
Nessun teatro si salva da solo. Andiamo tutti e tutte a teatro, e al bando gli streap-tease da 8 marzo.
Il video della manifestazione spontanea in supporto del Teatro dell’Orologio:
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di Alessandra Carrillo, all rights reserved