Con o senza Grazie!

di Elisa Russo

Con o senza Grazie!

di Elisa Russo

Con o senza Grazie!

di Elisa Russo
Eugenio è il nuovo carattere tipografico di Repubblica, disegnato appositamente per il giornale da  Commercial Type, lo studio di grafici specializzati nel disegno tipografico con sedi a New York e Londra.
Il carattere omaggia nel nome il fondatore del quotidiano, Eugenio Scalfari, ed è parte di un progetto di “ammodernamento” dell’informazione del quotidiano più ampio, che introduce anche un’app con approfondimenti: Rep:.
Eugenio, propone un’interpretazione del carattere impiegato dal quotidiano da quando arrivò in edicola il 14 gennaio 1976, nel tentativo di rendere la lettura ancora più piacevole con l’introduzione di tre caratteri: il Serif – con le cosiddette grazie – usato per la sezione delle News, il Sans – senza “grazie”-  usato per la sezione Cultura e Spettacoli e che segnala anche visivamente il cambio di argomento ed introduce una lettura più rilassata, ed infine il Textutilizzato per i testi e gli articoli.
Fino all’introduzione di Eugenio, avvenuta lo scorso 22 Novembre, Repubblica impiegava il Bodoni, il carattere creato nel 1798 dal tipografo Giovanni Battista Bodoni e caratterizzato da un alto contrasto tra le linee spesse e quelle sottili.
Il carattere, uno degli storici della tradizione tipografica italiana, è un esempio di font con Grazie, ovvero presenta alle estremità di ciascuna lettera dei piccoli allungamenti ortogonali, le grazie, per l’appunto.
Il Lapidario Romano, impiegato nell’antica Roma nelle epigrafi e successivamente anche nei manoscritti, può essere considerato il primo carattere della storia della tipografia di questo tipo.
La scelta dell’impiego delle “grazie” derivava da esigenze di tipo pratico, più che da una consapevole scelta estetica: gli scalpellini dell’antica Roma si imbattevano in non poche difficoltà nell’incidere le lettere con terminazioni ad angolo retto nella pietra.
Ma perché dare tanta importanza alla scelta “estetica” di un quotidiano, apparentemente non troppo essenziale e sicuramente secondaria rispetto ai contenuti?
Per chi si occupa di comunicazione, una scelta simile assume una dimensione rilevante, quasi fondamentale, perché parte delle scelte che riguardano la corporate image che riflette l’identità di un gruppo, ovvero l’insieme delle qualità che lo rendono unico e irripetibile.
Un aneddoto in merito al lettering ha come protagonisti John Pemberton, il farmacista polacco inventore della Coca-Cola, e Frank Mason Robinson, il suo contabile ragioniere:
Il primo Gennaio 1887 il Dottor Pemberton si riunì con i suoi soci. – Cari amici – disse – ci serve un maggio originale. Le otto lettere di Coca-Cola devono essere riconoscibili al primo colpo. Ma inimitabili, per chiunque le voglia plagiare. Ne va dell’avvenire della nostra marca. – 
Qualche giorno dopo Pemberton continuò – Signori. Il solo modo, il miglior modo di scrivere Coca Cola compare in questo libro. Guardate la bella scrittura a penna d’oca del nostro caro amico Robinson. È fascinosa e così personale che nessuno dei nostri concorrenti potrà mai riprodurla. – Sono passati oltre cent’anni, eppure Coca Cola “si scrive ancora con gli stessi filetti svolazzanti di Robinson, il ragioniere grafico.
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