COACHELLA, NON SOLO GAMBE: ERRORI DELL’ERA FB

di Martina Cotena

COACHELLA, NON SOLO GAMBE: ERRORI DELL’ERA FB

di Martina Cotena

COACHELLA, NON SOLO GAMBE: ERRORI DELL’ERA FB

di Martina Cotena

Gli status di Facebook sono sempre fonte di grandi riflessioni. Attraverso il loro studio si possono cogliere differenze generazionali, evoluzioni delle mode, problematiche politiche e sociali, dubbi e ignoranze.

Sulle ignoranze ci potremmo scrivere libri e non articoli, ma per il momento ci fermiamo a qualcosa di più elementare. Alcuni amici, di cui non farò nomi per non sottolineare le loro lacune, hanno portato all’attenzione di noi Freak il “problema” dell’ignoranza sul Coachella Festival. indexc

Cari amici,

vi scrivo due righe per dirvi che il Coachella non è una fiera delle gambe, né una rievocazione degli anni ’70, né un’esposizione di tende da parte di Decathlon: persone accreditate ci confermano sia essere, piuttosto, un evento musicale e artistico di una certa rilevanza.

Finito il 24 aprile 2016 il Coachella festival è nato per la musica e il suo nome per intero all’anagrafe è: Coachella Valley Music and Arts Festival. Uno dei più importanti festival musicali al mondo (la prima edizione è del 1999), che ogni anno si svolge a Indio, una città della California a circa 200 chilometri da Los Angeles.

Il festival si svolge nell’arco di due weekend consecutivi, nei quali gli stessi artisti tengono concerti diversi a distanza di una settimana. Guns n’roses, Sia, Calvin Harris, Ellie Goulding, Disclosure, James Bay, Alessia Cara, questa una carrellata veloce dei nomi di quest’anno, per non parlare degli anni passati: Red Hot Chili Peppers, Madonna, Daft Punk, Coldplay, Prince, Muse, Phoenix, Drake, Arcade Fire, Gorillaz, Kings of Lions, The Cure, Radiohead, Bjork, Depeche Mode e chi più se ne ricorda, più ne metta.

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Inoltre, anche se nessuno ne parla mai, spettacolari installazioni artistiche si mescolano tra palchi e ristoranti pop up. Quelle di quest’anno sono state:

  • Armpit di Katrina Neiburga e Andris Eglitis, una struttura sul generis “casa sull’albero fai da te” dove vengono riproposte le vite segrete dei garage men. Un’installazione a metà tra il riciclaggio e la tecnologia che permette alle donne di entrare nel misterioso mondo degli uomini e agli uomini di diventare gli oggetti sui display.
  • Katrina Chairs di Alexandre Arrechea – il cui titolo si riferisce all’uragano del 2005 che devastò parecchie città. Con le Katrina Chairs (giganti costruzioni giallo limone che saltano all’occhio) l’artista ha immaginato una struttura che innalza la comunità dal pericolo e incoraggia il dialogo sullo spazio del design.
  • Sneaking into the snow di The Date Farmers (ovvero Armando Lerma e Carlos Ramirez) che attraverso giganti sculture colorate di legno omaggiano una storia reale di lutto familiare e artistico.
  • Portals di Phillip K.Smith III, un’opera che ci allinea alla solitudine del deserto, alla sua particolare luce e alla pace che ci può donare se ci si prende il tempo di osservare.
  • The tower of twelve stories di Jimenez Lai, che ci offre una metropoli cartoonata di piccoli spazi-bolla popolati da eccentrici personaggi.
  • Besame Mucho di R&R Studios è una rivisitazione della scritta HOLLYWOOD ma con un messaggio realizzato con un linguaggio flower power (100.000 fiori di seta nella gamma cromatica dei rossi arancio gialli). Durante un’intervista hanno dichiarato: «imaginary solution for a better world to come, a future of everyone dancing in the green — poetic and political, without being militant, a way to criticize with a positive point of view».
  • Balloon Chain di Robert Bose. “Dove ci sono palloncini c’è felicità”, un concetto semplice ma a volte dimenticato, che l’artista ci ricorda.
  • Super Tall di Paul e Rossome, un’installazione d’arte esperienziale, come un colorato cartone animato Jazzy, New Orleans casa in stile, con tanto di cortile e steccato bianco. Danza, beatboxing, monociclo, giocoleria, enormi palloni, commedia, rap freestyle, ospiti speciali (voi), e un loop musicale posto ad ispirare momenti e ricordi che durano tutta una vita.
  • Raices Cultura: «Our mission is to create spaces for artistic and cultural expression, promote healthy communities, and strengthen the voice of the Eastern Coachella Valley».

Inoltre, la mascotte gigante che capeggia tra le palme e la ruota panoramica è stata costruita da Tyler Hanson dei Poetic Kinetics ed è alta 36 piedi di altezza. Durante i live notturni vola sopra il pubblico e sullo schermo riflette i live sul palco. indexg

Arte, Musica e anche Moda. Ogni anno, la sua popolarità aumenta. È portavoce di tendenze, raduno dei volti internazionali dello spettacolo e costituisce l’appuntamento musicale più variegato e interessante degli Stati Uniti d’America, che traccia le tendenze delle mode estive. Negli ultimi anni ospite di eccezione è H&M, che quest’anno ha creato l’istallazione dal titolo REBORN e un pop-up store in cui era possibile acquistare la collezione H&M Loves Coachella.

L’esuberante fashion designer e direttore creativo di Moschino, nonché rinomato party-animal, Jeremy Scott ha celebrato l’edizione 2016 di Coachella con un party esclusivo al W hotel di Palm Spring a tema Cowboys&Poodles, lo stesso della sua ultima collezione di prêt-à-porter autunno inverno 2016-2017 presentata durante la New York fashion week lo scorso febbraio.

Insomma… oltre le gambe c’è di più!

di Martina Cotena, all rights reserved

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