Chernobyl, la tragedia che spaventa ma affascina

di Fabrizio Grasso

Chernobyl, la tragedia che spaventa ma affascina

di Fabrizio Grasso
Chernobyl, la tragedia che spaventa ma affascina

Chernobyl, la tragedia che spaventa ma affascina

di Fabrizio Grasso

La miniserie prodotta da HBO in collaborazione con Sky giunge al giro di boa con il terzo episodio. Il racconto attraverso gli occhi dei protagonisti di un disastro che ancora oggi miete le sue vittime

La tragedia di Chernobyl è nota a tutti. I più anziani la conoscono per via diretta, perché quel 26 aprile del 1986 erano davanti al televisore, scioccati dalla notizia dell’esplosione della centrale nucleare ucraina. I più giovani invece ci sono arrivati molto più probabilmente per via traversa. Nel corso degli anni, il disastro di Chernobyl e della vicina Pryp’jat’, ormai  ridotta a città fantasma, sono stati raccontati soprattutto dal panorama video-ludico: su tutti la celebre serie bellica Call of Duty, il cui quarto capitolo, Modern Warfare, vede una missione della campagna principale ambientarsi proprio all’interno dell’area contaminata del centro ucraino. Oggi, i dettagli raccapriccianti e sconvolgenti delle ore e delle giornate immediatamente successive all’esplosione del reattore 4 della centrale nucleare sono raccontate nella serie Chernobyl, prodotta da HBO in collaborazione con Sky.

Il trailer ufficiale di Chernobyl (2019)

Giunta al giro di boa con la trasmissione nella serata di lunedì del terzo episodio, “Spalancati o terra“, Chernobyl  ha mosso i suoi primi passi dalla deflagrazione improvvisa e spaventosa di uno dei reattori della centrale nei pressi della cittadina di Pryp’jat’, mostrando quali sono state le reazioni degli addetti ai lavori, della popolazione ignara della gravità dell’evento a cui stava assistendo, ma soprattutto della politica sovietica che ha cercato in ogni modo di cancellare ogni traccia dell’accaduto, sperando di poter seppellire nell’oblio quello che resta ad oggi uno dei più grandi disastri della storia dell’umanità.

Le radiazioni che si sparsero nell’aria in quei momenti e nelle settimane successive hanno reso la zona ucraina inabitabile per i prossimi 20.000 anni e, se non fosse stato per l’immediato e coraggioso intervento di alcuni scienziati e agenti governativi, oggi probabilmente avremmo una vera e propria oasi velenosa al centro dell’Europa, con l’intero stato ucraino e buona parte di quelli confinanti completamente inabitabile. Oggi Pryp’jat è un luogo di gite e vacanze, soggetto al continuo via vai di turisti che non perdono occasione per scattarsi un selfie sotto la celebre ruota panoramica o fra le macchine da scontro del parco giochi, spettatori silenti di quel disastro.

Si stima che oltre 9000 persone abbiano perso la vita per effetto delle malattie causate dalle radiazioni nucleari, senza contare i vigili del fuoco che si prodigarono per spegnere l’incendio, morti dopo indicibili sofferenze. Proprio queste ultime sono state al centro del terzo episodio di Chernobyl, mostrando il lento e inesorabile abbandono alla vita dei pompieri sovietici. Piaghe e lacerazioni sono perfettamente riproposte grazie a un trucco e una scelta dei costumi eccezionali che, al pari della fotografia cupa e grigia, si stagliano come incontrastati punti di forza della serie HBO.

I palazzoni grigi e squadrati dell’edilizia sovietica sono perfetti incubatori di altrettanto grigie personalità, su cui spiccano quelle del Segretario generale del Partito comunista Michail Gorbaciov e degli agenti del KGB, primo fra tutti il vicepresidente Alexsandr Charkov. I quadri e le effigi di Lenin giganteggiano nelle sale delle riunioni e su ogni conferenza, mostrando la continua e granitica presenza del comunismo sovietico, che tutto vede e tutto muove.

Jared Harris, Emily Watson e Stellan Skarsgard sono le star della miniserie, interpretando rispettivamente il vicedirettore dell’istituto di energia atomica Valerij Alekseevič Legasov, la fisica nucleare Ulana Khomyuk e il vicepresidente del consiglio dei ministri Boris Shcherbina. Sarà il coraggio e l’insistenza dei tre “compagni” a scongiurare perdite ben superiori a quelle previste in prima analisi. Nonostante i loro sforzi, le radiazioni propagatesi nel 1986 e negli anni successivi a causa del terreno ormai irrimediabilmente contaminato hanno continuato a condizionare la vita della gente ucraina, anche di coloro che vivono nel raggio di centinaia di chilometri dal luogo dove sorgeva la centrale nucleare. Si stima che i casi di tumore alla tiroide, tenendo in considerazione il lasso di tempo che intercorre tra l’esplosione e i prossimi 30 anni (fino al 2050), si aggireranno intorno ai 15.000. Un numero incredibilmente alto, ma ben lontano dai milioni di morti che ci sarebbero potuti essere a seguito dell’esplosione di tutti i reattori, evitata grazie al tempestivo intervento di Legasov, Shcherbina e della Khomyuk.

Jared Harris e Stellan Skarsgard

Accolta con ascolti senza precedenti, tanto da battere le valutazioni e le recensioni positive delle più acclamate rivali Breaking Bad Il Trono di Spade negli Stati Uniti e arrivando a superare in Italia, nel solo caso della prima puntata, gli ascolti medi ottenuti dalla serie fantasy tratta dai libri di George Martin, la serie è già un cult. Secondo i dati riportati dall’agenzia Reuters inoltre, a seguito della messa in onda delle puntate negli Usa, tra maggio e giugno, le prenotazioni per visite turistiche a Pryp”jat’ e nell’area della centrale nucleare di Chernobyl sono aumentate del 40% circa. Decisamente meno positive le reazioni provenienti dalla Russia, che ha citato in giudizio la HBO e gli Stati Uniti per aver distorto le informazioni reali intorno al disastro, volendo secondo loro evidenziare fino all’eccesso le colpe del partito comunista. La Russia parrebbe infatti avere in programma una propria versione della serie, in cui addossare le colpe agli agenti segreti americani della CIA, identificati dai sovietici come principale causa della tragedia di Chernobyl.

Per il momento comunque meglio pensare a godersi la serie statunitense, una vera gioia per gli occhi.

di Fabrizio Grasso, all rights reserved

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati