C’ERAVAMO TANTO ODIATI

di Federico De Giorgi

C’ERAVAMO TANTO ODIATI

di Federico De Giorgi

C’ERAVAMO TANTO ODIATI

di Federico De Giorgi

“Chi pensava di morire combattendo fianco a fianco a un elfo?”

“E invece a fianco di un amico?”

“Sì… Questo potrei farlo!”

Chi non si ricorda il celebre scambio di battute tra Gimli e Legolas ne Il signore degli Anelli – Il ritorno del Re?

Ecco, diciamo che più o meno è quello che ci immaginiamo sia successo tra Renzi e Di Maio un paio di settimane fa: i rapporti tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono sempre stati tesissimi, da un lato “il Partito dei poteri forti e dei corrotti”, dall’altro “quello degli analfabeti funzionali”, a sentire quanto dicevano i loro sostenitori fino a qualche giorno fa.

Eppure lo storico accordo che sta nascendo tra loro a seguito della crisi di Governo aperta da un Salvini sempre più in preda alle manie di protagonismo (evidentemente chiamarsi Matteo e sbancare alle elezioni europee non è di buon auspicio, Renzi docet) non è espressione di ipocrisia o di “poltronite”, come molti esponenti della futura opposizione l’hanno già definita, ma bensì di coraggio e di un forte senso delle istituzioni, di mettere da parte le divergenze personali per il bene del paese, un #primagliitaliani in salsa moderata ed istituzionale.

Il Prof. Conte non sarà più il garante super partes di un accordo politico tra partiti diversi come avvenuto poco più di un anno fa con il famoso “contratto di governo”, ma piuttosto diventa l’esponente di spicco dei pentastellati, che hanno imposto ai Dem la condizione che sia ancora lui il futuro Presidente del Consiglio dei Ministri; dall’altra parte Zingaretti, accettando, ha stabilito che non ci siano più due vice-presidenti come nello scorso esecutivo, ma solo uno (Franceschini ed Orlando sono i due nomi che girano con sempre maggiore insistenza), espressione di un PD stranamente compatto con l’unica, o quasi, eccezione dello scissionista Calenda.

Saranno ore infuocate le prossime, in cui Conte cercherà di formare la migliore squadra di Governo possibile da presentare al Presidente della Repubblica: sicuri di un Ministero dovrebbero essere Di Maio (Difesa?) e Gentiloni (Esteri o in alternativa Commissario Europeo), ma anche Del Rio (alle Attività Produttive), Martina (Agricoltura o MISE) e Bonafede (confermato alla Giustizia); per il resto, al momento, ci sono solo tanti nomi e poche certezze (tra le quali si annovera la mancata riconferma di Toninelli alle Infrastrutture).

Non sarà un Governo contro ma per i cittadini”, nel segno della “novità”, orientato sulla difesa dell’ambiente, sul lavoro, sull’uguaglianza e sul rispetto delle istituzioni ma in un quadro di multilateralismo, ha detto oggi Conte nella conferenza stampa successivamente all’incontro avuto con Mattarella.

E’ vero, Partito Democrativo e Movimento 5 Stelle sono in grado di trovare affinità su molti temi, decisamente più che con la Lega (occhio però al tema dell’immigrazione, essendosi la base M5S spostata sempre più su posizioni di destra), ma la vera sfida di questo Governo sarà arrivare a fine legislatura, o quanto meno al 2022, per scongiurare un ritorno alle urne prima dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, “prova del 9” di ogni grande alleanza recente e non (“Patto del Nazareno” docet).

Nel frattempo Salvini (i sondaggi ci dicono che la Lega ha perso tra i 6 e gli 8 punti percentuali nelle ultime due settimane) invoca il complotto per giustificare una situazione che lui stesso ha creato, forse immaginando che PD e M5S non sarebbero stati in grado di trovare un accordo e che si sarebbe veramente tornati al voto con una Lega vicina al 40%.

E’ infatti convocata per il 19 Ottobre la discesa in piazza leghista a Roma:

tutti a Roma contro il Governo del Conte-Monti” per “farsi sentire contro il furto di democrazia”, citando testualmente.

Non vi libererete così facilmente di me, non ho paura di mesi o un anno o due di opposizione, torneremo” ha minacciato Salvini in una delle sue classiche dirette Facebook, in cui ha inoltre sottolineato come “il capo dello Stato è del Pd” e ha attaccato la presidenza UE che ha accolto positivamente la notizia della nascita del Governo “giallorosso”.

Sempre per restare in tema di rispetto delle istituzioni e di #primagliitaliani, insomma.

di Federico De Giorgiall rights reserved

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati