“Cara Presidente…”
E se fosse una Presidente?

"Cara Presidente..."

E se il prossimo Presidente della Repubblica fosse una donna?

di Maria Rita Curcio

“Cara Presidente…”
E se fosse una Presidente?

"Cara Presidente..."

"Cara Presidente..."

di Maria Rita Curcio
Donna Presidente

“Cara Presidente…”
E se fosse una Presidente?

"Cara Presidente..."

E se il prossimo Presidente della Repubblica fosse una donna?

di Maria Rita Curcio

Cara Presidente…

In questo fastidioso chiacchiericcio che giornalmente trasforma il più alto e nobile appuntamento dello Stato democratico e repubblicana in un totonomi di tipo calcistico o in una corrida che manda figure allo sbaraglio per eliminarle e restringere il cerchio, quel che più mi infastidisce è l’asticella che si alza di giorno in giorno sul fronte della provocazione.

La provocazione ha un obiettivo preciso, secondo me, quello di anestetizzare, dose dopo dose, il popolo italiano per renderlo assuefatto ad accettare l’inaccettabile.

E mentre i politici “maschi” si spendono in fiumi di parole per sponsorizzare candidature “maschili”, le signore in Parlamento e fuori, sono ben lungi dal perdersi in chiacchiere sia dentro che fuori il Transatlantico, probabilmente perché consce del fatto di essere una “minoranza” umana, non certo in termini numerici,  oltrechè politica, ma perché ancora lontana dal raggiungimento di uno degli ultimi traguardi, purtroppo, fin qui mancati : la Presidenza della Repubblica Italiana.

Eppure proprio in questi giorni abbiamo salutato con grande gioia ed orgoglio la nuova Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, eletta al primo turno, dopo la morte del compianto connazionale che ci riempiva di fierezza, David Maria Sassoli .

Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo

Senza invocare quote rosa, che abborro, né sostenere la parità fra i generi, che andrebbe parimenti ed ampiamente argomentata da parte del genere maschile, penso piuttosto che questo limite comporti la perdita di una grande opportunità per l’intero arco parlamentare ma soprattutto per il Paese, quella di non agevolare la candidatura di una donna: di un soggetto biologicamente diverso da quello di genere maschile che abbia un approccio biologicamente diverso alla res pubblica.

E non mi piace neppure invocare posizioni femministe che pur hanno rotto il silenzio sulle storie e sulla Storia rendendola un percorso diffusamente vissuto e partecipato nonostante l’indice puntato ed il disimpegno imposto o suggerito.

E se tradizionalmente è stato sempre difficilissimo per le donne conquistare posizioni di vertice in quasi tutte le professioni, dove la maggioranza maschile è quasi sempre “schiacciante “, questo ancor più si verifica in campo politico ed istituzionale che – fuori da ogni battuta e da retorica – rappresenta lo specchio del Paese.

Infatti, sono pochissime le donne ai vertici istituzionali o nelle segreterie di partito con ruoli di sostanziale rilievo e mai l’Italia ha avuto un Presidente della Repubblica donna, si procede in genere per cooptazione maschile: uomo chiama uomo, uomo indica uomo, applicando un principio di garanzia solidaristica reciproca probabilmente basato su un ancestrale istinto di conservazione e di sopravvivenza.

Che debba essere possibile avere un Presidente della Repubblica di genere femminile, non è dovuto ad un teorico principio di parità o ad un ideologico criterio di superiorità quanto piuttosto perché impedirlo, non favorirlo, escluderlo per pregiudizio di genere,  costituisce una privazione allo svolgimento compiuto della democrazia e del principio di rappresentanza; un impedimento all’apporto del genere femminile anche ai più alti vertici dello Stato, anzi al più alto in assoluto.

E non certo per trasformare la Presidenza della Repubblica in un luogo di battaglia fra i generi, né per porre in essere una operazione di facciata, una finzione fuorviante,  ma affinchè l’alternarsi fra i generi concorra a determinare un vero e proprio cambiamento nella  struttura del pensiero diffuso e dominante.

Vorrei una donna alla Presidenza della Repubblica……

Vorrei una donna che sia custode dei fondamentali principi costituzionali, ma che sappia modificare ed innovare laddove ce n’è bisogno, libera da ogni afflato di autoconservazione a tutti i costi della “casta”.

Quindi una donna competente e colta e che sappia riconoscere e valorizzare le competenze ed i  talenti, fuori ed indipendentemente da ogni appartenenza, tessera di partito e lobby, affinchè  l’Italia possa finalmente e veramente crescere anche e non solo finanziariamente, che punti alla crescita di un PIL in termini di umanità, di coscienza e unità nazionale, di cultura e rispetto dei meravigliosi territori italiani e dell’ambiente tutto, inteso come tesoro da custodire e di cui siamo responsabili verso le future generazioni.

Di una donna che si occupi veramente di non lasciare alcuno indietro o dentro “prigioni” concrete o virtuali né fuori da percorsi collettivi ed individuali di crescita e di evoluzione soprattutto attraverso un percorso scolastico che generi veramente cultura e formazione e sia volano per l’inserimento nel mondo produttivo.

Voglio una donna cosciente e consapevole delle fondamenta lavoriste della nostra Costituzione e trovi il modo di ridare dignità e valore al lavoro produttivo, quello che fa crescere individui, comunità e Paese, spezzando le catene della schiavitù che lega milioni di italiani  – in gran parte giovani -a  quei “lavori” che non producono null’altro che ulteriore disgustosa ricchezza per chi è già disgustosamente ricco.

Di una donna consapevole e concreta che trovi rimedio alle conseguenze devastanti dell’impoverimento economico e culturale dei giovani e dei bambini che, solo in termini temporali , hanno pagato l’ultimo conto, che ha loro presentato la pandemia, ma che già da decenni, piangono per gli esiti delle scelte scellerate di intere classi politiche e dirigenziali.

Voglio una donna che chiami a raccolta le migliori risorse della nazione, anche quelle sfuggite aldilà dei confini nazionali, che sostituisca “competenza” a “burocrazia”  “servizio” a “potere”, che crei le condizioni per un nuovo patto fra cittadini e Stato

Voglio una donna che si occupi anche di donne e rimuova tutti gli ostacoli che permangono sulla strada della piena realizzazione, al pari dell’uomo, che si occupi veramente di minoranze, di svantaggiati, di “diversi”.

Con il pragmatismo e la fermezza necessarie e con il rispetto e la gentilezza che si fa metodo.

Voglio una donna alla Presidenza della Repubblica e , Cara Presidente…….ti immagino pure, come unica ed utile  premessa di una possibile futura Repubblica presidenziale.

E se cerco il suo omologo maschile proprio non lo trovo.

E poi si sa….il lavoro più difficile lo fa sempre una donna.

3 risposte

  1. Cara Maria Rita mi auguro che un lampo illumini chi deve eleggere il Presidente della Repubblica e che sia una donna con le caratteristiche che hai saggiamente illustrato. Purtroppo a prevalere non sarà il buin senso. ma le solite logiche che prediliggono gli interessi, lo sfruttamento, perché sono servi del dio denaro e del potere per il pitere. Un caro saluto

  2. Si, una donna come la Saguto o la Cannizzo, fulgidi esempi di donne ai vertici delle istituzioni. E meno male che sono poche. Se i maschi sono quello che sono si sperava che le donne fossero un tantino diverse. Hanno le disgrazie dei maschi nascoste dietro cipria e rossetto, aggravate dall’astinenza.

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