BRUNELLO&CHAMPAGNE – INVITO A CASA BANFI

di Fabrizio Spaolonzi

BRUNELLO&CHAMPAGNE – INVITO A CASA BANFI

di Fabrizio Spaolonzi

BRUNELLO&CHAMPAGNE – INVITO A CASA BANFI

di Fabrizio Spaolonzi

Conversazioni romane tra Toscana e New York

Capita un po’ per caso questo invito, che accetto molto volentieri È una serata fresca e fa piacere rimanere fuori, soprattutto se c’è l’occasione di partecipare a “Brunello&Champagne”, serata organizzata da Banfi a Roma, che sembra molto interessante. Intanto, se per il Brunello la questione mi è chiara, il motivo dello Champagne un po’ meno, ed anche per questo vale la pena scoprire la questione…

Nenche il tempo delle presentazioni e dei saluti che già si cerca un volontario per il sabrage, la volgarmente detta “sciabolata” di Champagne, che dia inizio alla serata. Ça va sans dire, ecco il volontario. Due dritte dalla simpaticissima Lisa, Brand Manager di Banfi, ed ecco che il tappo vola via grazie al mio colpo sferzato con audacia, vigore ed equilibrio! Insomma, si dia inizio alle danze.

La serata combina vini Banfi e prodotti di piccole aziende, tendenzialmente del centro Italia, abbinati in maniera gustosa e interessante. Ma mentre assaggio ascolto Lisa, e se non ascolto domando, curiositas mundi… e tutto quello che non sono riuscito a carpire nella serata l’ho chiesto direttamente “in casa Banfi” a seguito dell’evento, grazie alla cortesia di Lorella, PR & Communication Manager.

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Ed ecco che rimettendo insieme i pezzi, o i sorsi in questo caso, il Racconto si costruisce, e tutta la storia di questa azienda prende forma. Banfi. Già, l’etichetta la conosciamo tutti, ma cosa c’è dietro al nome, quali mani, quali spiriti d’iniziativa, quale amor di-vigna? Ebbene, Banfi è prima di tutto la storia di una famiglia, la famiglia Mariani, e della loro passione per il vino di alta qualità.

Tutto ha avuto inizio quando il padre di John e Harry Mariani, Giovanni Mariani Sr., nato nel Connecticut, all’età di 9 anni, dopo la morte del padre in un incidente, si trasferì in Italia con la madre e i cinque fratelli. La madre non aveva le risorse economiche per crescere tutti i figli e così, una volta in Italia, si trovò costretta ad affidarli a diversi parenti. In questo contesto Giovanni Mariani fu molto fortunato, poiché la sua educazione fu affidata alla zia Teodolinda Banfi, sorella della madre, che era la governante dell’Arcivescovo Ratti di Milano, successivamente nominato Papa Pio XI.

Teodolinda si occupava, tra le altre cose, anche della cucina e dei vini per i numerosi ricevimenti dell’Arcivescovo prima e del Papa poi, e fu proprio lei ad instillare nel giovane Giovanni la passione per il mondo del vino che lo avrebbe portato poi alla creazione dell’azienda Banfi, in onore della zia Teodolinda, prima donna laica ad essere ammessa in Vaticano.

La permanenza in Italia presso tale zia permise infine al giovane Giovanni Mariani di ricevere l’ottima istruzione che, in quegli anni, solo l’apparato clericale o le famiglie benestanti potevano garantire. Una volta rientrato in America, forte dell’educazione ricevuta e degli insegnamenti della zia Teodolinda, Giovanni Mariani fondò nel 1919 a New York, città allora tax-free, la Banfi Vintners, piccola società di importazione di vini italiani.

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Nel 1920, però, iniziò il proibizionismo, obbligando la neonata società ad abbandonare l’importazione di vino e a rivolgersi ad altri articoli (bibite e prodotti alimentari italiani in genere, tra cui, unico alcolico ammesso, il Marsala all’Uovo Florio, considerato allora come un prodotto medicinale!).

Alla fine del proibizionismo iniziò di nuovo l’importazione di vini che continua tutt’ora: l’ingresso in azienda della seconda generazione ha dato una svolta decisiva, facendo della Banfi Vintners la più grande società di wine import degli Stati Uniti. Svolta decisiva è stata data dalla scelta strategica degli anni ‘60 di importare il Lambrusco Riunite, un vino fresco, frizzante, leggermente alcolico e di facile beva, che fece aumentare le vendite di Banfi Vintners dalle poche casse iniziali a milioni di bottiglie nel giro di breve tempo.

E poi, come si arriva da New York alla Toscana e dall’import al Brunello? Harry e John comprarono la prima parte di terreni (ca. un terzo dell’attuale proprietà) nel 1978 e la seconda tranche nel 1983 incluso il Castello di Poggio alle Mura, messo in vendita in quel periodo. A fianco dei fratelli Mariani, complice di questo miracolo di-vino, uno dei più grandi enologi italiani: Ezio Rivella. Nel 1978 la maggior parte dei terreni acquistati era coperta da bosco e sterpaglie, ma ritennero che per la ricchezza della natura del suolo e per la privilegiata posizione microclimatica, avrebbe avuto grosse potenzialità di sviluppo. Da quel momento ha inizio una fra le più grandi produzioni di vini di alta qualità mai viste fino ad allora.

Ed eccoci dunque ai vini. Intanto, scusami, ma necessito di un sorso. Ecco, dimmi, a chi si rivolge il vostro vino? I nostri vini quindi sono per tutti gli appassionati, per tutti coloro che amano bere qualità con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Il vino simbolo è e rimarrà il Brunello di Montalcino. E’ il vino di questo territorio, quello che ci lega a Montalcino e alla sua cultura. Banfi nasce con l’obiettivo di integrare una produzione viticola di qualità con una cantina moderna e razionale per sviluppare un progetto su larga scala, mantenendo sempre altissimo il livello qualitativo dei vini prodotti. Innovatori per tradizione, i Mariani hanno investito, a questo scopo, moltissime risorse, mantenendo sempre come punto fermo delle proprie azioni uno strettissimo ed indissolubile legame con il territorio montalcinese, esaltando al meglio la sua tipicità. Questo è stato, fin dall’inizio, il nostro obiettivo.

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Ma avete qualcosa che non è proprio per tutti…Sì, abbiamo le “chicche”: la linea Poggio alle Mura, che ha un occhio ancora più attento alla qualità, è una selezione, frutto di lunghe ricerche sul territorio, sul sangiovese, sui legni, che produciamo in piccole quantità, e che sintetizza in sé la filosofia produttiva Banfi. E poi il Poggio all’Oro, la Riserva storica di Brunello di Montalcino, prodotta solo nelle annate eccezionali da singolo vigneto.

Il Brunello da voi è quindi il padrone di casa. Ma perché il Brunello Banfi è diverso dagli altri? Il Brunello Castello Banfi, la nostra etichetta classica, è il territorio che lo produce, è la nostra filosofia di produzione, attenta anche ai dettagli più piccoli e che possono sembrare insignificanti, ma che invece sono fondamentali. Il Brunello Castello Banfi è anche quello che trovi in 92 paesi in tutto il mondo.

E infatti sì, tra le mie storie di-vigne si parla di cantine, ma anche di aziende, di locale ma anche di globale, ma soprattutto di curiosità, di famiglia, di storia, di passione, e, certamente, di vino. E quindi, voglio muovere un passo oltre, su tutta la linea appena descritta, e far nascere la domanda spontanea. Voi, Toscana, America, come ci arrivate nella piccola e preziosa regione Champagne, e perchè?

Perché, come il Brunello, è un vino “emblema” di un territorio, perché rispetta gli stessi canoni qualitativi del Brunello, perché come il Brunello è eleganza e prestigio. E nella scelta della Maison abbiamo cercato un’azienda familiare, una caratteristica che ci accomuna e che è importantissima. Come per Banfi anche dietro a Joseph Perrier c’è un volto, quello di Jean-Claude Fourmon, che con il suo charme francese sa raccontare i suoi vini in modo fantasistico…

Indagherò in maniera più approfondita, ma stasera qualcosa l’ho già capita, ecco quindi svelato il “Brunello&Champagne”. E come sempre, tra terra, storia e uve, ho imparato assaggiando, ed ho sorseggiato racconti, parte fondamentale della qualità che c’è non solo dentro al bicchiere, ma dietro, dietro ad ogni bicchiere. Perché in ogni bottiglia c’è un po’ di anima, di tradizione e di storia, oltre alle mani che ad ogni vendemmia selezionano l’uva ed alle brillanti menti che poi la valorizzano.

Grazie Lisa per la splendida serata, e grazie Lorella per avermi raccontato un po’ di quel grande mondo che è Banfi. Verrò presto a trovarvi!

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