Bernini (Fi): nuovo
idolo dei social

Bernini di Forza Italia:
nuovo idolo dei social

Intervista alla capogruppo dei forzisti al Senato
Con la sua autoironia sta conquistando i follower su Instagram

di Flaminia Camilletti
di Flaminia Camilletti

Bernini (Fi): nuovo
idolo dei social

Bernini di Forza Italia:
nuovo idolo dei social

Bernini di Forza Italia:
nuovo idolo dei social

di Flaminia Camilletti
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Bernini

Bernini (Fi): nuovo
idolo dei social

Bernini di Forza Italia:
nuovo idolo dei social

Intervista alla capogruppo dei forzisti al Senato
Con la sua autoironia sta conquistando i follower su Instagram

di Flaminia Camilletti
di Flaminia Camilletti

Anna Maria Bernini, presidente del gruppo dei senatori di Forza Italia e vicecoordinatore di partito è anche il nuovo idolo dei social.  Con la sua autoironia sta conquistando moltissimo seguito su Instagram e a colpi di storie e post stravaganti riesce a far veicolare il suo messaggio politico, tutt’altro che banale. Dalla comunicazione politica alle quote rosa, dai giovani al governo Draghi, la Presidente racconta a The Freak il suo modo di vedere e di vivere la politica. 

Il suo profilo Instagram sta rivoluzionando il modo di concepire la comunicazione politica e dimostra che essere credibili non vuol dire per forza essere noiosi e abbottonati.

Lei è da tempo figura di spicco del panorama politico di centrodestra: cosa è cambiato nel dialogo con i cittadini e gli elettori? Per avvicinarsi ai giovani bisogna abbandonare le formalità?

“Il medium è il messaggio, ci insegna McLuhan. Sicuramente negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a diverse rivoluzioni copernicane nel mondo della comunicazione. Le strette di mano, gli incontri in presenza, il guardarsi negli occhi, sono benzina nel motore della politica e sono insostituibili. Ma le nuove tecnologie ci hanno offerto praterie di opportunità per raggiungere nello stesso momento un numero potenzialmente infinito di persone.

Un’opportunità, ma anche un rischio. Eliminare le intermediazioni ci espone anche a risposte poco gradite, ma la domanda che ci facciamo noi ogni giorno è: ne vale la pena? Che cosa vogliamo comunicare? Quale messaggio vogliamo dare? Ecco perché, consapevoli del fatto che ogni strumento comunicativo ha il suo messaggio, il suo target di riferimento, il suo stile e il suo linguaggio, abbiamo elaborato un marketing mix capace di affrontare i temi della politica, senza però rinunciare alla nostra anima.

Il messaggio che vogliamo veicolare è sempre lo stesso, ma lo moduliamo a seconda del mezzo con una regola di ingaggio molto precisa: no all’ipersemplificazione, alla banalizzazione della politica. 

Nello storytelling personale quotidiano facciamo dell’ironia e dell’autoironia il nostro punto di forza, ritagliandoci momenti di leggerezza che fanno parte della vita di tutti. Ma senza mai perdere di vista che le persone ci seguono perché vogliono essere informate, sapere cosa ne pensiamo, condividere con noi temi e problemi”. 

Il centrosinistra è in crisi per le quote rosa, mentre il centrodestra pullula di figure femminili nelle più alte cariche dirigenziali. Lei, ad esempio, ricopre il duplice ruolo di capogruppo del Senato per Forza Italia e di vicecoordinatore nazionale. Ma queste quote rosa tanto volute dalla sinistra, funzionano davvero?

“Non sono mai stata una fan delle quote rosa. Le ho ritenute e le ritengo utili per picconare muri di ambienti professionali considerati appannaggio esclusivo maschile, ma resto convinta che le capacità di ogni singola persona siano di gran lunga il biglietto da visita migliore a prescindere dal genere.

Finora, anzi, l’indulgere eccessivamente su certe categorie si sta rivelando un danno nel sostegno di una pur giustissima causa. Ne parliamo da sempre eppure il cambiamento culturale che avrebbe rivoluzionato la nostra società non c’è stato, visto che ancora oggi certe notizie fanno clamore.

Bisogna cambiare il mind asset sul tema, e solo quando non farà più notizia una donna al vertice allora potremmo dirci veramente liberi e veramente uguali. Sono certa che la strada imboccata, per quanto faticosa, sia quella giusta.

Nessuno si meraviglia del fatto che tre delle principali cariche europee come la Presidenza della Commissione europea, il Cancelliere federale della Germania e la Presidenza della BCE siano assegnate rispettivamente ad Ursula von der Leyen, Angela Merkel e Christine Lagarde. Sono persone che ricoprono quell’incarico non perché siano donne, ma perché straordinariamente capaci.

Come il presidente Draghi anche lei ricorda sempre quanto sia importante investire sui giovani. Se dovesse scegliere una sola proposta per garantirgli un futuro migliore, su quale punterebbe?

È uno dei temi che ho più a cuore. A inizio legislatura ho presentato una proposta di legge che prova a dare risposte sul ruolo delle Istituzioni rispetto alle giovani generazioni.  In un momento dove è oggettiva la difficoltà per i giovani nell’accedere al mondo del lavoro e nella creazione di nuovi nuclei familiari, la politica è chiamata ad un’azione responsabile, di indirizzo e di sostegno.

Il nostro Paese non riesce ad offrire opportunità a laureati brillanti, non riesce a gratificare ricercatori e persone altamente qualificate. L’Italia non è in grado di offrire posizioni e condizioni lavorative adeguate agli sforzi e al livello di istruzione conseguiti.

Il danno è duplice: oltre a perdere le esternalità positive derivanti da questo capitale umano altamente qualificato, non abbiamo nessun beneficio dalle spese sostenute dal nostro sistema d’istruzione per formare questi concittadini.

Secondo recenti dati di Eurostat, gli italiani in altri Paesi dell’Unione Europea sono quasi 3 milioni, un numero doppio di concittadini emigrati rispetto a Francia e Germania. Per me fare “politiche giovanili” significa quindi cercare di dare risposte all’individualità dei bisogni dei giovani sviluppandone un approccio globale ed integrato, trasversale a più ambiti settoriali.

Dobbiamo impegnarci affinché i nostri giovani tornino a fidarsi del Paese. Se riusciamo a far passare il concetto che il merito è la chiave dell’affermazione, avremmo posto le basi per un futuro all’altezza delle aspettative per i nostri ragazzi. 

Nel suo intervento al Senato, in occasione della fiducia al governo Draghi, ha ricordato l’importanza di governare la pandemia. Ce la faremo?

Ce la dobbiamo fare, non ci sono alternative percorribili! Ho molta fiducia nelle capacità degli italiani di rialzarsi e reinventarsi. C’è il genio italico che scorre nelle nostre vene e che ci offre quella marcia in più, ‘croce e delizia al core’, per cui all’estero hanno un’opinione molto più alta di quella che abbiamo di noi stessi. Dobbiamo crederci, e la politica lo ha fatto dando il suo sostegno a una persona di indubbie qualità quale Mario Draghi.

Abbiamo imboccato la giusta strada, gli italiani avevano bisogno di informazioni chiare, tempestive e certe. Ho ricevuto in questi mesi messaggi di mamme che non sapevano se il giorno dopo avrebbero mandato i figli a scuola, di imprenditori che non sapevano se rialzare la saracinesca e perfino di fabbriche che non riuscivano a capire se tenere i cancelli chiusi o meno. Domande alle quali non sapevamo dare risposte.

È stato difficile anche per noi sostenere il confronto con chi ci segue sui social o ci manda mail e messaggi di ogni genere. Programmare, non improvvisare. Informare, non confondere: questo è il nostro compito. Oggi è già domani, insieme torneremo più competitivi di prima.

Una risposta

  1. Non mi meraviglia più di tanto. A.M.Bernini è un asso nella comunicazione sociale e politica. Fiere e chiara, semplice e concisa
    I suoi temi sono importanti, perché mirano a non confondere ma a chiarire, argomentare, spiegare cosa è per lei la politica.

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