Ben Affleck batte Spielberg. Il suo “Argo” superpremiato ai Golden Globes

di Redazione The Freak

Ben Affleck batte Spielberg. Il suo “Argo” superpremiato ai Golden Globes

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Ben Affleck batte Spielberg. Il suo “Argo” superpremiato ai Golden Globes

di Redazione The Freak

A sorpresa ai Golden Globes 2013 “sbanca” Argo, il film di Ben Affleck, contro i super favoriti Lincoln di Spielberg (interpretato da Daniel Day Lewis) e Les Miserables. Ecco ripescata la recensione del film solo per i lettori di The Freak, a cura di Gabriele Vertullo.

Argo:

Ben Affleck con il suo terzo film da regista segna l’ennesimo salto di qualità, mostrandoci un film di eccezionale consapevolezza e maturità, poiché questa volta l’attore-regista si immerge in una vicenda storica tesa e bollente, dimostrando prima una notevole disinvoltura e perizia registica, poi una prova attoriale più convinta e convincente rispetto a sue precedenti interpretazioni.

Iran 1979: dopo 23 anni di governo spietato e oppressivo il leader politico posto ai vertici dagli anglo-americani (per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi locali) viene spodestato dal popolo affamato e umiliato. La situazione si complica quando gli Stati Uniti offrono asilo all’ex-leader fuggitivo, così il popolo decide di assalire ed espugnare l’ambasciata americana a Teheran; sei diplomatici, vistisi in pericolo, fuggono segretamente e trovano rifugio in casa dell’ ambasciatore canadese. La C.I.A. decide di farli tornare tempestivamente in patria, prima che si scopra la loro fuga. La soluzione più folle, ma funzionale, sembra quella proposta da Tony Mendez (Ben Affleck): imbastire una grandiosa, ma inesistente, produzione fantascientifica (intitolata appunto Argo) da girarsi in medio Oriente, e inserire i 6 cittadini americani latitanti a capo della troupe cinematografica. Il tutto raccontato con avvincenti scene di estrema tensione, stemperate e impreziosite sistematicamente da battute argute e intelligenti; si ride tanto, ma mai banalmente (cosa eccezionale nella cinematografia odierna).

Nonostante quel 1979 Argo è una storia dal respiro quanto mai attualissimo, supportato e inserito in un periodo storico in cui quelle medesime circostanze si sono ripresentate in un passato tutt’altro che remoto. Ciò che dal punto di vista storico-politico lo rende ancora più interessante e solido è il fatto che viene trattata la genesi della velenosa e radicale conflittualità tra gli Stati Uniti D’ America e l’Iran, questione quanto mai fondamentale nell’attualità mondiale. Ben Affleck oltre a compiere una rigorosa ricostruzione storica e una scrupolosa cura dei dettagli, attua un processo ben più complesso di continuo scambio e costante rifrazione tra passato e presente, con ragguardevole sapienza ed efficacia. Il giudizio complessivo che traspare è uno scenario obiettivamente senza nazioni giuste e legittimate, con un America più cinica che latrice di ideali di libertà e civiltà.

Una componente strutturale e rilevante all’interno del film è il ruolo e l’immagine del cinema e dell’industria cinematografica. Innestato come strumento di fuga e liberazione, assume significati altri e più ampi, analizzato e presentato in tutte le sue sfaccettature. In Argo “Hollywood” scende dall’Olimpo, esclusa è ogni ingenua e gratuita esaltazione, ma viene proiettata su un piano decisamente più realistico e autoironico, svelando tutte le contraddizioni e le bizzarrie che si celano dietro a un mondo che fa della simulazione la sua forza.

Il film si muove tra il dramma, la commedia, il thriller politico e il genere spionistico, in una cornice dal gusto fantascientifico; Argo non è (solo) questo, ma la storia di un uomo, che prima della fedeltà alla patria, crede nei valori a negli affetti originari della famiglia e dell’amore. Se l’operazione Argo è ormai un tassello della storia americana, c’è da essere sicuri che anche il film Argo non passerà inosservato.

Di Gabriele Vertullo

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