Basta quel click

di Redazione The Freak

Basta quel click

di Redazione The Freak

Basta quel click

di Redazione The Freak

 

La incontro in un affollato caffè del centro. Dentro una sfavillante libreria addobbata a festa, siede in un piccolo tavolo ai margini della sala, silenziosamente avvolta nella sua aurea di serenità e cachemire. Sembra essere lontana dal resto, perfettamente a suo agio in mezzo al trambusto della smania per il regalo perfetto. Quella caccia dorata che corre tra gli scaffali intorno a lei e il mondo rumoroso che le si moltiplica intorno non scalfiscono la sua composta attesa. La noto in lontananza assorta a sorseggiare un’enorme tazza di caffè fumante, ed esitando un attimo per andarle incontro, percepisco già che sarà un incontro speciale.

 

Provo sempre attrazione e paura per persone come lei. Infinita reverenza dinanzi a personaggi determinati e potenti, che il mondo lo hanno masticato e digerito a colpi di cambiamento e innovazione. Iniziamo a parlare. Parliamo di business e di percorsi accademici, dello sforzo che ha fatto per entrare in un mondo chiuso e ostile al cambiamento, della sua caparbietà e di quando è riuscita a divenire partner della sua società, tredici giorni dopo aver messo al mondo la sua terza figlia.

 

Ascoltare la sua storia è come leggere il capitolo di un romanzo su come si possano cambiare le cose soltanto con la semplice motivazione di volerci veramente riuscire. Condivide con me il coraggio e le delusioni, i momenti di difficoltà e di solitudine, le gioie e le vittorie sudate ma raggiunte grazie alla forza di volontà. Nell’algida perfezione con cui mi racconta della sua vita, ci allontaniamo un attimo dallo scopo del nostro incontro e come due personaggi in cammino ripercorriamo intensamente i passi di una gioventù dimenticata ma ancora vivida nella sua memoria di ragazzina. Cominciamo a scambiarci emozioni come fossero doni e ci regaliamo storie chiuse a chiave sotto una coltre di polvere, quelle che solo un volto estraneo, a volte, ha la capacità di dissotterrare.

 

Qui è avvenuta la magia.

 

Sull’onda della nostalgia dell’amore passato mi racconta della difficoltà di vivere una relazione a distanza. Delle attese, dei dubbi e delle rinunce. Delle tentazioni e della passione. Della frustrazione e del silenzio. Degli incontri tanto attesi. Mi racconta la volontà di andare avanti contro ogni pronostico e di come ai suoi tempi bastasse anche solo uno squillo al telefono pubblico, ogni sera alla stessa ora, per sentirsi vicini e ancora vivi. Un semplice squillo per sapere se dall’altra parte ci fosse ancora speranza. Piano piano la sua potente armatura si scioglie come neve al tepore e tutta quell’austerità di cui mi ero inebriata diventa in un attimo un misto di commozione e sentimento. Mi racconta dell’importanza di “fare click” e di come questo possa essere il più bell’insegnamento della sua storia personale.

 

Click. Come fossimo meccanismi da incastrarsi e fondersi, per riconoscerci davvero destinati a lavorare all’unisono. In un attimo è chiaro come non importino la distanza, i disguidi o le difficoltà. Importa avere la pazienza di aspettare e di ri-trovarsi sullo stesso orizzonte per ri-prendere la rotta con lo stesso ritmo di crociera. Importa non partire in quarta ma darsi il permesso di ri-cominciare ogni volta da zero, aspettando quel magico momento in cui qualcosa si incastri, si leghi, si fonda. Importa fermarsi e ri-conoscersi nella definizione di chi siamo, nei confronti di noi stessi e degli altri.  

Parla di un click come una scintilla. Quella giusta motivazione per andare avanti. Quel tocco magico che ci da la voglia di investire: tempo e sentimenti.

 

Ci lasciamo con gratitudine in un abbraccio caldo ed emozionato, come se il nostro incontro avesse donato ad entrambe un pezzo di memoria prezioso e indelebile. Un’emozione inaspettata.

Non so cosa sia avvenuto quel giorno di preciso, ma in mezzo a quel trambusto del Natale ci siamo sentite in dovere di spogliarci delle nostre difese e ci siamo davvero incontrate, scambiandoci l’anima.

 

Allora, ho capito che il miglior regalo che possiamo farci questo Natale è (lasciarci) sorprendere. Aprirci e fare in modo che qualcuno, amico o estraneo che sia, prenda qualcosa da noi e lasci qualcosa di sé. Abbiamo tutti dentro quel click che abbiamo deciso di tenere lontano, al sicuro, ma, a volte vale la pena ricordarsi che condividerlo può essere un inestimabile regalo.

Per noi e per gli altri.  

 

 

 

foto di Anna di Prospero

di Diletta Di Marco, all rights reserved

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