Baci Scagliati Altrove il nuovo libro di Sandro Veronesi

di Vittoria Favaron

Baci Scagliati Altrove il nuovo libro di Sandro Veronesi

di Vittoria Favaron

Baci Scagliati Altrove il nuovo libro di Sandro Veronesi

di Vittoria Favaron

“Sognare e non poter fare ciò che si sogna è terribile, e dato che la vita in fondo non è altro che questo [..] era straziante doversene accorgere così presto, quando i sogni, ancora, non sono altro che un po’ di quella carne misteriosa che ci trema sotto gli occhi e ci toglie il fiato.”

Scarpe che volano e ricadono dentro case inconsapevoli, voli intercontinentali e onirici, tartarughe immortali e vecchie pazze, corse in fiat 127 per raggiungere un amore, Parigi meravigliose, accendini risucchiati dalle macchine e poeti scrocconi: il nuovo libro di Sandro Veronesi, edito da Fandango Libri, si presenta come un gradevole e mai saccente patchwork di storie, tutte legate da similari tumulti umani che creano un forte filo conduttore tra le vite descritte e raccontate a fronte di un’apparente e superficiale distanza tra loro.

Dalla copertina pulita e semplice s’intuisce come il vero corpus, che da il senso a quest’opera, è  tutto posizionato in fermo equilibrio intorno ad un’umanità  fragile che consuma giorni e cuore immersa in incomprensioni e difficoltà  comunicative, di amarezze familiari e solitudini alienanti.

Storie di infanzie negate e mai riscattate e maturità  pesanti e indigeribili, esistenze trasparenti come plexiglas a basso costo, storie personali e spesso autobiografiche (la raccolta si apre con Profezia in cui Veronesi parla con sé stesso o forse è la sua coscienza che lo chiama a rapporto).

In certi momenti sembra risalire un tratteggio quasi Calviniano, se si vuole osare un parallelismo con Gli amori difficili del buon Italo, soprattutto nella tendenza a rappresentare dei corpi quotidiani in tutte le loro paranoie, brutture, insicurezze e incomprensioni.

In altri frame, uno su tutti il meraviglioso racconto Il ventre della macchina Veronesi sembra parafrasare in chiave moderna e assolutamente radical-pop il capolavoro scritto un secolo fa da Italo Svevo, e cioè il capitolo 3 della Coscienza di Zeno Il fumo.

In racconti come l’omonimo Baci Scagliati Altrove e Sotto il sole dei Campi Elisi, Veronesi torna a fare Veronesi e inevitabilmente ci riconduce, in termini di stile, lessico ed eccezionali descrizioni fotografiche, ai personaggi e allo spirito di Caos Calmo, il suo personale capolavoro nonché opera vincitrice del Premio Strega 2007.

Nota semi dolente è rappresentata dal fatto che non tutte le storie hanno la stessa forza evocativa e narrativa che si spera e si attende, ma è un rischio che l’autore presumibilmente corre o che è percepito maggiormente da lettori alla ricerca di nuovi rappresentanti della letteratura italiana, se è lecito ancora definirla tale negli anni 2.0, e di cui Veronesi è sicuramente un autore da collocare in un presumibile gruppo autoriale-artistico.

In appendice al libro e in modalità  extra troviamo un breve racconto del compianto David Foster Wallace Amore, scrittore simbolo di un’epoca e di uno strappo generazionale che sembra ritornare spesso nella produzione di Sandro Veronesi come in quella di altri scrittori nostrani e attuali, come l’ultimo premio Strega Edoardo Nesi che di Foster Wallace esalta le doti e le lodi e che condivide con Veronesi una certa toscanità  e una certa amarissima disillusione di un futuro completamente negato e impotente.

E a proposito di futuri lontanissimi e smorzati al netto di un presente insostenibile e quasi scippato alla vita concreta, tutti i personaggi di Baci Scagliati Altrove non descrivono mai una loro visione del domani, come se fossero uomini e donne tutta memoria e ricordi e niente orizzonti con cui spartire tempo e sogni. Come se i personaggi accettassero quasi cristallizzati e con poca forza accadimenti di cui è condita la loro vita scagliando il loro amore in altri luoghi, con una flebile disperazione unita a speranza.

Ed è proprio Veronesi che regala una splendida descrizione del bipede moderno e della sua condizione:

“L’uomo buono paga fino in fondo con la sofferenza di ogni volta in cui spera di non sopravvivere all’immensa responsabilità della cosa fatta e invece sopravvive, ammutolisce e passa oltre. I dolori si dileguano, i pentimenti di confondono, i contorni del ricordo si dissolvono: e poi stordisce e appaga, questo mistero di una vita tanto più grande di tutti i suoi pezzi messi insieme.”

 

 

 

 

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