Lucrezia Lenzi

Poesia. Teatro. Cinema. Cani.

morte

Morte

Morte morte morte, mi chiama morte. La mia memoria è vita di salice piangente su sponde spoglie, di corvo alla deriva su carcasse ardenti marcite

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Se il tuo corpo

Se il tuo corpo fosse solo l’ombra che fanno i pensieri sarebbe per me una interminabile, profondissima notte, sarebbe il buio di viscere depresse, diverse

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Quella gente ci faceva paura

Quella gente ci faceva paura, quella gente nuda, coperta di strada, quella gente senza pudore rideva di noi. Rideva con risate dissacranti che raschiavano l’anima.

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Mi sono sopita

Mi sono sopita dopo un lungo pianto in un broncio disossato ch’era stato un tempo un groviglio di rovi e more selvatiche dove eri solito

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