Morte
Morte morte morte, mi chiama morte. La mia memoria è vita di salice piangente su sponde spoglie, di corvo alla deriva su carcasse ardenti marcite
Morte morte morte, mi chiama morte. La mia memoria è vita di salice piangente su sponde spoglie, di corvo alla deriva su carcasse ardenti marcite
Mi sono strappata via la faccia dalle carezze che le ho dato facendo finta che fossero le tue mani sul mio volto indulgente per le
Se il tuo corpo fosse solo l’ombra che fanno i pensieri sarebbe per me una interminabile, profondissima notte, sarebbe il buio di viscere depresse, diverse
Quella gente ci faceva paura, quella gente nuda, coperta di strada, quella gente senza pudore rideva di noi. Rideva con risate dissacranti che raschiavano l’anima.
Mi sono sopita dopo un lungo pianto in un broncio disossato ch’era stato un tempo un groviglio di rovi e more selvatiche dove eri solito
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