AstraZeneca, come l’Europa
dà una mano ai No-Vax

AstraZeneca, come l'Europa
dà una mano ai No-Vax

Le autorità stanno agendo con la pancia e non con la testa
Il risultato: l'immunità di gregge si allontana sempre di più

di Claudio Rinaldi

AstraZeneca, come l’Europa
dà una mano ai No-Vax

AstraZeneca, come l'Europa
dà una mano ai No-Vax

AstraZeneca, come l'Europa
dà una mano ai No-Vax

di Claudio Rinaldi
AstraZeneca

AstraZeneca, come l’Europa
dà una mano ai No-Vax

AstraZeneca, come l'Europa
dà una mano ai No-Vax

Le autorità stanno agendo con la pancia e non con la testa
Il risultato: l'immunità di gregge si allontana sempre di più

di Claudio Rinaldi

Se l’Europa cercava un modo per dare impulso al popolo dei No-Vax, degli scettici, di quelli che “io aspetterei prima di farmi vaccinare”… l’ha sicuramente trovato. La sospensione del vaccino AstraZeneca è una decisione presa “in via del tutto precauzionale e temporanea” (cito il comunicato dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco) e non ha alcuna evidenza scientifica: non è infatti dimostrato alcun nessun causale con le morti sospette avvenute dopo la somministrazione del vaccino. Non sono io a dirlo, chiariamo. Ma lo afferma la stessa Aifa che prima sospende e poi se ne esce con una nota per ribadire come “i benefici siano ampiamente superiori ai rischi”.

E allora perché si è agito in questo modo? Una cosa sembra chiara: le istituzioni europee hanno usato la pancia e non la testa. Si sono mosse d’impulso, in velocità senza pensare a quelli che sarebbero stati i rischi di una possibile presa di posizione così estrema. Non bisogna essere Nostradamus per capire che, quando AstraZeneca sarà riabilitato e secondo me avverrà molto presto, saranno migliaia le persone che non vorranno più farsi vaccinare dal siero della multinazionale anglo-svedese. Sarà una conseguenza inevitabile e, tutto sommato, comprensibile. Ancora una volta l’istinto avrà la meglio sulla ragione e non potremo scandalizzarci per questo, visto che i primi a comportarsi così sono state le stesse autorità di cui, in teoria, dovremmo avere fiducia.

In giro sul web siamo inondati di dati e tabelle. Ogni sito ha una sua statistica, non ha senso quindi citare numeri o preferire alcune fonti rispetto ad altre. Ma un fatto sembra acclarato. A fronte di milioni di vaccinati, le morti ancora tutte da dimostrare sono infinitamente inferiori. E allora perché cadere su una buccia di banana che i leoni da tastiera del mondo No-Vax prenderanno come punto di riferimento delle loro tesi?

Non c’è alcuna giustificazione. Inghilterra e Israele continuano nella loro corsa a ostacoli e se la ridono (basta vedere i giornali londinesi di oggi) nel vedere la vecchia Europa bloccata dalle sue burocrazie, dai suoi mille regolamenti, dalla politica più attenta a non scontentare nessuno che a risolvere i problemi.

Da qualche giorno avevamo finalmente una data per l’uscita dal tunnel. Il nuovo commissario Figliuolo aveva infatti con coraggio affermato che avremmo ottenuto l’immunità di gregge a fine settembre. Oggi sappiamo che sarà un’impresa impossibile perché la sospensione ricadrà inevitabilmente sui tempi della campagna vaccinale. Ma sia chiaro: le inefficienze di chi ha il compito di prendersi le responsabilità delle decisioni non potranno più ricadere sui cittadini. Lockdown, chiusure, zone rosse o arancioni o gialle, non potranno più essere tollerate.

Tutti dovremmo leggere le parole della moglie del docente di Biella morto cronologicamente dopo la somministrazione di AstraZeneca: “L’esistenza di un legame con il vaccino al momento non c’è, ma visto che il decesso è stato così ravvicinato, hanno consigliato l’autopsia. Ma in cuor mio non me la sento di dire che sia colpa del vaccino: se non credessimo nei vaccini non lo avremmo fatto, invece anche per il ruolo di educatori è importante farlo.

Chi oggi ha avuto il vaccino AstraZeneca è per me un fortunato, non certo uno sfigato.

Il rischio zero non esiste. Se continuiamo a rincorrerlo, sia sulla questione vaccini sia sulla questione contagi, finiremo per morire di fame, depressi, senza rapporti sociali, senza storie d’amore, senza ricordi e senza sorrisi.

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