A Roma l’arte
in una casa privata

A Roma l'arte contemporanea
nel salotto di una casa privata

Vicino Castel Sant'Angelo un home gallery sembra essere
la soluzione ideale per gustare l'arte anche in tempi di pandemia

di Cristina de Palma

A Roma l’arte
in una casa privata

A Roma l'arte contemporanea
nel salotto di una casa privata

A Roma l'arte contemporanea
nel salotto di una casa privata

di Cristina de Palma
arte contemporanea

A Roma l’arte
in una casa privata

A Roma l'arte contemporanea
nel salotto di una casa privata

Vicino Castel Sant'Angelo un home gallery sembra essere
la soluzione ideale per gustare l'arte anche in tempi di pandemia

di Cristina de Palma

L’arte contemporanea ai tempi del Covid, un connubio complicato ma che può riservare sorprese. A Roma sbarca un nuovo modo di vivere l’arte contemporanea, non più nelle gallerie d’arte ma nel salotto di una casa privata. Questa l’idea geniale di Andrea Festa, torinese di nascita ma romano di adozione, collezionista d’arte da 12 anni. 

Approdato nella capitale, ha avuto l’intuizione di far scoprire l’arte in modo diverso, ha aperto l’elegante salotto della sua abitazione, nel centro di Roma, per esporre le personali di due artisti internazionali, il belga Tom Poelmans e il croato Danilo Stojanovic

Giovane amante dell’arte, Andrea Festa ha viaggiato instancabilmente per fiere e mostre di tutto il mondo e ha posato le sue radici nella capitale.  Ma perché aver scelto proprio Roma? “È una scena contemporanea un po’ sommessa quella di Roma. Rispetto ad altre città italiane, come Torino o  Milano nella capitale manca ancora un’attenzione, un confronto tra collezionisti e galleristi. Diciamo che Roma è ancora culturalmente giovane e offre più possibilità di crescita”. 

La sua “home gallery” ha debuttato lo scorso novembre, in un momento delicato dal punto di vista pandemico. E proprio il Covid ha dato una spinta in più al suo progetto. Con le chiusure sistematiche di gallerie e musei, i curatori hanno dovuto organizzarsi virtualmente per permettere ai visitatori di assaporare l’arte anche tramite il PC.  E proprio questo modo di usufruire dell’arte, tramite uno schermo, ha reso tutto più vuoto e ascetico. “

“In queste occasioni – spiega Festa – la cosa per me importante era ricreare un rapporto vis à vis tra l’artista e il visitatore. L’arte deve essere vista dal vivo, contemplata, spiegata a voce. Il tempo e l’attenzione dedicata al visitatore, in un appartamento, è maggiore  rispetto ad una galleria classica“. 

Questa tipologia di salotto espositivo si utilizzava già nel dopoguerra, come faceva il collezionista triestino Leo Castelli famoso per le sue esposizioni di opere d’arte nel suo soggiorno al quarto piano del numero 4, sulla Settantasettesima Strada Est a New York. Poi negli anni, questo modo di vivere l’arte è venuto a mancare, lasciando spazio alle moderne gallerie d’arte. 

Festa è voluto tornare alla vecchia modalità sia per un motivo economico – permettersi un affitto in questo periodo non era possibile –  sia per una questione di rapporto di fiducia tra il collezionista e il gallerista. E la scelta di giovani pittori non è casuale. 

Sia Poelmans che Stojanovic sono molto conosciuti all’estero, ma non avevano ancora calcato la scena romana. Classe ‘84 il primo e ‘89 il secondo, i due artisti hanno messo a disposizione alcune loro opere, suddivisi per ambiente. Nel salotto principale, sono esposte le opere allegoricosimbolico di Poelmans, mentre nella sala da pranzo è possibile ammirare i dipinti astratti di Stojanovic. 

Il tutto condito dalla bellezza di Castel Sant Angelo che è possibile contemplare dalla finestra di casa Festa. Questo elemento visivo non è da sottovalutare visto che la pandemia ha messo in crisi il modello classico delle gallerie d’arte. Rispetto al passato, oggi moltissimi curatori di mostre lamentano la poca costanza e presenza di pubblico dopo gli opening. Come spiega Festa “le persone vanno al vernissage, prendono il comunicato stampa, vedono le opere e la ragazza dell’accoglienza chiede subito la mail per inviare altre brochure. Ma nei giorni successivi alla mostra, non viene più nessuno”.

Invece con la home gallery si ricrea un ambiente familiare che mette a proprio agio il visitatore, dove è possibile parlare direttamente con gli artisti mentre si sorseggia un bicchiere di vino o spumante

In tempo di pandemia, l’organizzazione è stata minuziosa poiché la prenotazione è obbligatoria per evitare assembramenti. 

Info: L’esposizione è aperta fino al 21 aprile, su prenotazione 

Sito: www.andreafestafineart.com

Email: [email protected]

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