Alitalia, una grana
per il governo

Alitalia, una grana
per il Governo Draghi

Il dossier dell'ex compagnia di bandiera è tra i primi sul tavolo del nuovo esecutivo

di Guglielmo Pilutti

Alitalia, una grana
per il governo

Alitalia, una grana
per il Governo Draghi

Alitalia, una grana
per il Governo Draghi

di Guglielmo Pilutti
Alitalia

Alitalia, una grana
per il governo

Alitalia, una grana
per il Governo Draghi

Il dossier dell'ex compagnia di bandiera è tra i primi sul tavolo del nuovo esecutivo

di Guglielmo Pilutti

Siamo nel pieno del processo di valutazione del Business Plan di Italia Trasporto Aereo spa. La nuova Alitalia dovrebbe decollare in concomitanza con l’inizio della stagione estiva Iata – per aprile secondo l’auspicio del board – con circa la metà degli aerei e del personale rispetto alla vecchia compagnia attualmente in amministrazione straordinaria, ma punta a raddoppiare la flotta e i dipendenti entro il 2025, mentre prevede il ritorno alla profittabilità già nel 2023. 

A cavallo del nuovo anno, sono state svelate le carte in merito al piano industriale della newCo. Le indicazioni ufficiali, poi riportare in conferenza stampa il 18 dicembre 2020, sono quelle fornite dall’ad Fabio Lazzerini e dal presidente Francesco Caio nel corso delle audizioni alla Camera e al Senato. Il piano persegue la linea dell’invocata flessibilità, necessaria per transitare questo periodo particolarmente critico per il trasporto aereo.

Guardando il quadro politico: il Parlamento è attualmente in procinto di esprimere il previsto parere motivato ma non vincolante sul piano. Mentre da Bruxelles, che deve esprimere il proprio parere vincolante, sono pervenute delle richieste di chiarimento avanzate al governo italiano su circa un centinaio di punti. La linea ferma di Bruxelles è che la ‘conditio sine qua non’ per il via libera alla newCo sia la discontinuità rispetto alla vecchia Alitalia.

Nel frattempo, la Commissione europea è in contatto con le autorità italiane su una terza misura di compensazione per 73 milioni di euro. Inoltre, la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager e il ministro dell’Economia (ormai ex) Roberto Gualtieri, in un incontro a distanza, “hanno parlato di temi legati alla concorrenza”. Riferisce la portavoce della Commissione per la concorrenza, Arianna Podestà. 

Infine, sembra essere scattato un nuovo allarme per quanto riguarda la vecchia compagnia: la situazione di cassa è critica, per cui gli stipendi dei prossimi mesi sono messi a rischio. Servono, ha spiegato il commissario straordinario Giuseppe Leogrande ai sindacati, la seconda tranche di 77 milioni di euro, prevista dal decreto Rilancio, e un’accelerazione dei tempi di start up della newCo.

Il Piano Ita

Dopo il via libera al piano dal cda, come promesso, i vertici di Ita sono tornati in Parlamento per riferire sul piano. L’audizione informale, dello scorso 11 gennaio ha dato di fatto l’abbrivio all’esame parlamentare: un’audizione a porte chiuse alla ricerca di una riservatezza che viene spiegata dai vertici di Ita con la necessità di non diffondere, fuori dal contesto parlamentare, dati sensibili contenuti nel documento consegnato che, se resi pubblici, potrebbero condizionare, in questa fase, le trattative con eventuali partner o dar luogo ad un indebito vantaggio competitivo per i vettori concorrenti in danno della società. Per tale motivo, il piano è di fatto, ancora secretato.

Comunque, nel corso dell’audizione, i vertici di Ita hanno illustrato i principali contenuti del piano, gli scenari di mercato, la flotta, il network e l’occupazione. Un piano che, come tratti distintivi, ha quelli della dinamicità e flessibilità per poter rispondere e cogliere tutte le opportunità che si profilano sul mercato. 

Infine, presa visione del piano riportiamo qui alcuni dettagli. Il business plan di cinque anni prevede per la nuova Alitalia una partenza ridimensionata, anzi dimezzata, rispetto alla vecchia Alitalia: 52 aerei (43 di corto e medio raggio, 9 di lungo raggio, tutti presi a noleggio) contro i 104 dell’attuale società, per arrivare a 110 velivoli, moderni e sostenibili, nel 2025 (84 per i collegamenti brevi e medi, 26 per quelli intercontinentali). Tuttavia, una diminuzione della flotta comporta anche una diminuzione dei dipendenti, che inizialmente saranno 5.200-5.500 (contro i 10.500 attuali).

Nello scenario al 2025 il cda di Ita si immagina inoltre un incremento del personale a 9.500 e delle destinazioni da 61 a 93. Da aprile a dicembre 2021 Italia Trasporto Aereo stima di trasportare 8,2 milioni di passeggeri – per arrivare a 22,5 milioni nel 2025 – e generare ricavi pari a 920 milioni di euro. con obiettivo 3,35 miliardi nel 2025).

Hub e alleanze

L’hub di Ita rimarrà Roma Fiumicino, “dove c’è stato un incremento di traffico costante attorno al 2% che è stato trainato prevalentemente da una crescita del mercato extra Ue. Fiumicino rappresenta la ‘casa’ di Alitalia e rappresenta un aeroporto che si presta particolarmente ancora ai vettori tradizionali, più che a quelli low cost”. Così l’ad Lazzerini, che al contempo conferma la previsione di abbandonare “per il momento” l’hub di Milano Malpensa per una maggiore concentrazione sull’aeroporto di Linate così da catturare quanto più traffico business.

L’idea dei vertici di Ita è quella di conservare destinazioni che appartengono a “mercati naturali” e che per la maggior parte garantiscono flussi e profitti, ma “per questioni strategiche, anche quelle rotte inizialmente non profittevoli così da preservare il futuro nel medio periodo dell’azienda”. 

Tutta aperta invece la partita delle alleanze, l’unica certezza è la necessità di avere un’alleanza che inizialmente sarà commerciale, e poi nel futuro potrebbe diventare una partnership più stretta, ma sempre “scrivendola da zero”.

Per questo sono stati avviati i tavoli sia con i partner storici (Air France-Klm-Delta Air Lines), sia col gruppo Lufthansa. Mentre le trattative vanno avanti la newCo si appoggerà sulla partnership con Air France-Klm (per i collegamenti europei) e Delta Air Lines (per i voli intercontinentali).

Le motivazioni della scelta per Ita

Lazzerini ha più volte spiegato che il piano sarà dinamico. Infatti, la nuova Alitalia parte sì con una dotazione “ambiziosa” di 3 miliardi ma, ha avvertito, “bisogna stare attenti e calibrare gli investimenti per cogliere le opportunità di mercato quando queste si manifestano e quando il mercato mostra segni di ripresa”.

In risposta alle domande incalzanti dei parlamentari, l’ad ha dichiarato che “i prossimi 12 mesi saranno di navigazione a vista, ogni passo deve essere proporzionato al mercato”. Il piano industriale è stato elaborato prendendo a riferimento lo scenario base della Iata, secondo una curva leggermente peggiorata rispetto alla situazione europea e italiana che prevede di fatto un ritorno al traffico pre-Covid, quindi ai livelli del 2019, a metà tra il 2022 e il 2023. 

Infatti, oltre alla logica di mercato, queste scelte cercano di tenere conto del “bisogno di ottenere un parere parlamentare, e un via libera o una non ostilità dalla Commissione europea”.

Le reazioni al Piano

Gli scontenti per il piano ridimensionato sono tanti. Il principio vincente del rilancio della compagnia tramite un approccio che sia graduale il più possibile per garantire un percorso profittevole della compagnia, sembra essere da subito messo in secondo piano da parlamentari e sindacati. In particolare, questi ultimi bocciano duramente il piano industriale che invocano ad un maggior coraggio da parte dell’azionista Mef “per dare un indirizzo chiaro al cda e all’a.d., visto che i 3 miliardi, investiti dal Governo sono stati stanziati per rilanciare Alitalia e tutto il trasporto aereo, non per licenziare”. 

“Non è condivisibile in quanto assolutamente inaccettabile per noi. Con poco più 50 aerei si va verso l’avvio di una mini-compagnia, contraddistinta da un piano insoddisfacente da tutti i punti di vista, industriale ed occupazionale. Si riducono i collegamenti, soprattutto il lungo raggio, le attività di volo. Sparisce dal piano il cargo e ci sono inevitabili riflessi sulle attività di manutenzioni e sui servizi di handling”. Così unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo

Comunque, il numero finale del personale dipenderà molto dalle trattative con i sindacati che sono state già avviate e che si preannunciano non facili.

L’iter in Parlamento

Dopo il via libera del cda di Ita il 18 dicembre scorso e l’invio alle Camere e all’Unione europea il 21 dicembre, lo schema di piano industriale della società Italia trasporto aereo Spa (Atto del Governo n. 237) è stato assegnato il 7 gennaio alle Commissioni competenti, Lavori pubblici del Senato e Trasporti della Camera, che – in teoria – entro il 6 febbraio avrebbero dovuto esprimere il proprio parere motivato non vincolante. 

In particolare, si profilano tempi più lunghi in commissione Trasporti alla Camera per il parere sul piano. Il dossier, di cui è relatore Luciano Nobili, esponente di Italia viva, ha visto diversi rilievi di criticità arrivare in particolare dai gruppi di opposizione, anche alla luce delle recenti audizioni svoltesi in modalità non pubblica su richiesta di Ita.

Nella Commissione di Montecitorio il centrodestra ha infatti chiesto un rinvio della votazione, anche alla luce della notizia relativa all’intenzione da parte del Governo di pubblicare un nuovo bando di gara per gli asset di Alitalia per tutti i lotti interessati, in relazione alla lettera della Commissione Ue che aveva chiesto una maggiore discontinuità tra la vecchia compagnia e la nuova società. 

In ogni caso, entro metà febbraio ITA dovrebbe avere l’ok finale del Parlamento, in attesa del parere europeo. Aspettiamo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati